Arresti per gli appalti all'Asl di Bari, al via gli interrogatori
L'imprenditore Crisanti ha ammesso le tangenti e inguaia i dirigenti. Sansolini e Iacobellis si sono avvalsi della facoltà di non rispondere
venerdì 15 novembre 2024
11.12
Giovanni Crisanti, ritenuto amministratore della Costruzioni Bioedili, ha ammesso di aver pagato tangenti agli ingegneri e funzionari dell'Asl Bari Nicola Sansolini e Nicola Iacobellis, spiegando di averlo fatto per conto di due imprenditori, Nicola Murgolo e Ignazio Gadaleta (ha ammesso di avere pagato circa 40mila euro).
Assistito dall'avvocato Cristian Di Giusto, Crisanti ha risposto ieri - in sede di interrogatorio - alle domande del gip Giuseppe Ronzino e della pm Savina Toscani, ammettendo di aver versato mazzette per l'appalto della Casa della Salute di Giovinazzo da 4,2 milioni di euro. Sui presunti illeciti relativi a dei lavori da realizzare nel Poliambulatorio di Ruvo di Puglia, invece, Crisanti ha riferito di aver avuto soltanto il ruolo di coadiuvare l'imprenditore Nicola Minafra nel computo metrico.
Lo stesso Minafra ha invece ammesso di aver consegnato degli orecchini di valore a Nicola Iacobellis, ma ha cercato di spiegare la sua posizione relativamente a quell'appalto. Il suo avvocato, Michele Ippedico, ha chiesto la sostituzione della detenzione in carcere coi domiciliari, stessa cosa richiesta anche da Gadaleta (avvocato Luca Gagliardi). Crisanti, Minafra, Gadaleta, Sansolini e Iacobellis, con la funzionaria della Asl, Concetta Sciannimanico, sono in carcere da martedì.
Le accuse, a vario titolo, sono di associazione a delinquere, corruzione, falso, turbata libertà degli incanti e subappalti illeciti, per un presunto giro di tangenti in cambio di appalti. Iacobellis, Sansolini e Sciannimanico si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Tutti gli altri indagati saranno interrogati lunedì prossimo.
Assistito dall'avvocato Cristian Di Giusto, Crisanti ha risposto ieri - in sede di interrogatorio - alle domande del gip Giuseppe Ronzino e della pm Savina Toscani, ammettendo di aver versato mazzette per l'appalto della Casa della Salute di Giovinazzo da 4,2 milioni di euro. Sui presunti illeciti relativi a dei lavori da realizzare nel Poliambulatorio di Ruvo di Puglia, invece, Crisanti ha riferito di aver avuto soltanto il ruolo di coadiuvare l'imprenditore Nicola Minafra nel computo metrico.
Lo stesso Minafra ha invece ammesso di aver consegnato degli orecchini di valore a Nicola Iacobellis, ma ha cercato di spiegare la sua posizione relativamente a quell'appalto. Il suo avvocato, Michele Ippedico, ha chiesto la sostituzione della detenzione in carcere coi domiciliari, stessa cosa richiesta anche da Gadaleta (avvocato Luca Gagliardi). Crisanti, Minafra, Gadaleta, Sansolini e Iacobellis, con la funzionaria della Asl, Concetta Sciannimanico, sono in carcere da martedì.
Le accuse, a vario titolo, sono di associazione a delinquere, corruzione, falso, turbata libertà degli incanti e subappalti illeciti, per un presunto giro di tangenti in cambio di appalti. Iacobellis, Sansolini e Sciannimanico si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Tutti gli altri indagati saranno interrogati lunedì prossimo.