Aggressione alla giornalista Mazzola, udienza rinviata a febbraio. Comune di Bari parte civile

Il processo stabilirà quanto accaduto alla cronista Rai durante un servizio sulla criminalità al Libertà

venerdì 17 gennaio 2020
È stata rinviata al 20 febbraio l'udienza preliminare relativa al rinvio a giudizio di Monica Laera, che il 9 febbraio del 2018 aggredì la giornalista Rai Mariagrazia Mazzola. La cronista della TV di Stato venne colpita e minacciata di morte durante un servizio sulla criminalità nel rione Libertà di Bari.

Il motivo del rinvio è la richiesta della difesa di esaminare le 10 costituzioni di parte civile. Fra queste c'è anche il Comune di Bari, che attraverso l'avvocatura civica si è costituito parte civile. «La scelta - si legge nella nota diramata da Palazzo di città - è stata dettata dalla volontà dell'amministrazione comunale di utilizzare tutte le forme e i luoghi per esprimere la sua ferma condanna contro ogni forma di violenza, a maggior ragione se riconducibile a metodi e logiche tipiche di quella criminalità organizzata che il Comune sta cercando di contrastare con fermezza e determinazione, promuovendo la cultura della legalità».

«La costituzione di parte civile nei processi relativi a episodi di violenza e sopraffazione fisica, perpetrati con la logica della supremazia e del controllo del territorio da parte dei clan criminali, o di persone in qualche modo ad essi riconducibili, è per il Comune un dovere - spiega Antonio Decaro -. È un modo per schierarsi, per condannare qualsiasi forma di violenza e per difendere la nostra città da tutte quelle azioni o attività che ne danneggiano il nome e l'immagine. Nel caso specifico, l'aggressione subita da Mariagrazia Mazzola è ancor più intollerabile perché condotta ai danni di una professionista impegnata a svolgere il proprio lavoro di informazione e approfondimenti. Come detto più volte, noi non voltiamo la testa dall'altra parte e non permetteremo che il nome della nostra città possa essere affiancato ad episodi di questo tipo. Quel quartiere si chiama Libertà e deve essere liberato dalla criminalità organizzata e su questo non intendiamo fare passi indietro».