A fuoco l’auto del parroco antimafia di Triggiano, don Valentino Campanella
La scorsa settimana ignoti hanno dato alle fiamme il veicolo, sotto casa del sacerdote, a Cellamare
domenica 3 settembre 2017
La notte tra il 25 e il 26 agosto scorso, a causa di un atto doloso compiuto da ignoti, è stata data alle fiamme l'auto di don Valentino Campanella, parroco antimafia della parrocchia di San Giuseppe Moscati, a Triggiano. L'auto si trovava parcheggiata nei pressi dell'abitazione del sacerdote a Cellamare, ed è andata distrutta nell'incendio. Per fortuna non ci sono stati danni a persone. Già lo scorso anno, il predecessore di don Campanella aveva subito lo stesso danno, e anche in quel caso venne accertata la natura dolosa dell'atto.
Le forze dell'ordine stanno lavorando per individuare i responsabili del gesto, e non viene tralasciata nessuna pista. Si parla anche di alcune lettere anonime intimidatorie ricevute nei mesi scorsi dal religioso, oltre a cercare di capire se i due avvenimenti, quello dello scorso anno e questo, siano in qualche modo collegati tra loro. E a loro volta collegati con l'associazione antimafia Libera, la cui sede sul territorio si trova proprio nella parrocchia del parroco.
Dall'associazione, per ora, dichiarano di essere «A conoscenza della notizia, ma al momento attendiamo di conoscere l'esito delle indagini». Nulla di più ci si sente di dire ora, quando le indagini sono in corso e non ci sono certezze sulle reali motivazioni dietro questo gesto. Nel frattempo don Valentino Campanella non ha celebrato la messa nell'ultima settimana, facendosi sostituire per motivi di sicurezza.
Da più parti arriva solidarietà al sacerdote e al suo operato. Michele Laporta, consigliere comunale di Cellamare, esprime: «Piena vicinanza e solidarietà a don Valentino Campanella, destinatario di un vile atto intimidatorio. Sono certo che gesti come questo non fermeranno la fervida attività di un validissimo sacerdote che la comunità cellamarese ha avuto la fortuna di avere come parroco per tanti anni». Mentre il sindaco di Cellamare, Michele Desantis scrive: «Un atto intimidatorio che sicuramente non fermerà la chiesa, abituata a ben altro, ma non fermerà né il nostro Don Valentino né la società Civile. Abbiamo espresso tutta la nostra solidarietà, sia in pubblico che in privato, a Don Valentino, gli siamo vicini e può contare su tutta la cittadinanza Cellamarese. Questa gente senza scrupoli, senza dignità, non l'avrà vinta».
Le forze dell'ordine stanno lavorando per individuare i responsabili del gesto, e non viene tralasciata nessuna pista. Si parla anche di alcune lettere anonime intimidatorie ricevute nei mesi scorsi dal religioso, oltre a cercare di capire se i due avvenimenti, quello dello scorso anno e questo, siano in qualche modo collegati tra loro. E a loro volta collegati con l'associazione antimafia Libera, la cui sede sul territorio si trova proprio nella parrocchia del parroco.
Dall'associazione, per ora, dichiarano di essere «A conoscenza della notizia, ma al momento attendiamo di conoscere l'esito delle indagini». Nulla di più ci si sente di dire ora, quando le indagini sono in corso e non ci sono certezze sulle reali motivazioni dietro questo gesto. Nel frattempo don Valentino Campanella non ha celebrato la messa nell'ultima settimana, facendosi sostituire per motivi di sicurezza.
Da più parti arriva solidarietà al sacerdote e al suo operato. Michele Laporta, consigliere comunale di Cellamare, esprime: «Piena vicinanza e solidarietà a don Valentino Campanella, destinatario di un vile atto intimidatorio. Sono certo che gesti come questo non fermeranno la fervida attività di un validissimo sacerdote che la comunità cellamarese ha avuto la fortuna di avere come parroco per tanti anni». Mentre il sindaco di Cellamare, Michele Desantis scrive: «Un atto intimidatorio che sicuramente non fermerà la chiesa, abituata a ben altro, ma non fermerà né il nostro Don Valentino né la società Civile. Abbiamo espresso tutta la nostra solidarietà, sia in pubblico che in privato, a Don Valentino, gli siamo vicini e può contare su tutta la cittadinanza Cellamarese. Questa gente senza scrupoli, senza dignità, non l'avrà vinta».