Armi, estorsioni e droga al Libertà: arrestati quattro del clan Strisciuglio
La Squadra Mobile è intervenuta all'alba, i fatti sono avvenuti nel 2018. Tra i fermati anche Ivan Caldarola, figlio del ras del quartiere
mercoledì 13 novembre 2024
11.15
Quattro esponenti del clan Strisciuglio - i 25enni Ivan Caldarola e Antonio Raggi, il 34enne Francesco Mastrogiacomo ed il 36enne Saverio De Santis -, sono stati arrestati oggi dagli agenti della Questura su ordinanza cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Francesco Vittorio Rinaldi.
Sono accusati, a vario titolo, dei reati di estorsione e di tentata estorsione, detenzione e porto illegale di arma da fuoco, con l'aggravante mafiosa, e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. Tutti fatti avvenuti tra i mesi di novembre e dicembre di 6 anni fa, gli ultimi provvedimenti cautelari derivanti dalle indagini avviate dopo l'agguato a due soldati di Eugenio Palermiti, Andrea Fachechi e Bruno Di Lauro, avvenuto nel 2018 al rione Madonnella dagli scissionisti dei Rafaschieri.
Nell'estate del 2018, la frangia del clan Strisciuglio del quartiere San Paolo, tentò di conquistare la fiorente attività di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti a Madonnella, più centrale, cercando di estromettere il clan Palermiti, dominante in quel rione. Il 18 settembre, gli uomini della «Luna» tentarono di sequestrare Di Lauro per farsi riconsegnare un telefono coi contatti dei numerosi acquirenti di droga, ma ferirono il suo amico, Fachechi, incurante della presenza di cittadini.
Di Lauro riuscì a evitare i proiettili esplosi da un revolver Colt 38 special e da una pistola semiautomatica calibro 9, mentre Fachechi, colpito in più parti del corpo, dopo un delicato intervento chirurgico ed una lunga degenza ospedaliera, riuscì a salvarsi. La risposta del clan Palermiti per l'agguato del 18 settembre non tardò ad arrivare: infatti, sei giorni dopo, il 24 settembre, nel quartiere Carbonara, Michele Walter Rafaschieri fu assassinato e suo fratello rimase gravemente ferito.
Il 18 giugno scorso, la Squadra Mobile di Bari ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di dieci pregiudicati baresi, di età compresa tra i 25 ed i 47 anni, responsabili dell'agguato armato, mafioso, risalente al 18 settembre 2018. «Dal procedimento penale originario, relativo al duplice tentato omicidio - hanno rivelato in una nota gli inquirenti coordinati dal pubblico ministero antimafia Marco D'Agostino -, si sono sviluppati due procedimenti stralcio».
E se il primo, a dicembre 2018, portò al fermo di sei membri degli Strisciuglio del Libertà, ai quali fu contestata fra gli altri una tentata estorsione ai titolari di una agenzia di onoranze funebri, il secondo procedimento ha portato a notificare una misura cautelare a carico di altri quattro affiliati al clan, tra i più potenti di Bari.
Sono accusati, a vario titolo, dei reati di estorsione e di tentata estorsione, detenzione e porto illegale di arma da fuoco, con l'aggravante mafiosa, e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. Tutti fatti avvenuti tra i mesi di novembre e dicembre di 6 anni fa, gli ultimi provvedimenti cautelari derivanti dalle indagini avviate dopo l'agguato a due soldati di Eugenio Palermiti, Andrea Fachechi e Bruno Di Lauro, avvenuto nel 2018 al rione Madonnella dagli scissionisti dei Rafaschieri.
Nell'estate del 2018, la frangia del clan Strisciuglio del quartiere San Paolo, tentò di conquistare la fiorente attività di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti a Madonnella, più centrale, cercando di estromettere il clan Palermiti, dominante in quel rione. Il 18 settembre, gli uomini della «Luna» tentarono di sequestrare Di Lauro per farsi riconsegnare un telefono coi contatti dei numerosi acquirenti di droga, ma ferirono il suo amico, Fachechi, incurante della presenza di cittadini.
Di Lauro riuscì a evitare i proiettili esplosi da un revolver Colt 38 special e da una pistola semiautomatica calibro 9, mentre Fachechi, colpito in più parti del corpo, dopo un delicato intervento chirurgico ed una lunga degenza ospedaliera, riuscì a salvarsi. La risposta del clan Palermiti per l'agguato del 18 settembre non tardò ad arrivare: infatti, sei giorni dopo, il 24 settembre, nel quartiere Carbonara, Michele Walter Rafaschieri fu assassinato e suo fratello rimase gravemente ferito.
Il 18 giugno scorso, la Squadra Mobile di Bari ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di dieci pregiudicati baresi, di età compresa tra i 25 ed i 47 anni, responsabili dell'agguato armato, mafioso, risalente al 18 settembre 2018. «Dal procedimento penale originario, relativo al duplice tentato omicidio - hanno rivelato in una nota gli inquirenti coordinati dal pubblico ministero antimafia Marco D'Agostino -, si sono sviluppati due procedimenti stralcio».
E se il primo, a dicembre 2018, portò al fermo di sei membri degli Strisciuglio del Libertà, ai quali fu contestata fra gli altri una tentata estorsione ai titolari di una agenzia di onoranze funebri, il secondo procedimento ha portato a notificare una misura cautelare a carico di altri quattro affiliati al clan, tra i più potenti di Bari.