Aggredito e poi colpito alle spalle mentre scappava, la morte di Di Giacomo resta avvolta nel mistero
I risultati dell'autopsia delineano il quadro di quanto accaduto. L'uomo non è morto sul colpo
mercoledì 20 dicembre 2023
19.36
L'assassino avrebbe prima colpito Mauro Di Giacomo, e solo dopo gli avrebbe sparato. È quanto emerge dall'autopsia svolta oggi dal medico legale Francesco Introna dell'università di Bari.
Sul corpo sono state trovate lesioni multiple in diverse zone a causa dei numerosi proiettili che hanno colpito il fisioterapista, lesioni contusive diffuse e alcune fratture.
Di Giacomo avrebbe, quindi, avuto una discussione con il suo assassino, e potrebbe essere stato aggredito fisicamente prima di morire, e poi quando ha provato a scappare sarebbe stato colpito dai proiettili prima alla schiena da lontano e poi da vicino.
Non è comunque morto sul colpo, infatti in un primo momento si parlava di un uomo ferito. Il 63enne è stato, difatti, soccorso dal personale del 118 giunto sul posto nella serata del 18 dicembre, ma nonostante i tentativi di rianimazione effettuati è deceduto per shock emorragico.
La dinamica violenta dell'aggressione che emerge dall'autopsia, si apprende, fa supporre che l'aggressore fosse determinato a fare del male al suo avversario.
Sul corpo sono state trovate lesioni multiple in diverse zone a causa dei numerosi proiettili che hanno colpito il fisioterapista, lesioni contusive diffuse e alcune fratture.
Di Giacomo avrebbe, quindi, avuto una discussione con il suo assassino, e potrebbe essere stato aggredito fisicamente prima di morire, e poi quando ha provato a scappare sarebbe stato colpito dai proiettili prima alla schiena da lontano e poi da vicino.
Non è comunque morto sul colpo, infatti in un primo momento si parlava di un uomo ferito. Il 63enne è stato, difatti, soccorso dal personale del 118 giunto sul posto nella serata del 18 dicembre, ma nonostante i tentativi di rianimazione effettuati è deceduto per shock emorragico.
La dinamica violenta dell'aggressione che emerge dall'autopsia, si apprende, fa supporre che l'aggressore fosse determinato a fare del male al suo avversario.