Addetti pulizia ex Banca Apulia in sciopero, in 100 rischiano il posto
Da oggi sono in "ferie", ma l'azienda sub appaltante si è già tirata fuori, Neglia (Filcams Cgil): «Inaccettabile il silenzio del committente»
lunedì 16 luglio 2018
20.19
Addetti alla pulizie dell'ex Banca Apulia a rischio licenziamento. Da oggi 70 dipendenti (a cui ne vanno aggiunti altri 30 che svolgevano servizio nelle sedi di Basilicata, Molise e Calabria) sono ufficialmente in ferie e rischiano che la società subappaltante inizi le procedure per il licenziamento collettivo. Silenzio dal committente nonostante le ripetute richieste di incontro da parte delle organizzazioni sindacali sia locali che nazionali. La situazione si trascina dallo scorso 22 giugno, giorno in cui la subappaltante barese ha dichiarato la sua intenzione di rinunciare alla commessa. E domani, proprio per cercare di avere delle risposte, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti hanno indetto uno sciopero e un sit-in dalle 9 alle 12 sotto la sede della direzione regionale di Banca Apulia in corso Vittorio Emanuele.
«C'era un appalto per le pulizie della banche ex Banca Apulia gestite da una società che si chiama Matiuzzo servizi srl - spiega Barbara Neglia di Filcams Cgil - che sul territorio barese e pugliese ha dato il subappalto alla società Opera P spa di Bari, a cui fu subito detto però che gli importi per l'appalto erano in riduzione. Ciò significa che rispetto a quanto era stato stanziato, alle stesse condizioni e prestazioni, bisognava necessariamente svolgere il lavoro, seppur con un introito inferiore. Questa cosa da parte nostra è sempre stata contrastata, se loro hanno soldi in meno non possono andare dal lavoratore a fare riduzioni. Nel frattempo, essendo l'appalto temporaneo ha poi avuto delle proroghe, e in riferimento a queste ultime Opera P ha dato un recesso non essendo più nelle condizioni di poter operare perdendoci. Succede però che nel frattempo, dopo che Opera P ha aperto la procedura per ridare indietro l'appalto, la Mattiuzzo dichiara di non voler più averne a che fare dato che il suo appalto scade il 15 luglio».
«Il committente Banca Apulia, che fa parte del gruppo Intesa, non ha mai risposto nonostante le nostre sollecitazioni - sottolinea - nessuno ci ha convocato e detto nulla. Opera P comunque da oggi ha messo i lavoratori in ferie non potendoli licenziare, noi abbiamo proclamato lo sciopero sotto la banca perché pretendiamo che qualcuno ci dica qualcosa e si prenda la responsabilità. Inoltre ci chiediamo ma da oggi le pulizie nella filiali ex Banca Apulia chi le sta facendo? Chi garantisce l'igiene e la sicurezza sia per i lavoratori che per i clienti? Necessario sensibilizzare tutti, ma soprattutto la committenza, la quale se continua ad andare al ribasso rende difficile gestire la situazione».
«È inaccettabile che nonostante siano state inviati avvisi dai subappaltatori, e nonostante siano stati fatti solleciti affinché ci si incontrasse (anche a livello nazionale) - conclude Neglia - ad oggi la committenza non ha proferito parola. È necessario che qualcuno si assuma la responsabilità di questi lavoratori. Speriamo domani di riuscire ad avere un riscontro. Perché nella più brutta delle ipotesi l'azienda Opera T potrebbe aprire una procedura di licenziamento collettivo e lasciare a casa i lavoratori».
«C'era un appalto per le pulizie della banche ex Banca Apulia gestite da una società che si chiama Matiuzzo servizi srl - spiega Barbara Neglia di Filcams Cgil - che sul territorio barese e pugliese ha dato il subappalto alla società Opera P spa di Bari, a cui fu subito detto però che gli importi per l'appalto erano in riduzione. Ciò significa che rispetto a quanto era stato stanziato, alle stesse condizioni e prestazioni, bisognava necessariamente svolgere il lavoro, seppur con un introito inferiore. Questa cosa da parte nostra è sempre stata contrastata, se loro hanno soldi in meno non possono andare dal lavoratore a fare riduzioni. Nel frattempo, essendo l'appalto temporaneo ha poi avuto delle proroghe, e in riferimento a queste ultime Opera P ha dato un recesso non essendo più nelle condizioni di poter operare perdendoci. Succede però che nel frattempo, dopo che Opera P ha aperto la procedura per ridare indietro l'appalto, la Mattiuzzo dichiara di non voler più averne a che fare dato che il suo appalto scade il 15 luglio».
«Il committente Banca Apulia, che fa parte del gruppo Intesa, non ha mai risposto nonostante le nostre sollecitazioni - sottolinea - nessuno ci ha convocato e detto nulla. Opera P comunque da oggi ha messo i lavoratori in ferie non potendoli licenziare, noi abbiamo proclamato lo sciopero sotto la banca perché pretendiamo che qualcuno ci dica qualcosa e si prenda la responsabilità. Inoltre ci chiediamo ma da oggi le pulizie nella filiali ex Banca Apulia chi le sta facendo? Chi garantisce l'igiene e la sicurezza sia per i lavoratori che per i clienti? Necessario sensibilizzare tutti, ma soprattutto la committenza, la quale se continua ad andare al ribasso rende difficile gestire la situazione».
«È inaccettabile che nonostante siano state inviati avvisi dai subappaltatori, e nonostante siano stati fatti solleciti affinché ci si incontrasse (anche a livello nazionale) - conclude Neglia - ad oggi la committenza non ha proferito parola. È necessario che qualcuno si assuma la responsabilità di questi lavoratori. Speriamo domani di riuscire ad avere un riscontro. Perché nella più brutta delle ipotesi l'azienda Opera T potrebbe aprire una procedura di licenziamento collettivo e lasciare a casa i lavoratori».