A Bari il 30 per cento dei respingimenti per accordo Schengen. Una giornata con la Polizia di Frontiera
Casavola: "Solo in estate controlliamo circa 18 mila passeggeri che giungono dalle navi-traghetto provenienti da Albania, Montenegro e Croazia"
venerdì 4 maggio 2018
"Bari è il porto extra Schengen più importante d'Italia. Solo qui avviene il 30% dei respingimenti che si registrano nel nostro Pese: lo scorso anno sono stati circa 3.500". A snocciolare queste cifre è Giovanni Casavola, primo Dirigente della Polizia di Stato e coordinatore del dispositivo di Sicurezza Portuale, compito svolto in sinergia con le altre Forze di Polizia, l'Agenzia delle Dogane, dall'Autorità portuale e l'Agenzia FRONTEX -Agenzia Europea delle Guardie di Frontiera e Costiera- il tutto alle dirette dipendenze del Direttore della IX Zona di Polizia di Frontiera Maurizio Gelich.
La Puglia infatti, storica terra di confine, porta dell'Occidente rivolta all'Oriente, oggi più che mai è il termometro con il quale si misura il livello di sicurezza sia sul versante dell'immigrazione clandestina sia su quello dell'ordine pubblico, per il contrasto alla criminalità organizzata e del terrorismo internazionale come ad esempio nel caso dei foreign fighters.
Ma come si svolge il lavoro quotidiano della Polizia di Frontiera?
All'aeroporto come al porto della Città di San Nicola, il personale è continuamente aggiornato su quella che è la rete informatica del SIS, ovvero dal Sistema d'Informazione Schengen che consente la gestione in comune, con tutte le polizie europee, di informazioni e segnalazioni relative a persone, veicoli e oggetti ricercati da ognuno dei Paesi aderenti. Ottimi i rapporti che si sono instaurati con le Polizie degli Stati frontalieri come il Montenegro e l'Albania.
Un apparato di sicurezza che agisce su più livelli e che si coordina continuamente non solo tra i vari soggetti nazionali interessati ma ormai sempre più in ambito internazionale.
La prima regola è quella di non fare fotografie al personale impegnato. Riusciamo a scattare solo foto esterne del presidio ed avere una di Giovanni Casavola, che prima di ricoprire questo ruolo dal 2013 ha svolto importanti incarichi prima che in Puglia, presso i reparti territoriali della Polizia di Stato, successivamente alla Questura di Bologna ed infine come Comandante della Scuola Agenti della Polizia di Stato di Campobasso.
Le attrezzature presenti a Bari sono tecnologicamente moderne ed avanzate, e si procede, nei casi di necessità, anche all'effettuazione dei rilievi antropometrici, meglio noto come "sistema bertillonage", presso il locale Policlinico.
Quotidianamente, nel periodo estivo, sono controllati sino a 16 ai 18 mila passeggeri, che sono solo quelli che giungono dalle navi-traghetto che attraccano nella Città di San Nicola provenienti dall'Albania, dal Montenegro e dalla Croazia. A questo dato va aggiunto qualche altro migliaio di accessi da altre navi quali i traghetti provenienti dall'area Schengen, come la Grecia, i mercantili, i pescherecci d'altura o le barche private da crociera. A questi vanno poi sommate le partenze ed i transiti, con gli arrivi e partenze dall'aeroporto di Bari-Palese. Tutti questi elementi danno il volume di accessi complessivo, costantemente controllato dalla Polizia di Frontiera. Arrivare al porto o all'aeroporto di Bari significa entrare in Europa. Il via libera dato su persone e merci a Bari significa che, in virtù del Trattato di Schengen, chi entra potrà circolare liberamente in ogni Stato aderente all'Accordo.
Due i livelli di controllo che vengono effettuati da quello minimo (per i cittadini Europei) a quello approfondito. Procedure stabilite dalle norme internazionali durante le quali è altresì prevista la consultazione delle banche dati INTERPOL. Con il controllo di frontiera un aspetto importante è quello che riguarda i documenti in possesso dello straniero, dal passaporto alle altre carte che attestano la provenienza e la destinazione del carico che si trasporta. Oltre i numerosi respingimenti effettuati dalla Polizia di Frontiera, frequenti sono gli arresti effettuati di soggetti che tentano di fare ingresso illecitamente nel territorio nazionale, presentando dei documenti contraffatti, o soggetti denunciati per sostituzione di persona avendo presentato passaporti dei quali erano titolari loro connazionali particolarmente somiglianti.
Altro capitolo, particolarmente delicato e preoccupante, è quello dei foreign fighters. La banca dati è costantemente aggiornata e le Polizie straniere sono in stretto contatto con quella italiana. I casi di soggetti segnalati e sospettati di possibili collegamenti con organizzazioni ispirate al radicalismo islamico sono numerosi e testimoniano l'attenzione riservata a questi individui, soprattutto con l'evolversi della situazione mediorientale e siriana in particolare.
Sul versante dell'immigrazione clandestina a Bari, i poliziotti potrebbero citare innumerevoli casi. Su tutti vi sono quelli dei ragazzini scoperti nei camion, nei carichi delle navi o in altri posti tra i più impensati. Ebbene questi ragazzini, prima di essere trasferiti nei centri di accoglienza sparsi nella la penisola, visto il tutto esaurito delle strutture meridionali, come talvolta si sentono rispondere i poliziotti dagli organi territoriali prepositi per la loro dislocazione, sono molto spesso rivestiti e rifocillati negli uffici della Polizia di Frontiera dagli stessi agenti che li hanno rintracciati, mossi a compassione dallo stato in cui i minori vengono rintracciati.
"Ora che conoscete i nostri compiti- conclude Casavola - abbiate un pò di pazienza quando in estate, all'arrivo dalle vacanze o dalle crociere, dovete attendere per il disbrigo delle pratiche di sbarco. I controlli servono per farci vivere tutti più tranquilli e la Polizia di Frontiera ha questo compito, che cerca di assolvere quotidianamente nel pieno rispetto del diritto di ciascuno di viaggiare e circolare liberamente. La sicurezza prima di tutto".
La Puglia infatti, storica terra di confine, porta dell'Occidente rivolta all'Oriente, oggi più che mai è il termometro con il quale si misura il livello di sicurezza sia sul versante dell'immigrazione clandestina sia su quello dell'ordine pubblico, per il contrasto alla criminalità organizzata e del terrorismo internazionale come ad esempio nel caso dei foreign fighters.
Ma come si svolge il lavoro quotidiano della Polizia di Frontiera?
All'aeroporto come al porto della Città di San Nicola, il personale è continuamente aggiornato su quella che è la rete informatica del SIS, ovvero dal Sistema d'Informazione Schengen che consente la gestione in comune, con tutte le polizie europee, di informazioni e segnalazioni relative a persone, veicoli e oggetti ricercati da ognuno dei Paesi aderenti. Ottimi i rapporti che si sono instaurati con le Polizie degli Stati frontalieri come il Montenegro e l'Albania.
Un apparato di sicurezza che agisce su più livelli e che si coordina continuamente non solo tra i vari soggetti nazionali interessati ma ormai sempre più in ambito internazionale.
La prima regola è quella di non fare fotografie al personale impegnato. Riusciamo a scattare solo foto esterne del presidio ed avere una di Giovanni Casavola, che prima di ricoprire questo ruolo dal 2013 ha svolto importanti incarichi prima che in Puglia, presso i reparti territoriali della Polizia di Stato, successivamente alla Questura di Bologna ed infine come Comandante della Scuola Agenti della Polizia di Stato di Campobasso.
Le attrezzature presenti a Bari sono tecnologicamente moderne ed avanzate, e si procede, nei casi di necessità, anche all'effettuazione dei rilievi antropometrici, meglio noto come "sistema bertillonage", presso il locale Policlinico.
Quotidianamente, nel periodo estivo, sono controllati sino a 16 ai 18 mila passeggeri, che sono solo quelli che giungono dalle navi-traghetto che attraccano nella Città di San Nicola provenienti dall'Albania, dal Montenegro e dalla Croazia. A questo dato va aggiunto qualche altro migliaio di accessi da altre navi quali i traghetti provenienti dall'area Schengen, come la Grecia, i mercantili, i pescherecci d'altura o le barche private da crociera. A questi vanno poi sommate le partenze ed i transiti, con gli arrivi e partenze dall'aeroporto di Bari-Palese. Tutti questi elementi danno il volume di accessi complessivo, costantemente controllato dalla Polizia di Frontiera. Arrivare al porto o all'aeroporto di Bari significa entrare in Europa. Il via libera dato su persone e merci a Bari significa che, in virtù del Trattato di Schengen, chi entra potrà circolare liberamente in ogni Stato aderente all'Accordo.
Due i livelli di controllo che vengono effettuati da quello minimo (per i cittadini Europei) a quello approfondito. Procedure stabilite dalle norme internazionali durante le quali è altresì prevista la consultazione delle banche dati INTERPOL. Con il controllo di frontiera un aspetto importante è quello che riguarda i documenti in possesso dello straniero, dal passaporto alle altre carte che attestano la provenienza e la destinazione del carico che si trasporta. Oltre i numerosi respingimenti effettuati dalla Polizia di Frontiera, frequenti sono gli arresti effettuati di soggetti che tentano di fare ingresso illecitamente nel territorio nazionale, presentando dei documenti contraffatti, o soggetti denunciati per sostituzione di persona avendo presentato passaporti dei quali erano titolari loro connazionali particolarmente somiglianti.
Altro capitolo, particolarmente delicato e preoccupante, è quello dei foreign fighters. La banca dati è costantemente aggiornata e le Polizie straniere sono in stretto contatto con quella italiana. I casi di soggetti segnalati e sospettati di possibili collegamenti con organizzazioni ispirate al radicalismo islamico sono numerosi e testimoniano l'attenzione riservata a questi individui, soprattutto con l'evolversi della situazione mediorientale e siriana in particolare.
Sul versante dell'immigrazione clandestina a Bari, i poliziotti potrebbero citare innumerevoli casi. Su tutti vi sono quelli dei ragazzini scoperti nei camion, nei carichi delle navi o in altri posti tra i più impensati. Ebbene questi ragazzini, prima di essere trasferiti nei centri di accoglienza sparsi nella la penisola, visto il tutto esaurito delle strutture meridionali, come talvolta si sentono rispondere i poliziotti dagli organi territoriali prepositi per la loro dislocazione, sono molto spesso rivestiti e rifocillati negli uffici della Polizia di Frontiera dagli stessi agenti che li hanno rintracciati, mossi a compassione dallo stato in cui i minori vengono rintracciati.
"Ora che conoscete i nostri compiti- conclude Casavola - abbiate un pò di pazienza quando in estate, all'arrivo dalle vacanze o dalle crociere, dovete attendere per il disbrigo delle pratiche di sbarco. I controlli servono per farci vivere tutti più tranquilli e la Polizia di Frontiera ha questo compito, che cerca di assolvere quotidianamente nel pieno rispetto del diritto di ciascuno di viaggiare e circolare liberamente. La sicurezza prima di tutto".