A Palese la manifestazione contro il bullismo, Decaro: «Non è la violenza a difendere nostra identità»
Un centinaio di persone per mostrare solidarietà al ragazzo bitontino aggredito. Abbaticchio: «Episodi che devono preoccuparci»
lunedì 17 giugno 2019
10.39
Erano in cento sul lungomare di Palese per dire no al bullismo, dopo l'episodio della settimana scorsa alla spiaggia nota come "il Braccio", dove un ragazzo di Bitonto è stato aggredito violentemente da un gruppo di bulli, per la sola "colpa" di essere andato in spiaggia lì pur non essendo di Bari.
La manifestazione anti-bullismo, svoltasi sotto il presidio di Polizia locale e Digos della Questura di Bari, è stata indetta dai genitori del ragazzo ferito, che nell'aggressione ha perso il 60 percento dell'udito dall'orecchio sinistro, e ha richiamato la presenza di cittadini da Bari e da Bitonto, guidati dai due sindaci, Antonio Decaro e Michele Abbaticchio, oltre ad altri esponenti della politica locale come il consigliere comunale leghista Michele Picaro e il consigliere regionale di Forza Italia Domenico Damascelli.
In tanti fra i presenti hanno parlato di episodi di violenza analoghi, quasi la "normalità" da quelle parti; per questo il filo conduttore della manifestazione è stata la richiesta di maggiore sicurezza e controllo sul territorio. Il ragazzo vittima dell'aggressione si è detto contento della solidarietà ricevuta da entrambe le comunità, quella di Bari e quella di Bitonto, e ha ribadito la sua fiducia nelle istituzioni.
«Non è con la violenza che si difende l'identità di una città, di un quartiere - ha detto Antonio Decaro, sindaco di Bari. Quei ragazzi hanno infangato il nome di Bari e quello che hanno fatto si chiama bullismo ed è l'atto dei vigliacchi che se la prendono con un ragazzino quando sono in tanti e poi si spaventano quando sono da soli. Io spero che non solo si vergognino per quello che hanno fatto, ma anche che i genitori si rendano conto dell'errore dei figli e dell'errore loro. Se i ragazzi diventano così non è solo colpa loro, ma anche della famiglia e nostra, di tutta la comunità. Queste cose non devono succedere: mi fa piacere che oggi siano venute tante persone qui, tante persone di Bari, di Bitonto, è stata una dimostrazione di affetto. Questa città accoglie, abbraccia tutti: non chiede il certificato di residenza a nessuno. Non bisogna girarsi dall'altro lato: le questioni non riguardano gli altri, accadono qui da noi, riguardano noi».
Michele Abbaticchio, primo cittadino di Bitonto, ha commentato: «La scusa del razzismo nei confronti dei bitontini non sta in piedi: è la scusa per l'ennesimo atto di violenza che ci deve preoccupare tutti in modo trasversale, indipendentemente dai luoghi in cui geograficamente si commette la violenza». Il consigliere Damascelli ha aggiunto: «Mi indigna che ci siano questi atti di violenza nei confronti dei ragazzi e sono sempre più preoccupato per il mondo complesso che lasceremo ai nostri figli. Le istituzioni devono condannare con forza questi gravi episodi, ma devono anche mettere in atto delle azioni che servano ad insegnare i valori della convivenza civile alle giovani generazioni».
La manifestazione anti-bullismo, svoltasi sotto il presidio di Polizia locale e Digos della Questura di Bari, è stata indetta dai genitori del ragazzo ferito, che nell'aggressione ha perso il 60 percento dell'udito dall'orecchio sinistro, e ha richiamato la presenza di cittadini da Bari e da Bitonto, guidati dai due sindaci, Antonio Decaro e Michele Abbaticchio, oltre ad altri esponenti della politica locale come il consigliere comunale leghista Michele Picaro e il consigliere regionale di Forza Italia Domenico Damascelli.
In tanti fra i presenti hanno parlato di episodi di violenza analoghi, quasi la "normalità" da quelle parti; per questo il filo conduttore della manifestazione è stata la richiesta di maggiore sicurezza e controllo sul territorio. Il ragazzo vittima dell'aggressione si è detto contento della solidarietà ricevuta da entrambe le comunità, quella di Bari e quella di Bitonto, e ha ribadito la sua fiducia nelle istituzioni.
«Non è con la violenza che si difende l'identità di una città, di un quartiere - ha detto Antonio Decaro, sindaco di Bari. Quei ragazzi hanno infangato il nome di Bari e quello che hanno fatto si chiama bullismo ed è l'atto dei vigliacchi che se la prendono con un ragazzino quando sono in tanti e poi si spaventano quando sono da soli. Io spero che non solo si vergognino per quello che hanno fatto, ma anche che i genitori si rendano conto dell'errore dei figli e dell'errore loro. Se i ragazzi diventano così non è solo colpa loro, ma anche della famiglia e nostra, di tutta la comunità. Queste cose non devono succedere: mi fa piacere che oggi siano venute tante persone qui, tante persone di Bari, di Bitonto, è stata una dimostrazione di affetto. Questa città accoglie, abbraccia tutti: non chiede il certificato di residenza a nessuno. Non bisogna girarsi dall'altro lato: le questioni non riguardano gli altri, accadono qui da noi, riguardano noi».
Michele Abbaticchio, primo cittadino di Bitonto, ha commentato: «La scusa del razzismo nei confronti dei bitontini non sta in piedi: è la scusa per l'ennesimo atto di violenza che ci deve preoccupare tutti in modo trasversale, indipendentemente dai luoghi in cui geograficamente si commette la violenza». Il consigliere Damascelli ha aggiunto: «Mi indigna che ci siano questi atti di violenza nei confronti dei ragazzi e sono sempre più preoccupato per il mondo complesso che lasceremo ai nostri figli. Le istituzioni devono condannare con forza questi gravi episodi, ma devono anche mettere in atto delle azioni che servano ad insegnare i valori della convivenza civile alle giovani generazioni».