Omicidio del fisioterapista Di Giacomo, arrestato un 59enne di Canosa
L'uomo fu ammazzato a dicembre 2023, tentò di fuggire ma fu raggiunto dall'assassino: la figlia aveva intentato una causa nel 2020
giovedì 16 maggio 2024
10.47
Ucciso per vendetta. All'alba, gli agenti della Questura di Bari hanno eseguito un provvedimento cautelare in carcere nei confronti del 59enne Salvatore Vassalli, di Canosa di Puglia, presunto autore dell'omicidio del fisioterapista Mauro Di Giacomo, avvenuto nel rione Poggiofranco di Bari, la sera del 18 dicembre scorso.
La vita dell'uomo, sposato e padre di due figli -, scandita da ritmi di lavoro serrati tra il reparto di traumatologia e ortopedia del Policlinico ed uno studio privato di via Tridente, a San Pasquale. La sera del 18 dicembre, alle ore 20.25 circa, dopo aver terminato l'attività professionale nello studio privato, alla guida della propria autovettura, un'Audi Q3, ha raggiunto l'abitazione, in via Tauro, e parcheggiato nel piazzale che separa la scuola elementare Tauro con la palazzina in cui viveva.
Il sicario era lì ad attenderlo, nascosto nei paraggi. L'ha avvicinato, e forse dopo un breve alterco, ha esploso al suo indirizzo 7 colpi d'arma da fuoco, calibro 7.65, attingendolo con 5 proiettili, dopodiché ha infierito sulla vittima, colpendola più volte sul capo con il calcio della pistola. Portato a termine il proposito omicida, l'assassino s'è allontanato a tutta velocità, a bordo di un'utilitaria di colore nero, una Hyundai i10, facendo perdere le proprie tracce e imboccando la tangenziale.
In questi mesi, le indagini, coordinate dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Bari, Matteo Soave, condotte dalla sezione Reati contro la Persona della Squadra Mobile di Bari, si sono incentrate sulle audizioni di testimoni e sull'esame della videosorveglianza e dei tabulati del traffico, telefonico e telematico. Un quadro indiziario ben definito a carico del 59enne, per cui sono scattate le manette per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà.
Una delle figlie dell'indagato, nel 2020, aveva intentato una causa civile a carico della vittima, per responsabilità professionale, accusandolo di averle provocato lesioni personali permanenti, in occasione di una seduta di fisioterapia, svoltasi nel settembre del 2019. Di Giacomo, costituitosi nel processo, aveva negato la sua responsabilità. La vicenda ha fatto insorgere nel 59enne, astio e rancore nei confronti del fisioterapista, sino a quando, la sera del 18 dicembre, l'ha ucciso.
Al presunto autore dell'omicidio, oltre alla premeditazione, è stata contestata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Nicola Bonante, anche l'aggravante della crudeltà, in quanto, «in preda a un'incontenibile furia omicida infieriva sulla vittima, colpendola con veemenza, ripetutamente, su tutto il capo».
La vita dell'uomo, sposato e padre di due figli -, scandita da ritmi di lavoro serrati tra il reparto di traumatologia e ortopedia del Policlinico ed uno studio privato di via Tridente, a San Pasquale. La sera del 18 dicembre, alle ore 20.25 circa, dopo aver terminato l'attività professionale nello studio privato, alla guida della propria autovettura, un'Audi Q3, ha raggiunto l'abitazione, in via Tauro, e parcheggiato nel piazzale che separa la scuola elementare Tauro con la palazzina in cui viveva.
Il sicario era lì ad attenderlo, nascosto nei paraggi. L'ha avvicinato, e forse dopo un breve alterco, ha esploso al suo indirizzo 7 colpi d'arma da fuoco, calibro 7.65, attingendolo con 5 proiettili, dopodiché ha infierito sulla vittima, colpendola più volte sul capo con il calcio della pistola. Portato a termine il proposito omicida, l'assassino s'è allontanato a tutta velocità, a bordo di un'utilitaria di colore nero, una Hyundai i10, facendo perdere le proprie tracce e imboccando la tangenziale.
In questi mesi, le indagini, coordinate dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Bari, Matteo Soave, condotte dalla sezione Reati contro la Persona della Squadra Mobile di Bari, si sono incentrate sulle audizioni di testimoni e sull'esame della videosorveglianza e dei tabulati del traffico, telefonico e telematico. Un quadro indiziario ben definito a carico del 59enne, per cui sono scattate le manette per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà.
Una delle figlie dell'indagato, nel 2020, aveva intentato una causa civile a carico della vittima, per responsabilità professionale, accusandolo di averle provocato lesioni personali permanenti, in occasione di una seduta di fisioterapia, svoltasi nel settembre del 2019. Di Giacomo, costituitosi nel processo, aveva negato la sua responsabilità. La vicenda ha fatto insorgere nel 59enne, astio e rancore nei confronti del fisioterapista, sino a quando, la sera del 18 dicembre, l'ha ucciso.
Al presunto autore dell'omicidio, oltre alla premeditazione, è stata contestata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Nicola Bonante, anche l'aggravante della crudeltà, in quanto, «in preda a un'incontenibile furia omicida infieriva sulla vittima, colpendola con veemenza, ripetutamente, su tutto il capo».