A Bari la protesta degli educatori: «Vogliamo l'internalizzazione»
La manifestazione convocata dalla sigla Usb per chiedere alla Regione Puglia lo stop al sistema delle cooperative
martedì 30 giugno 2020
15.28
Gli educatori scolastici protestano sul lungomare Nazario Sauro di Bari per chiedere diritti e stabilità lavorativa. Stamattina la manifestazione davanti al palazzo della presidenza della Regione Puglia, convocata dalla sigla sindacale Usb.
Si tratta di figure professionali di supporto agli studenti con disabilità nelle scuole di ogni ordine e grado, ma che - sostengono non vedono riconosciuta la loro posizione professionale e chiedono un'accelerata nel processo di internalizzazione nei ranghi della Regione Puglia. «I lavoratori svolgono un servizio essenziale: quello dell'assistenza specialistica nelle scuole e dell'assistenza domiciliare educativa - si legge nella nota di Usb. Si tratta di servizi di notevole rilevanza per la collettività, i lavoratori altamente specializzati seguono i processi di apprendimento e socializzazione degli alunni con disabilità ed intervengono per potenziarne le capacità circa l'autonomia, le relazioni e le abilità cognitive».
Il sindacato continua: «Le cooperative sociali che gestiscono gli appalti percepiscono dagli enti locali circa 22/23 euro all'ora per il servizio, mentre agli operatori è corrisposta (quando questo accade) una paga oraria di circa 9 euro, sempre se il minore non è assente. Nei mesi da giugno a settembre/ottobre, il servizio viene interrotto per le vacanze (con conseguente sospensione dello stipendio, dei contributi e impossibilità per chi ha un contratto a tempo indeterminato di poter accedere alla Naspi o ad altro ammortizzatore sociale). Usb ed i lavoratori chiedono, pertanto, che sia avviato un processo di internalizzazione. Anche se nel corso della mattinata il presidente Emiliano ha incontrato i Lavoratori in protesta per esprimere la propria vicinanza, questo non è sufficiente vogliamo rispetto per una delle categorie di lavoratori più "sfruttate" dalla pubblica amministrazione».
«In tutta Italia - ha detto Emiliano - una serie di figure che sono fondamentali per consentire il diritto allo studio e all'assistenza domiciliare di soggetti fragili per diverse ragioni, dalla disabilità al rischio di devianza, sono affidati ad una serie di cooperative, che secondo me non costano meno di quello che costerebbe un regolare rapporto di lavoro con tutte queste figure professionali. Questi professionisti, tutti laureati, ogni estate sospendono il lavoro con il finire dell'anno scolastico, il rapporto con i ragazzi viene sospeso per 3 mesi con tutti i danni che ne conseguono. Per la prima volta, la Regione Puglia oggi sta dicendo che così non si può andare avanti, dobbiamo trovare una sistemazione diversa. La loro aspirazione è quella di essere tutti assunti come professionisti dentro le ASL, però questo è un problema che riguarda anche le scuole. Dobbiamo condividere tra il sistema scolastico italiano, il sistema del welfare, il sistema sanitario la risoluzione di un problema che riguarda sia la migliore assistenza ai ragazzi sia la dignità di questi lavoratori. Noi iniziamo il processo che deve arrivare ad una stabilizzazione. Ci deve arrivare in modo equilibrato, non facendo di tutta l'erba un fascio, ma selezionando in base al fabbisogno tutte le necessità delle scuole, dei ragazzi, dell'assistenza domiciliare. Dopodiché tentare di bonificare una situazione che è indegna sia per gli assistiti che per i professionisti che li assistono».
Si tratta di figure professionali di supporto agli studenti con disabilità nelle scuole di ogni ordine e grado, ma che - sostengono non vedono riconosciuta la loro posizione professionale e chiedono un'accelerata nel processo di internalizzazione nei ranghi della Regione Puglia. «I lavoratori svolgono un servizio essenziale: quello dell'assistenza specialistica nelle scuole e dell'assistenza domiciliare educativa - si legge nella nota di Usb. Si tratta di servizi di notevole rilevanza per la collettività, i lavoratori altamente specializzati seguono i processi di apprendimento e socializzazione degli alunni con disabilità ed intervengono per potenziarne le capacità circa l'autonomia, le relazioni e le abilità cognitive».
Il sindacato continua: «Le cooperative sociali che gestiscono gli appalti percepiscono dagli enti locali circa 22/23 euro all'ora per il servizio, mentre agli operatori è corrisposta (quando questo accade) una paga oraria di circa 9 euro, sempre se il minore non è assente. Nei mesi da giugno a settembre/ottobre, il servizio viene interrotto per le vacanze (con conseguente sospensione dello stipendio, dei contributi e impossibilità per chi ha un contratto a tempo indeterminato di poter accedere alla Naspi o ad altro ammortizzatore sociale). Usb ed i lavoratori chiedono, pertanto, che sia avviato un processo di internalizzazione. Anche se nel corso della mattinata il presidente Emiliano ha incontrato i Lavoratori in protesta per esprimere la propria vicinanza, questo non è sufficiente vogliamo rispetto per una delle categorie di lavoratori più "sfruttate" dalla pubblica amministrazione».
«In tutta Italia - ha detto Emiliano - una serie di figure che sono fondamentali per consentire il diritto allo studio e all'assistenza domiciliare di soggetti fragili per diverse ragioni, dalla disabilità al rischio di devianza, sono affidati ad una serie di cooperative, che secondo me non costano meno di quello che costerebbe un regolare rapporto di lavoro con tutte queste figure professionali. Questi professionisti, tutti laureati, ogni estate sospendono il lavoro con il finire dell'anno scolastico, il rapporto con i ragazzi viene sospeso per 3 mesi con tutti i danni che ne conseguono. Per la prima volta, la Regione Puglia oggi sta dicendo che così non si può andare avanti, dobbiamo trovare una sistemazione diversa. La loro aspirazione è quella di essere tutti assunti come professionisti dentro le ASL, però questo è un problema che riguarda anche le scuole. Dobbiamo condividere tra il sistema scolastico italiano, il sistema del welfare, il sistema sanitario la risoluzione di un problema che riguarda sia la migliore assistenza ai ragazzi sia la dignità di questi lavoratori. Noi iniziamo il processo che deve arrivare ad una stabilizzazione. Ci deve arrivare in modo equilibrato, non facendo di tutta l'erba un fascio, ma selezionando in base al fabbisogno tutte le necessità delle scuole, dei ragazzi, dell'assistenza domiciliare. Dopodiché tentare di bonificare una situazione che è indegna sia per gli assistiti che per i professionisti che li assistono».