Agguato a San Girolamo, presi tre esponenti del clan Strisciuglio-Campanale. I nomi
Lo scorso maggio un nuovo episodio della guerra fra organizzazioni criminali
venerdì 16 novembre 2018
12.08
Si erano resi autori di un agguato di malavita lo scorso 11 maggio nel rione San Girolamo. Nelle prime ore di questa mattina gli agenti della Squadra Mobile hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Bari su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di Calabrese Francesco di anni 32, Lepore Davide di anni 25 e Campanale Domenico di anni 30, ritenuti responsabili dei reati di lesioni personali aggravate e violenza privata in concorso, commessi con l'aggravante di cui all'art. 416 bis c.p., per avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di appartenenza all'associazione mafiosa Srisciuglio-Campanale al fine di imporre il predominio sul clan rivale dei Capriati-Lorusso, per il controllo del potere criminale nel quartiere San Girolamo di Bari. Nel corso delle perquisizioni è stata rinvenuta, nel quartiere San Girolamo, nei pressi di una palazzina popolare, una busta contenente 500 grammi di marijuana suddivisa in dosi.
I Fatti
Lo scorso 11 maggio, nel quartiere San Girolamo di Bari, alle prime ore dell'alba, Loseto Michele, dopo un'accesa discussione con gli arrestati, rimase ferito alla gamba sinistra, raggiunto da una serie di proiettili. Le indagini svolte dalla Squadra Mobile, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia, hanno permesso di accertare che Calabrese, Lepore e Campanale, appartenenti al sodalizio mafioso Strisciuglio-Campanale, tutti armati di pistola, intimarono a Loseto di non fare ritorno nel quartiere San Girolamo.
I tre arrestati, per costringere LOSETO a un vero e proprio atto di sottomissione al clan Campanale, dopo averlo aggredito, gli ordinarono di inginocchiarsi e, al suo rifiuto, seguì lesplosione di colpi di arma da fuoco che raggiunsero la vittima alla gamba sinistra, procurandogli diverse fratture.
La Guerra di Mafia
Quello dell'11 maggio è stato solo uno degli ultimi episodi della guerra di mafia che ormai da anni vede contrapposti i clan Strisciuglio-Campanale e Capriati-Lorusso, impegnati nella conquista del potere criminale nel quartiere San Girolamo di Bari. Una vera e propria faida, che negli anni ha fatto registrare diversi episodi di sangue per le strade della città e del quartiere.
A cominciare dalla sera del 23 agosto 2009, quando Lorusso Umberto, classe '78 , cugino di Loseto Michele, venne "gambizzato" a seguito di un agguato armato mentre si accingeva a rientrare in casa. In relazione a questo fatto di sangue, Casadibari Diego, classe '66 detto "Gagang", venne condannato in primo grado dal Tribunale Penale di Bari; successivamente è deceduto in carcere per cause naturali.
Un altro episodio importante in questa guerra di mafia risale alla sera del 16 giugno 2010, quando Calabrese Felice, classe '89 detto "Pallotta", nipote di Campanale Leonardo, subì analogo agguato nel quale perse l'uso degli arti inferiori. Nel tardo pomeriggio del 25 agosto 2012, inoltre, Campanale Felice, classe '46 e padre di Leonardo e Giacomo, subì un agguato armato.
Passa un anno e si registra un altro atto della guerra fra clan: il 28 agosto 2013, lo stesso Campanale Felice (scampato all'agguato del 25 agosto 2012) venne assassinato nel quartiere Poggiofranco di Bari, all'uscita di un centro ludico dove aveva partecipato alla festa di compleanno del nipote. In data 11 gennaio 2015, Lorusso Nicola, classe '56 (padre di Umberto e Saverio), venne assassinato mentre transitava a bordo della propria autovettura in compagnia della moglie, nel quartiere San Girolamo. Il 28 luglio 2016, per tale episodio di sangue (che ha costituito l'ulteriore risposta all'assassinio di Campanale Felice), sono stati arrestati Campanale Leonardo e Caputi Gianfranco quali esecutori materiali (il primo anche in veste di mandante). Entrambi, in primo grado, sono stati condannati alla pena dell'ergastolo.
I Fatti
Lo scorso 11 maggio, nel quartiere San Girolamo di Bari, alle prime ore dell'alba, Loseto Michele, dopo un'accesa discussione con gli arrestati, rimase ferito alla gamba sinistra, raggiunto da una serie di proiettili. Le indagini svolte dalla Squadra Mobile, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia, hanno permesso di accertare che Calabrese, Lepore e Campanale, appartenenti al sodalizio mafioso Strisciuglio-Campanale, tutti armati di pistola, intimarono a Loseto di non fare ritorno nel quartiere San Girolamo.
I tre arrestati, per costringere LOSETO a un vero e proprio atto di sottomissione al clan Campanale, dopo averlo aggredito, gli ordinarono di inginocchiarsi e, al suo rifiuto, seguì lesplosione di colpi di arma da fuoco che raggiunsero la vittima alla gamba sinistra, procurandogli diverse fratture.
La Guerra di Mafia
Quello dell'11 maggio è stato solo uno degli ultimi episodi della guerra di mafia che ormai da anni vede contrapposti i clan Strisciuglio-Campanale e Capriati-Lorusso, impegnati nella conquista del potere criminale nel quartiere San Girolamo di Bari. Una vera e propria faida, che negli anni ha fatto registrare diversi episodi di sangue per le strade della città e del quartiere.
A cominciare dalla sera del 23 agosto 2009, quando Lorusso Umberto, classe '78 , cugino di Loseto Michele, venne "gambizzato" a seguito di un agguato armato mentre si accingeva a rientrare in casa. In relazione a questo fatto di sangue, Casadibari Diego, classe '66 detto "Gagang", venne condannato in primo grado dal Tribunale Penale di Bari; successivamente è deceduto in carcere per cause naturali.
Un altro episodio importante in questa guerra di mafia risale alla sera del 16 giugno 2010, quando Calabrese Felice, classe '89 detto "Pallotta", nipote di Campanale Leonardo, subì analogo agguato nel quale perse l'uso degli arti inferiori. Nel tardo pomeriggio del 25 agosto 2012, inoltre, Campanale Felice, classe '46 e padre di Leonardo e Giacomo, subì un agguato armato.
Passa un anno e si registra un altro atto della guerra fra clan: il 28 agosto 2013, lo stesso Campanale Felice (scampato all'agguato del 25 agosto 2012) venne assassinato nel quartiere Poggiofranco di Bari, all'uscita di un centro ludico dove aveva partecipato alla festa di compleanno del nipote. In data 11 gennaio 2015, Lorusso Nicola, classe '56 (padre di Umberto e Saverio), venne assassinato mentre transitava a bordo della propria autovettura in compagnia della moglie, nel quartiere San Girolamo. Il 28 luglio 2016, per tale episodio di sangue (che ha costituito l'ulteriore risposta all'assassinio di Campanale Felice), sono stati arrestati Campanale Leonardo e Caputi Gianfranco quali esecutori materiali (il primo anche in veste di mandante). Entrambi, in primo grado, sono stati condannati alla pena dell'ergastolo.