Appalto ai fratelli di Emiliano, il Governatore: «Io all'oscuro»
Le opposizioni chiedono chiarimenti rapidi, il presidente regionale avvia iter per capire
giovedì 12 settembre 2024
14.36
Scoppia la bufera politica sull'appalto del Consiglio regionale della Puglia affidato alla società Emiliano srl, facente capo ai fratelli Simonetta e Alessandro del Governatore Michele Emiliano.
Si tratta di una trattativa diretta per cui altre due aziende erano state invitate a presentare un'offerta per l'allestimento di un'area ristoro del Consiglio regionale: tavolini, divani, sedie, forno a microonde e frigoriferi già collocati in loco dal mese di luglio. L'importo complessivo è di 41mila euro, ma le altre due aziende invitate non avevano partecipato. Fornitura assegnata quindi alla società di famiglia del presidente e liquidazione avvenuta con determina del 28 agosto scorso.
Come ricordato dalle pagine del Corriere del Mezzogiorno, nell'atto è scritto: «il soggetto, Emiliano srl, ha elaborato la propria migliore offerta, pari ad un ribasso in percentuale del 1%, da applicare all'importo totale della prestazione da espletare, non considerando soggetti a ribasso il costo della manodopera ed i costi della sicurezza. Nell'offerta economica l'operatore ha indicato, a pena di esclusione, i costi della manodopera, pari a 660 euro e gli oneri aziendali per l'adempimento delle disposizioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro pari a 150 euro».
LE RICHIESTE DELLE OPPOSIZIONI
Dopo l'affaire Sangiuliano-Boccia, che ha scosso dall'interno la maggioranza di Governo, questa volta è il centrosinistra in difficoltà, con la destra all'attacco che ha chiesto al Governatore di chiarire: «È una vicenda quasi surreale - aveva detto nelle scorse ore Tommaso Scatigna, consigliere regionale di Fratelli d'Italia - perché evidenzia il livello di onnipotenza di Emiliano. Le regole basilari di rispetto dell'opportunità vengono meno. Chiediamo pertanto che chiarisca».
Per l'esponente 5 Stelle Antonella Laricchia, «I fratelli Emiliano avrebbero dovuto rinunciare, Si tratta di qualcosa di assolutamente legale, va detto e chiarito. Non si spiega però perché si sia affidato un appalto ai fratelli del presidente, visto che mancano le caratteristiche di unicità tali che giustificherebbero le ragioni per rivolgersi direttamente a loro».
LA RISPOSTA DI MICHELE EMILIANO
Il Governatore, pressato anche dalla sua stessa maggioranza, non ha fatto tardare la sua risposta: «Ero all'oscuro di tutto - ha precisato attraverso il suo staff - Per questo motivo sono stati avviati i passi necessari per ottenere un quadro preciso della situazione e per capire come si sia arrivati a questa decisione».
Si tratta di una trattativa diretta per cui altre due aziende erano state invitate a presentare un'offerta per l'allestimento di un'area ristoro del Consiglio regionale: tavolini, divani, sedie, forno a microonde e frigoriferi già collocati in loco dal mese di luglio. L'importo complessivo è di 41mila euro, ma le altre due aziende invitate non avevano partecipato. Fornitura assegnata quindi alla società di famiglia del presidente e liquidazione avvenuta con determina del 28 agosto scorso.
Come ricordato dalle pagine del Corriere del Mezzogiorno, nell'atto è scritto: «il soggetto, Emiliano srl, ha elaborato la propria migliore offerta, pari ad un ribasso in percentuale del 1%, da applicare all'importo totale della prestazione da espletare, non considerando soggetti a ribasso il costo della manodopera ed i costi della sicurezza. Nell'offerta economica l'operatore ha indicato, a pena di esclusione, i costi della manodopera, pari a 660 euro e gli oneri aziendali per l'adempimento delle disposizioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro pari a 150 euro».
LE RICHIESTE DELLE OPPOSIZIONI
Dopo l'affaire Sangiuliano-Boccia, che ha scosso dall'interno la maggioranza di Governo, questa volta è il centrosinistra in difficoltà, con la destra all'attacco che ha chiesto al Governatore di chiarire: «È una vicenda quasi surreale - aveva detto nelle scorse ore Tommaso Scatigna, consigliere regionale di Fratelli d'Italia - perché evidenzia il livello di onnipotenza di Emiliano. Le regole basilari di rispetto dell'opportunità vengono meno. Chiediamo pertanto che chiarisca».
Per l'esponente 5 Stelle Antonella Laricchia, «I fratelli Emiliano avrebbero dovuto rinunciare, Si tratta di qualcosa di assolutamente legale, va detto e chiarito. Non si spiega però perché si sia affidato un appalto ai fratelli del presidente, visto che mancano le caratteristiche di unicità tali che giustificherebbero le ragioni per rivolgersi direttamente a loro».
LA RISPOSTA DI MICHELE EMILIANO
Il Governatore, pressato anche dalla sua stessa maggioranza, non ha fatto tardare la sua risposta: «Ero all'oscuro di tutto - ha precisato attraverso il suo staff - Per questo motivo sono stati avviati i passi necessari per ottenere un quadro preciso della situazione e per capire come si sia arrivati a questa decisione».