Afghanistan, la Casa delle donne del Mediterraneo di Bari: "Pronti ad accogliere temporaneamente donne e bambini"

La presidente Annamaria Ferretti: "Devono essere intraprese azioni mirate anche per proteggere le afghane maggiormente esposte"

sabato 21 agosto 2021 18.12
Mentre in queste ore cresce la disperazione a Kabul dove le evacuazioni diventano sempre più difficili, dai talebani arriva la prima fatwa: non sarà più permesso alle ragazze frequentare classi miste nelle Università di Herat perché "questo sistema è la radice di tutti i mali della società".
Un primo atto ufficiale che lascia intendere in maniera esplicita come le donne afghane siano i soggetti a maggiore rischio di ritorsione da parte dei taleban.
La Casa delle Donne del Mediterraneo di Bari sente fortemente la responsabilità di "non abbandonare le donne e le ragazze afghane" e quest'oggi ha scritto al sindaco di Bari Antonio Decaro, all'assessora al Welfare Francesca Bottalico e all'assessore al Patrimonio Vito Lacoppola per comunicare di essere a disposizione del Comune di Bari per predisporre lo spazio multidisciplinare ubicato all'interno del mercato del mercato coperto di P.za Balenzano, anche come luogo di accoglienza e di ristoro per rifugiate.
"In questo momento così difficile, a sei giorni dalla presa dei taleban – dichiara la Presidente Annamaria Ferretti - devono essere intraprese azioni mirate anche per proteggere le afghane maggiormente esposte: le attiviste per i diritti femminili, le giornaliste, le educatrici, le rappresentanti della società civile, quelle che difendono i diritti umani. E noi a Bari, nel rispetto di una storia che non vogliamo tradire, siamo pronte ad accoglierle".
"Con la presente – si legge nella lettera - comunichiamo al Comune di Bari nella persona del Sindaco Antonio Decaro, all'Assessora al Welfare del Comune di Bari Francesca Bottalico e all'Assessore al Patrimonio Vito Lacoppola, che le porte della nostra Casa delle Donne del Mediterraneo d'ora innanzi sono aperte anche come spazio di accoglienza temporaneo per le donne, le ragazze, le bambine e ai bambini afghan*. Siamo a disposizione da subito per lavorare insieme al fine di attrezzare ogni spazio della struttura gestita dalla nostra ETS come alloggio. Allo stesso tempo desideriamo adottare come figlie e sorelle chi abiterà la nostra Casa per costruire un presente dignitoso e rispettoso. Lo faremo grazie al supporto delle associazioni e dei soci che sono la nostra forza, ma anche grazie alla sensibilità di cittadine e cittadine che ci hanno seguito anche in altre iniziative di solidarietà. E siamo sicure anche con il vostro indispensabile aiuto. Sappiamo di non essere sole in una città che come trent'anni fa non può far finta di niente".