All’usuraio chiede 700 euro. E si ritrova un debito da 6.250 euro
Un 48enne barese, Giovanni Belviso, è stato arrestato dopo la denuncia della vittima costretta ad interessi del mille per cento
mercoledì 22 maggio 2024
21.47
Ha vissuto per mesi sotto la minaccia di ritorsioni se non avesse onorato il debito contratto a novembre 2023: 700 euro a fronte dei quali l'aguzzino pretendeva la restituzione di 6.250 euro. Con le accuse di estorsione aggravata e di usura la Squadra Mobile ha arrestato un pregiudicato 47enne di Bari, Giovanni Belviso.
Vittima del 47enne il titolare di una salumeria in via Fanelli, a Bari. Il commerciante all'inizio di novembre dello scorso anno aveva ricevuto una cartella esattoriale di 3mila euro. Non avendo liquidità disponibile e non potendo rivolgersi ad una banca, non avrebbe avuto altra scelta che chiedere aiuto a Belviso, conosciuto nel quartiere come un «prestasoldi». L'accordo per ridare il prestito iniziale di 700 euro era quello di consegnare entro 15 giorni 1.500 euro, quindi 800 euro in più.
A dicembre, però, il commerciante, non riuscendo a pagare l'intero importo, avrebbe consegnato 500 euro. In poche settimane le pretese di interessi sul prestito avrebbe fatto schizzare il dovuto di migliaia di euro. L'aguzzino avrebbe chiesto 300 euro per ogni settimana di ritardo, poi rinegoziati in 250 euro a settimana per 25 settimane: quindi un totale di 6.250 euro. Per alcuni mesi il commerciante sarebbe riuscito a pagare, ma ad inizio maggio le minacce sarebbero aumentate.
Un giorno Belviso l'avrebbe fermato per strada afferrandolo per la giacca; in un'altra occasione l'avrebbe chiamato per poi presentarsi al negozio pretendendo dei pagamenti immediati, trattando il commerciante «come un bancomat» è scritto agli atti. «Se entro stasera non mi dai almeno 300 euro ti rompo la testa e i denti» gli avrebbe detto. Una situazione che aveva fatto precipitare la vittima in una condizione di paura tale da ipotizzare al suicidio. Di qui la decisione di denunciare.
La prima denuncia è del 13 maggio. Nei giorni successivi il commerciante ha raccolto la documentazione bancaria attestante i vari prelievi fatti da novembre ad oggi per pagare l'usuraio, ha registrato alcune conversazioni con il suo aguzzino e ha appuntato a penna date e importi: materiale che ha consegnato in Questura quando è tornato per la denuncia. I poliziotti, d'accordo con il salumiere, hanno segnato 4 banconote da 50 euro che il 17 maggio avrebbe consegnato a Belviso.
La mattina dopo, mentre un agente era nascosto nel retro del negozio, l'indagato è andato in salumeria pretendendo il denaro. Insoddisfatto dei 200 euro, cifra inferiore alla pretesa, avrebbe iniziato a urlare: «Mi state prendendo a tarantella». Uscito dal negozio con le banconote, i poliziotti l'hanno arrestato. È in carcere.
Vittima del 47enne il titolare di una salumeria in via Fanelli, a Bari. Il commerciante all'inizio di novembre dello scorso anno aveva ricevuto una cartella esattoriale di 3mila euro. Non avendo liquidità disponibile e non potendo rivolgersi ad una banca, non avrebbe avuto altra scelta che chiedere aiuto a Belviso, conosciuto nel quartiere come un «prestasoldi». L'accordo per ridare il prestito iniziale di 700 euro era quello di consegnare entro 15 giorni 1.500 euro, quindi 800 euro in più.
A dicembre, però, il commerciante, non riuscendo a pagare l'intero importo, avrebbe consegnato 500 euro. In poche settimane le pretese di interessi sul prestito avrebbe fatto schizzare il dovuto di migliaia di euro. L'aguzzino avrebbe chiesto 300 euro per ogni settimana di ritardo, poi rinegoziati in 250 euro a settimana per 25 settimane: quindi un totale di 6.250 euro. Per alcuni mesi il commerciante sarebbe riuscito a pagare, ma ad inizio maggio le minacce sarebbero aumentate.
Un giorno Belviso l'avrebbe fermato per strada afferrandolo per la giacca; in un'altra occasione l'avrebbe chiamato per poi presentarsi al negozio pretendendo dei pagamenti immediati, trattando il commerciante «come un bancomat» è scritto agli atti. «Se entro stasera non mi dai almeno 300 euro ti rompo la testa e i denti» gli avrebbe detto. Una situazione che aveva fatto precipitare la vittima in una condizione di paura tale da ipotizzare al suicidio. Di qui la decisione di denunciare.
La prima denuncia è del 13 maggio. Nei giorni successivi il commerciante ha raccolto la documentazione bancaria attestante i vari prelievi fatti da novembre ad oggi per pagare l'usuraio, ha registrato alcune conversazioni con il suo aguzzino e ha appuntato a penna date e importi: materiale che ha consegnato in Questura quando è tornato per la denuncia. I poliziotti, d'accordo con il salumiere, hanno segnato 4 banconote da 50 euro che il 17 maggio avrebbe consegnato a Belviso.
La mattina dopo, mentre un agente era nascosto nel retro del negozio, l'indagato è andato in salumeria pretendendo il denaro. Insoddisfatto dei 200 euro, cifra inferiore alla pretesa, avrebbe iniziato a urlare: «Mi state prendendo a tarantella». Uscito dal negozio con le banconote, i poliziotti l'hanno arrestato. È in carcere.