Aggressioni negli ospedali, la proposta: "Investire in sicurezza armata e non"
Lo scrive in una nota Marco Dell'Anna di Uiltucs: "Garantire diritto al lavoro e diritto alla sicurezza"
venerdì 13 settembre 2024
10.49
Negli ultimi giorni, in Puglie e non solo, le aggressioni ai medici e al personale sanitario, in ospedale ma anche nelle guardie mediche, sono diventate notizie all'ordine del giorno. Un bollettino di guerra ormai che non risparmia nessuno e nessuna situazione.
All'inizio dell'anno, i dati presenti nell'indagine sviluppata dal Sistema Regionale di Gestione Integrata della Sicurezza sul Lavoro (SiRGISL) parlava di circa il 42% degli operatori sanitari pugliesi (il (34,7% dei medici) vittima di una forma di violenza sul luogo di lavoro. Un dato che sale all'81% nelle Unità Operative "difficili" come le case circondariali. A livello nazionale, secondo il Sindacato Anaao-Assomed, l'81% dei medici riferisce di essere stato vittima di aggressioni fisiche (il 23%) o verbali (77%). Mentre il sindacato Cimo-Fesmed stima in 2500 le aggressioni, denunciate, che si verificano ogni anno in sanità.
Numeri in crescita e che si stima siano sottostimanti, considerando che non sempre certe aggressioni vengono effettivamente denunciate dalle vittime.
Tante le proposte fatte in questi mesi per ovviare a questa problematica (solo la settimana scorsa c'è stato al riguardo un tavolo in prefettura in cui si è parlato di potenziamento dei sistemi di videosorveglianza, e di vigilanza nei punti definiti più "a rischio). E arriva ora la proposta di Uiltucs Puglia che in una nota, a firma del segretario Marco Dell'Anna, sottolinea: "Bisogna prendere atto che, parte significativa della soluzione a questo angoscioso problema, passa dall'incremento dei servizi di vigilanza armata e di sicurezza nelle strutture ospedaliere. Siamo ancora in tempo per mettere in campo efficaci misure ed interventi di contrasto ad un fenomeno di violenza che, in passato, ha registrato persino casi di morte tra il personale sanitario, reo di essere quotidianamente sul proprio posto di lavoro a garantire un diritto essenziale come quello di cura della salute del cittadino".
Nella nota Dell'Anna aggiunge: "Le recenti aggressioni al personale medico sanitario delle strutture pubbliche e private pugliesi rappresentano purtroppo lo stato deficitario dei livelli di sicurezza garantiti alle lavoratrici ed ai lavoratori contro il quale ci battiamo da diversi anni. Le radici di questa preoccupante spirale di violenza affondano nelle scelte politiche ed amministrative del recente passato". Scelte che hanno portato al depauperamento degli "investimenti negli appalti di vigilanza privata e servizi di sicurezza, con la previsione di bandi di gara costantemente in riduzione dei presidi armati e non armati all'interno delle strutture".
"Esprimiamo la nostra piena solidarietà al personale medico ospedaliero e siamo pronti a garantire il nostro appoggio a tutte le iniziative comuni per garantire sul territorio il diritto al lavoro ed il diritto alla sicurezza", conclude Dell'Anna.
All'inizio dell'anno, i dati presenti nell'indagine sviluppata dal Sistema Regionale di Gestione Integrata della Sicurezza sul Lavoro (SiRGISL) parlava di circa il 42% degli operatori sanitari pugliesi (il (34,7% dei medici) vittima di una forma di violenza sul luogo di lavoro. Un dato che sale all'81% nelle Unità Operative "difficili" come le case circondariali. A livello nazionale, secondo il Sindacato Anaao-Assomed, l'81% dei medici riferisce di essere stato vittima di aggressioni fisiche (il 23%) o verbali (77%). Mentre il sindacato Cimo-Fesmed stima in 2500 le aggressioni, denunciate, che si verificano ogni anno in sanità.
Numeri in crescita e che si stima siano sottostimanti, considerando che non sempre certe aggressioni vengono effettivamente denunciate dalle vittime.
Tante le proposte fatte in questi mesi per ovviare a questa problematica (solo la settimana scorsa c'è stato al riguardo un tavolo in prefettura in cui si è parlato di potenziamento dei sistemi di videosorveglianza, e di vigilanza nei punti definiti più "a rischio). E arriva ora la proposta di Uiltucs Puglia che in una nota, a firma del segretario Marco Dell'Anna, sottolinea: "Bisogna prendere atto che, parte significativa della soluzione a questo angoscioso problema, passa dall'incremento dei servizi di vigilanza armata e di sicurezza nelle strutture ospedaliere. Siamo ancora in tempo per mettere in campo efficaci misure ed interventi di contrasto ad un fenomeno di violenza che, in passato, ha registrato persino casi di morte tra il personale sanitario, reo di essere quotidianamente sul proprio posto di lavoro a garantire un diritto essenziale come quello di cura della salute del cittadino".
Nella nota Dell'Anna aggiunge: "Le recenti aggressioni al personale medico sanitario delle strutture pubbliche e private pugliesi rappresentano purtroppo lo stato deficitario dei livelli di sicurezza garantiti alle lavoratrici ed ai lavoratori contro il quale ci battiamo da diversi anni. Le radici di questa preoccupante spirale di violenza affondano nelle scelte politiche ed amministrative del recente passato". Scelte che hanno portato al depauperamento degli "investimenti negli appalti di vigilanza privata e servizi di sicurezza, con la previsione di bandi di gara costantemente in riduzione dei presidi armati e non armati all'interno delle strutture".
"Esprimiamo la nostra piena solidarietà al personale medico ospedaliero e siamo pronti a garantire il nostro appoggio a tutte le iniziative comuni per garantire sul territorio il diritto al lavoro ed il diritto alla sicurezza", conclude Dell'Anna.