Altamura, sequestrata cava abusiva nel parco dell'Alta Murgia. Una denuncia
I carabinieri forestali hanno scoperto e smantellato l'attività illecita in un'area di 50 mila metri quadrati
lunedì 22 ottobre 2018
12.14
Una cava abusiva su un'area di 50.000 metri quadrati che ricade nel territorio del parco nazionale dell'Alta Murgia, nonché Sito di Interesse Comunitario. Questa la scoperta dei carabinieri forestali in agro di Altamura, che hanno operato il sequestro preventivo dell'intera area e denunciato il responsabile della ditta alla Magistratura di Bari.
I militari, durante l'attività di controllo dell'area protetta, hanno da subito accertato che erano in atto attività di cavazione e prelievo di materiali lapidei. Le indagini hanno permesso di verificare che l'area era utilizzata da una nota ditta estrattiva, invitata dai forestali a esibire tutte prescritte autorizzazioni necessarie per l'esercizio di cava.
Il riscontro documentale ha evidenziato la completa inesistenza dei titoli abilitativi regionali, come pure l'assoluta carenza di quelli paesistico-ambientali. Infatti, l'area oggetto dei lavori di scavo è risultata oltre che ricadere nel parco nazionale dell'Alta Murgia e nel Sito di Interesse Comunitario, anche genericamente vincolata sotto il profilo paesaggistico per effetto delle più ampie disposizioni normative del "Codice del paesaggio".
Alla ditta escavatrice, pertanto, non risultava rilasciato il nulla osta dell'Ente Parco, la Valutazione di Incidenza Ambientale e quella paesaggistica configurando così una "distruzione e alterazione di bellezze paesaggistiche" di cui all'art. 734 del codice penale.
I militari, durante l'attività di controllo dell'area protetta, hanno da subito accertato che erano in atto attività di cavazione e prelievo di materiali lapidei. Le indagini hanno permesso di verificare che l'area era utilizzata da una nota ditta estrattiva, invitata dai forestali a esibire tutte prescritte autorizzazioni necessarie per l'esercizio di cava.
Il riscontro documentale ha evidenziato la completa inesistenza dei titoli abilitativi regionali, come pure l'assoluta carenza di quelli paesistico-ambientali. Infatti, l'area oggetto dei lavori di scavo è risultata oltre che ricadere nel parco nazionale dell'Alta Murgia e nel Sito di Interesse Comunitario, anche genericamente vincolata sotto il profilo paesaggistico per effetto delle più ampie disposizioni normative del "Codice del paesaggio".
Alla ditta escavatrice, pertanto, non risultava rilasciato il nulla osta dell'Ente Parco, la Valutazione di Incidenza Ambientale e quella paesaggistica configurando così una "distruzione e alterazione di bellezze paesaggistiche" di cui all'art. 734 del codice penale.