2 ottobre, in ricordo di Gaetano Marchitelli e Giovanbattista Tedesco
Una messa celebrata da don Ciotti per non dimenticare
lunedì 2 ottobre 2017
21.13
Il Comune di Bari, rappresentato dal vicesindaco Pierluigi Introna, ha deposto questa mattina una corona di fiori in memoria di Gaetano Marchitelli, giovanissima vittima di mafia, di cui oggi cade l'anniversario della morte. Presenti i genitori di Gaetano, Francesca e Vito, il presidente di Libera don Luigi Ciotti, Alessandro Tedesco, referente regionale della Memoria di cui oggi ricordiamo la morte del padre Giovanbattista, anch'egli vittima innocente di mafia, diversi familiari pugliesi e Giovanna Verdoscia, la mamma di Mario che rimase ferito (ed è tuttora provato) nell'agguato.
«Di giorno studiava e coltivava la sua passione per i computer. Di sera lavorava in una pizzeria per pagarsi gli studi. A quindici anni, aveva già dato prova di forza di volontà e buoni valori. Gaetano Marchitelli era questo e molto altro ancora. E ogni 2 ottobre, rivivo lo stesso dolore di quella sera del 2003 in cui avvenne la sua uccisione, nel corso di una sparatoria, proprio davanti alla pizzeria dove prestava servizio. Quelli erano anni nei quali la guerra mafiosa avvelenava Bari. Ma l'uccisione di quel giovane innocente ha impresso una scossa nella nostra comunità, una scossa interiore, civile, di reazione a quella inaccettabile barbarie». Così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ricorda Gaetano Marchitelli e Giovanbattista Tedesco.
«Giovanbattista Tedesco era capo della vigilanza all'Italsider di Taranto. Venne ucciso il 2 ottobre del 1989 dai killer della Sacra Corona Unita perché non aveva accettato di chiudere un occhio sui traffici illeciti che si svolgevano all'interno delle acciaierie. In quegli anni la Sacra Corona Unita era molto attiva e aveva allargato i propri affari anche all'impianto siderurgico. Ciò che abbiamo imparato dalle storie di Gaetano, di Giovanbattista e di tutte le vittime innocenti, è che le mafie non scompaiono solo con la sequenza delle catture e delle pene inflitte. Servono comportamenti coerenti e credibili da parte di noi tutti. Ricordarli vuol dire continuare a contrastare l'illegalità con piccole e grandi azioni quotidiane, coniugando memoria e impegno».
Si è svolta questa sera a Carbonara, nella Chiesa di Santa Maria del Fonte, una messa in memoria di Gaetano Marchitelli e di Giovanbattista Tedesco, celebrata da Don Luigi Ciotti. «A volte quando ci vengono tolti così violentemente i nostri cari ci arrabbiamo, anche con dio, ma questa rabbia è preghiera. Tocca a noi cercare i semi di speranza. Quanti indifferenti. L'omertà e l'indifferenza uccidono egualmente. La giustizia ha bisogno anche del nostro contributo, il cambiamento ha bisogno di ciascuno di noi. Alla sera della vita saremo giudicati solo per l'amore, ci sarà chiesto solo se ci siamo amati. Abbiamo bisogno di bellezza oltre che di giustizia, un desiderio che parte dalla realtà e ci fa cercare il cambiamento». Queste le parole di Don Ciotti.
«Di giorno studiava e coltivava la sua passione per i computer. Di sera lavorava in una pizzeria per pagarsi gli studi. A quindici anni, aveva già dato prova di forza di volontà e buoni valori. Gaetano Marchitelli era questo e molto altro ancora. E ogni 2 ottobre, rivivo lo stesso dolore di quella sera del 2003 in cui avvenne la sua uccisione, nel corso di una sparatoria, proprio davanti alla pizzeria dove prestava servizio. Quelli erano anni nei quali la guerra mafiosa avvelenava Bari. Ma l'uccisione di quel giovane innocente ha impresso una scossa nella nostra comunità, una scossa interiore, civile, di reazione a quella inaccettabile barbarie». Così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ricorda Gaetano Marchitelli e Giovanbattista Tedesco.
«Giovanbattista Tedesco era capo della vigilanza all'Italsider di Taranto. Venne ucciso il 2 ottobre del 1989 dai killer della Sacra Corona Unita perché non aveva accettato di chiudere un occhio sui traffici illeciti che si svolgevano all'interno delle acciaierie. In quegli anni la Sacra Corona Unita era molto attiva e aveva allargato i propri affari anche all'impianto siderurgico. Ciò che abbiamo imparato dalle storie di Gaetano, di Giovanbattista e di tutte le vittime innocenti, è che le mafie non scompaiono solo con la sequenza delle catture e delle pene inflitte. Servono comportamenti coerenti e credibili da parte di noi tutti. Ricordarli vuol dire continuare a contrastare l'illegalità con piccole e grandi azioni quotidiane, coniugando memoria e impegno».
Si è svolta questa sera a Carbonara, nella Chiesa di Santa Maria del Fonte, una messa in memoria di Gaetano Marchitelli e di Giovanbattista Tedesco, celebrata da Don Luigi Ciotti. «A volte quando ci vengono tolti così violentemente i nostri cari ci arrabbiamo, anche con dio, ma questa rabbia è preghiera. Tocca a noi cercare i semi di speranza. Quanti indifferenti. L'omertà e l'indifferenza uccidono egualmente. La giustizia ha bisogno anche del nostro contributo, il cambiamento ha bisogno di ciascuno di noi. Alla sera della vita saremo giudicati solo per l'amore, ci sarà chiesto solo se ci siamo amati. Abbiamo bisogno di bellezza oltre che di giustizia, un desiderio che parte dalla realtà e ci fa cercare il cambiamento». Queste le parole di Don Ciotti.