A Bari la protesta di 3.000 gilet arancioni: «Chiediamo aiuti per gelate e Xylella»
Le associazioni: «Nessun provvedimento contro la crisi». Gentile (Pd): «Politica regionale si adoperi per emergenza economica del Sud»
lunedì 7 gennaio 2019
13.59
Tremila gilet arancioni in piazza Prefettura a Bari per reclamare il soccorso della politica a un'agricoltura pugliese messa in ginocchio dalle straordinarie ondate di gelo e dal dramma della Xylella. Sono partiti dal piazzale dello stadio San Nicola per raggiungere il centro cittadino e il palazzo della Regione sul lungomare Nazario Sauro a bordo dei loro trattori, invocando aiuti concreti da parte delle istituzioni regionali e nazionali.
Al ministero delle Politiche agricole, infatti, chiedono la declaratoria di calamità atmosferica in relazione alle gelate del marzo 2018 che hanno mandato al tappeto 90.000 ettari di terre coltivate fra le province di Bari, Bat e Foggia. All'atto formale chiedono, inoltre, che segua lo stanziamento di 100 milioni per compensare la produzione andata perduta, nuove norme a tutela dei lavoratori del comparto agricolo, defiscalizzazione, blocco delle rate del mutuo contratto per i frantoi e individuazione di idonee misure a sostegno del settore primario in crisi. Alla Regione Puglia, invece, i gilet arancioni chiedono lo stanziamento di 5 milioni per far fronte ai danni della gelata, oltre a risposte concrete alla forte siccità del 2017.
«La gelata del 2018 – dice Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola – ha falcidiato gran parte della produzione. A oggi non c'è nessun provvedimento che accompagni aziende e operatori agricoli nel percorso di uscita dalla crisi. La distanza delle istituzioni rispetto ai nostri problemi è enorme. Finora abbiamo avuto solo promesse da parte dei politici, ma nessun atto concreto che ci dia la possibilità di superare il momento difficile».
Alla politica, quindi, gli agricoltori chiedono «Coerenza e che finisca il gioco delle parole – precisa Nicola Ruggiero, presidente di Oliveti d'Italia. Le aziende investono e vogliono avere un quadro chiaro. Non aver approvato un decreto su una gelata storica disarma le aziende che mollano; gli investimenti sono crollati. Chiediamo serietà». Il ministro dell'agricoltura Centinaio ha convocato gli agricoltori pugliesi a Roma mercoledì prossimo, ma gli operatori dalla loro chiedono che sia lei a venire a Bari per toccare con mano la situazione.
Altro grave problema dell'agricoltura pugliese è il cancro della Xylella, che piano piano sta divorando gli ulivi della nostra regione. Gli agricoltori reclamano un'autorità unica di gestione degli interventi, un coinvolgimento diretto dei produttori nel fronteggiare la crisi e l'eradicazione delle piante ormai compromesse.
«Quello della Xylella è il più grande scandalo – attacca Ruggiero. Mi auguro che la Magistratura abbandoni i filoni sbagliati e si occupi delle responsabilità. La politica, a partire da quella regionale, ha fatto il contrario di quello che andava fatto: non si è applicato il protocollo Xylella, quindi abbattimenti, pulizia dei campi, disinfestazioni. Abbiamo già pregiudicato tutta la Puglia».
A una situazione già di per sé compromessa si aggiunge la concorrenza di prodotti esteri, che a un costo inferiore fanno corrispondere anche una qualità inferiore. «La grande distribuzione e il commercio si approvvigionano dai paesi esteri con prodotti scadenti – continua Sicolo. Ecco quindi che nei supermercati finiscono prodotti di concorrenza che non corrispondono alle etichette». «Il danno vero è sulla quota di olio non di qualità – spiega ancora Ruggiero – che arriva in Italia. Gli altri paesi hanno investito perché hanno creduto nella capacità di creare occupazione in agricoltura. La Puglia, invece, continua a buttare soldi: il MISE regala studi e progetti senza rinnovare l'agricoltura pugliese».
La richiesta di intervento da parte della politica locale, nazionale ed europea, quindi, è stringente da parte degli agricoltori pugliesi, sostenuti da ANCI Puglia nella loro battaglia. La eurodeputata del Pd Elena Gentile spiega: «Abbiamo difeso strenuamente le risorse dedicate all'agricoltura, minacciate dalla Brexit. Un'emergenza fronteggiata anche con risultati positivi».
Gentile sottolinea alcuni interventi importanti messi in campo in questi anni da Bruxelles, a cominciare dalla riforma della Politica agricola comune (PAC): «Con questa riforma abbiamo messo in sicurezza il sistema agricolo rispetto alle turbolenze dei mercati e alle calamità naturali. La riforma ha sostenuto l'ingresso dei giovani agricoltori vocati all'assunzione di un ruolo innovativo nella gestione delle imprese. L'ultima direttiva approvata va nella direzione del contrasto alle pratiche sleali in agricoltura. È un segnale che valorizza la parte iniziale della catena produttiva contro le vessazioni del sistema della trasformazione, soprattutto quello delle multinazionali e della grande distribuzione che ha messo il cappio al collo al sistema agricolo. Una direttiva che va incontro al sistema produttivo delle piccole e piccolissime aziende».
Un aspetto, quello della PAC, su cui i gilet arancioni continuano a essere estremamente critici. Non tanto per la qualità delle misure adottate, quanto sulle scelte della politica regionale. I produttori, infatti, avevano invitato la Regione a chiedere maggiori risorse PER olivo e grano duro, ma il risultato ha portato a un incremento degli aiuti a «Colture come il riso – si legge nella nota dei gilet arancioni. È stata concessa l'elemosina di 20 euro per ettaro al grano duro, nulla è stato concesso a una coltura fondamentale come l'olivo».
Dalla politica comunitaria, ricorda Gentile, anche il sostegno all'unica «Scelta possibile per arginare la minaccia Xylella. Il piano Silletti era finanziato dalla CE. Oggi purtroppo assistiamo alla lenta migrazione del batterio: dal Salento alla provincia di Bari e sarà inevitabile l'arrivo nei territori nord della Puglia. Un disastro economico e ambientale che noi dobbiamo tentare di arginare. La rivendicazione di questa piazza è giusta e deve richiamare l'attenzione del governo e del consiglio regionale su questa che è la grande emergenza del Mezzogiorno d'Italia».
«La politica oggi è qui per provare a dare risposte – spiega l'onorevole Marco Lacarra, deputato Pd. C'è la volontà di cancellare un passato recente e ripartire e su questo dobbiamo stare insieme senza distinzione di partito perché l'agricoltura è in sofferenza e dobbiamo essere vicini agli agricoltori che vivono una contingenza negativa. Sulle gelate il Pd ha presentato un'interrogazione facendo riferimento a quello che è accaduto nella Bat. Il governo, pur avendo dato una serie di rassicurazioni non è intervenuto. All'opposizione ci batteremo ancora: nei prossimi provvedimenti ci sono misure concrete, reali e incisive per aiutare gli agricoltori di quella terra messi in ginocchio».
Al ministero delle Politiche agricole, infatti, chiedono la declaratoria di calamità atmosferica in relazione alle gelate del marzo 2018 che hanno mandato al tappeto 90.000 ettari di terre coltivate fra le province di Bari, Bat e Foggia. All'atto formale chiedono, inoltre, che segua lo stanziamento di 100 milioni per compensare la produzione andata perduta, nuove norme a tutela dei lavoratori del comparto agricolo, defiscalizzazione, blocco delle rate del mutuo contratto per i frantoi e individuazione di idonee misure a sostegno del settore primario in crisi. Alla Regione Puglia, invece, i gilet arancioni chiedono lo stanziamento di 5 milioni per far fronte ai danni della gelata, oltre a risposte concrete alla forte siccità del 2017.
«La gelata del 2018 – dice Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola – ha falcidiato gran parte della produzione. A oggi non c'è nessun provvedimento che accompagni aziende e operatori agricoli nel percorso di uscita dalla crisi. La distanza delle istituzioni rispetto ai nostri problemi è enorme. Finora abbiamo avuto solo promesse da parte dei politici, ma nessun atto concreto che ci dia la possibilità di superare il momento difficile».
Alla politica, quindi, gli agricoltori chiedono «Coerenza e che finisca il gioco delle parole – precisa Nicola Ruggiero, presidente di Oliveti d'Italia. Le aziende investono e vogliono avere un quadro chiaro. Non aver approvato un decreto su una gelata storica disarma le aziende che mollano; gli investimenti sono crollati. Chiediamo serietà». Il ministro dell'agricoltura Centinaio ha convocato gli agricoltori pugliesi a Roma mercoledì prossimo, ma gli operatori dalla loro chiedono che sia lei a venire a Bari per toccare con mano la situazione.
Altro grave problema dell'agricoltura pugliese è il cancro della Xylella, che piano piano sta divorando gli ulivi della nostra regione. Gli agricoltori reclamano un'autorità unica di gestione degli interventi, un coinvolgimento diretto dei produttori nel fronteggiare la crisi e l'eradicazione delle piante ormai compromesse.
«Quello della Xylella è il più grande scandalo – attacca Ruggiero. Mi auguro che la Magistratura abbandoni i filoni sbagliati e si occupi delle responsabilità. La politica, a partire da quella regionale, ha fatto il contrario di quello che andava fatto: non si è applicato il protocollo Xylella, quindi abbattimenti, pulizia dei campi, disinfestazioni. Abbiamo già pregiudicato tutta la Puglia».
A una situazione già di per sé compromessa si aggiunge la concorrenza di prodotti esteri, che a un costo inferiore fanno corrispondere anche una qualità inferiore. «La grande distribuzione e il commercio si approvvigionano dai paesi esteri con prodotti scadenti – continua Sicolo. Ecco quindi che nei supermercati finiscono prodotti di concorrenza che non corrispondono alle etichette». «Il danno vero è sulla quota di olio non di qualità – spiega ancora Ruggiero – che arriva in Italia. Gli altri paesi hanno investito perché hanno creduto nella capacità di creare occupazione in agricoltura. La Puglia, invece, continua a buttare soldi: il MISE regala studi e progetti senza rinnovare l'agricoltura pugliese».
La richiesta di intervento da parte della politica locale, nazionale ed europea, quindi, è stringente da parte degli agricoltori pugliesi, sostenuti da ANCI Puglia nella loro battaglia. La eurodeputata del Pd Elena Gentile spiega: «Abbiamo difeso strenuamente le risorse dedicate all'agricoltura, minacciate dalla Brexit. Un'emergenza fronteggiata anche con risultati positivi».
Gentile sottolinea alcuni interventi importanti messi in campo in questi anni da Bruxelles, a cominciare dalla riforma della Politica agricola comune (PAC): «Con questa riforma abbiamo messo in sicurezza il sistema agricolo rispetto alle turbolenze dei mercati e alle calamità naturali. La riforma ha sostenuto l'ingresso dei giovani agricoltori vocati all'assunzione di un ruolo innovativo nella gestione delle imprese. L'ultima direttiva approvata va nella direzione del contrasto alle pratiche sleali in agricoltura. È un segnale che valorizza la parte iniziale della catena produttiva contro le vessazioni del sistema della trasformazione, soprattutto quello delle multinazionali e della grande distribuzione che ha messo il cappio al collo al sistema agricolo. Una direttiva che va incontro al sistema produttivo delle piccole e piccolissime aziende».
Un aspetto, quello della PAC, su cui i gilet arancioni continuano a essere estremamente critici. Non tanto per la qualità delle misure adottate, quanto sulle scelte della politica regionale. I produttori, infatti, avevano invitato la Regione a chiedere maggiori risorse PER olivo e grano duro, ma il risultato ha portato a un incremento degli aiuti a «Colture come il riso – si legge nella nota dei gilet arancioni. È stata concessa l'elemosina di 20 euro per ettaro al grano duro, nulla è stato concesso a una coltura fondamentale come l'olivo».
Dalla politica comunitaria, ricorda Gentile, anche il sostegno all'unica «Scelta possibile per arginare la minaccia Xylella. Il piano Silletti era finanziato dalla CE. Oggi purtroppo assistiamo alla lenta migrazione del batterio: dal Salento alla provincia di Bari e sarà inevitabile l'arrivo nei territori nord della Puglia. Un disastro economico e ambientale che noi dobbiamo tentare di arginare. La rivendicazione di questa piazza è giusta e deve richiamare l'attenzione del governo e del consiglio regionale su questa che è la grande emergenza del Mezzogiorno d'Italia».
«La politica oggi è qui per provare a dare risposte – spiega l'onorevole Marco Lacarra, deputato Pd. C'è la volontà di cancellare un passato recente e ripartire e su questo dobbiamo stare insieme senza distinzione di partito perché l'agricoltura è in sofferenza e dobbiamo essere vicini agli agricoltori che vivono una contingenza negativa. Sulle gelate il Pd ha presentato un'interrogazione facendo riferimento a quello che è accaduto nella Bat. Il governo, pur avendo dato una serie di rassicurazioni non è intervenuto. All'opposizione ci batteremo ancora: nei prossimi provvedimenti ci sono misure concrete, reali e incisive per aiutare gli agricoltori di quella terra messi in ginocchio».