Associazione mafiosa e porto d'armi da guerra, sette condanne nel clan Strisciuglio
Il Tribunale di Bari ha emesso pene comprese fra i 5 e i 15 anni. Dal carcere gli affiliati davano ordini all'organizzazione
mercoledì 27 marzo 2019
18.55
Il gup del Tribunale di Bari Rosa, Anna Depalo, al termine del processo con rito abbreviato celebrato nell'aula bunker di Bitonto, ha emesso sette sentenze di condanna all'indirizzo di altrettante persone ritenute affiliate al clan mafioso Strisciuglio. Le pene a cui sono stati condannati gli esponenti del sodalizio criminale barese sono comprese fra i 15 anni e i 5 anni di reclusione: associazione mafiosa, porto e detenzione di armi da guerra i reati imputatigli.
Secondo l'accusa, vertice apicale del presunto gruppo mafioso di Bari era il boss Lorenzo Caldarola, luogotenente nel rione Libertà di Bari di Mimmo la Luna (al secolo Domenico Strisciuglio); per lui una condanna a 5 anni e 4 mesi di carcere. Alessandro Ruta (condannato a 9 anni di reclusione) e Vito Valentino (condannato a 6 anni), sarebbero ritenuti i presunti referenti del clan nel rione San Paolo. Insieme a loro nell'articolazione del clan al San Paolo anche il pregiudicato Vito Antonio Catacchio, per cui è stata emessa una condanna a 5 anni di carcere. Completano il quadro delle sentenze i nomi di Saverio Faccilongo, condannato a 15 anni perché ritenuto referente del clan Strisciuglio nel rione Enziteto-Catino di Bari, e Giovanni Faccilongo e Francesco De Marzo, fratello e cugino di Saverio, per cui è stata emessa una sentenza di condanna e 6 anni e 8 mesi di reclusione.
Dall'indagine dei Carabinieri, coordinata dalla Dda, emerse come il clan Strisciuglio e tutte le sue varie articolazioni controllasse i traffici illegali in diverse zone di Bari. Agli atti dell'inchiesta le testimonianze rese da 12 collaboratori di giustizia e il carteggio, sequestrato, con cui dal carcere i vertici impartivano ordini al resto del clan.
Secondo l'accusa, vertice apicale del presunto gruppo mafioso di Bari era il boss Lorenzo Caldarola, luogotenente nel rione Libertà di Bari di Mimmo la Luna (al secolo Domenico Strisciuglio); per lui una condanna a 5 anni e 4 mesi di carcere. Alessandro Ruta (condannato a 9 anni di reclusione) e Vito Valentino (condannato a 6 anni), sarebbero ritenuti i presunti referenti del clan nel rione San Paolo. Insieme a loro nell'articolazione del clan al San Paolo anche il pregiudicato Vito Antonio Catacchio, per cui è stata emessa una condanna a 5 anni di carcere. Completano il quadro delle sentenze i nomi di Saverio Faccilongo, condannato a 15 anni perché ritenuto referente del clan Strisciuglio nel rione Enziteto-Catino di Bari, e Giovanni Faccilongo e Francesco De Marzo, fratello e cugino di Saverio, per cui è stata emessa una sentenza di condanna e 6 anni e 8 mesi di reclusione.
Dall'indagine dei Carabinieri, coordinata dalla Dda, emerse come il clan Strisciuglio e tutte le sue varie articolazioni controllasse i traffici illegali in diverse zone di Bari. Agli atti dell'inchiesta le testimonianze rese da 12 collaboratori di giustizia e il carteggio, sequestrato, con cui dal carcere i vertici impartivano ordini al resto del clan.