Armi e droga, scovato un arsenale. Quattro baresi arrestati a Triggiano

Quattro pistole, munizioni, hashish e cocaina. Il controllo dei Carabinieri avviato in strada e proseguito in casa

martedì 5 marzo 2024 9.30
A cura di Nicola Miccione
Pistole, munizioni e droga. In arresto, a Triggiano, sono finiti in cinque: i Carabinieri hanno stretto le manette ai polsi di una coppia del posto (il 26enne Giuseppe Colletta e la 21enne barese Valeria Lovergine), di una di Bari (il 49enne Arcangelo Vacca e la 54enne Clara Calabrese) e Nicola Genchi, anche lui 33enne di Bari.

I fatti risalgono al 22 febbraio scorso, quando, nel corso di un controllo del territorio, i militari della Compagnia cittadina, diretti dal maggiore Roberto Orlanducci, hanno notato Colletta, intento a parlare con tre persone su una Fiat Punto (Genchi, il conducente, era con Vacca e Calabrese) vicino al centro storico. Fermati per un controllo, nella borsa della donna è stata trovata una pistola calibro 22 Pardini con matricola abrasa, caricatore e colpo in canna. Ma la vicenda non è finita lì.

Dopo aver sequestrato l'arma (rubata a Candela nel 2010), i Carabinieri si sono recati a casa di Colletta per capire se vi fosse altro da scoprire. E le sorprese non sono mancate. Nell'appartamento i militari hanno trovato una pistola a tamburo Smith & Wesson calibro 357 magnum con matricola abrasa, una Tanfoglio Force 921 R calibro 9x21 (rubata a Civita Castellana nel 2007) con caricatore e 15 proiettili, e una Beretta calibro 9 corto con matricola abrasa, caricatore e 6 proiettili.

Con le armi, 13 proiettili calibro 38 special e 9, oltre a 36 panetti di hashish, pari a 1,8 chilogrammi, e 85 grammi di cocaina. I cinque sono stati arrestati (Genchi, Vacca e Calabrese per detenzione e porto di arma clandestina e ricettazione, Colletta e Lovergine anche per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti), ma al termine della convalida in aula il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Giuseppe De Salvatore ha disposto l'immediata scarcerazione di Genchi.

Sul conto di quest'ultimo, infatti, incensurato e patrocinato dall'avvocato Nicola Lerario, «sorge il dubbio ragionevole circa la sua consapevolezza del porto della pistola, atteso che l'arma era sì presente nell'auto da lui condotta - è scritto agli atti -, ma custodita all'interno di una borsa chiusa appartenente a Calabrese, per cui non vi è prova alcuna che pure il conducente del veicolo fosse informato su ciò che custodito era all'interno di una borsa appartenente ad un'altra persona».

Il giudice ha confermato la custodia in carcere per Colletta, rinchiuso a Bari, mentre Lovergine, «incensurata e per cui non risultano neppure contatti con ambienti delinquenziali pregressi», è tornata a casa. Armi, munizioni e droga saranno di interesse investigativo per provare a capire collegamenti dei tre principali indagati.