Ancora un'aggressione ad un medico, illesa per miracolo una dottoressa di Adelfia
Un uomo si era presentato ieri sera armato di coltello nella sede della Guardia Medica. Anelli: "Soccorsi con mezz'ora di ritardo"
lunedì 25 giugno 2018
19.39
Deve aver ripercorso con la mente quanto accaduto alla dottoressa Paola Labriola, uccisa a coltellate il 4 settembre 2013 da un suo paziente mentre era in servizio in un Centro di salute mentale di Bari, la dottoressa di turno ieri sera alla Guardia Medica di Adelfia dove un paziente psichiatrico si è presentato in ambulatorio armato di coltello e dando in escandescenze. Il paziente ad un certo punto, secondo una prima ricostruzione dei fatti, avrebbe rivolto l'arma contro se stesso risparmiando la donna che subito dopo è riuscita a bloccarlo e tranquillizzarlo prima di chiamare aiuto tramite il pulsante collegato alla vigilanza. La sede, secondo una denuncia dell'Ordine dei Medici, non ha vie di fuga ed era stata già segnalata come non sicura a dicembre 2017, inoltre pare che i soccorsi siano arrivati con mezz'ora di ritardo.
"Dopo il caso di Adelfia, chiediamo alle autorità competenti di individuare eventuali responsabilità di questo ennesimo episodio di violenza. Lo facciamo in quanto enti sussidiari dello Stato cui la legge affida la tutela della professione e quella della salute pubblica - dice Filippo Anelli, Presidente dell'Ordine dei medici di Bari -. Chiediamo inoltre al Prefetto di convocare il Comitato per l'ordine e la sicurezza per effettuare una verifica dei sistemi di sicurezza e dei modelli organizzativi della continuità assistenziale. Oggi per un puro caso fortuito quanto accaduto ad Adelfia non è sfociato in una tragedia. I vertici regionali devono rendersi conto che non c'è più tempo da perdere e che bisogna adottare soluzioni per evitare che i medici si trovino di guardia da soli in sedi non messe in sicurezza. I medici della notte non possono sfidare la sorte ogni volta che vanno al lavoro".
"Dopo il caso di Adelfia, chiediamo alle autorità competenti di individuare eventuali responsabilità di questo ennesimo episodio di violenza. Lo facciamo in quanto enti sussidiari dello Stato cui la legge affida la tutela della professione e quella della salute pubblica - dice Filippo Anelli, Presidente dell'Ordine dei medici di Bari -. Chiediamo inoltre al Prefetto di convocare il Comitato per l'ordine e la sicurezza per effettuare una verifica dei sistemi di sicurezza e dei modelli organizzativi della continuità assistenziale. Oggi per un puro caso fortuito quanto accaduto ad Adelfia non è sfociato in una tragedia. I vertici regionali devono rendersi conto che non c'è più tempo da perdere e che bisogna adottare soluzioni per evitare che i medici si trovino di guardia da soli in sedi non messe in sicurezza. I medici della notte non possono sfidare la sorte ogni volta che vanno al lavoro".