Avvocati di Bari sul piede di guerra
Lettera del presidente della Camera Penale ai candidati sindaco
venerdì 19 aprile 2019
10.54
"Sono 6795 gli avvocati iscritti all'ordine di Bari, 330 sono i giorni trascorsi dalla chiusura del Palazzo di Giustizia di via Nazariantz, 39 i giorni che ci dividono dalle elezioni del sindaco della nostra città, 8 le sedi di uffici giudiziari, 5 i candidati sindaco e 0 le soluzioni definitive proposte". Lo dice il presidente della Camera penale di Bari Luigi Sassanelli in una lunga lettera che riceviamo e pubblichiamo.
"Nostro malgrado, considerata la indifferenza della politica nazionale e locale per i problemi dell'edilizia giudiziaria barese, siamo costretti a parlare l'unica lingua che probabilmente costoro comprendono, ovvero quella dei "voti"! Come purtroppo è noto, il nostro Ministro, fine intenditore di diritto, lungimirante legislatore ed abilissimo organizzatore del servizio giustizia, ha decretato, "coram populo", che il problema dell'edilizia giudiziaria nella nostra città (trasformata in una giustizia diffusa sul modello degli alberghi più recenti, ed in procinto di veder aggravata la sua situazione dagli sconvolgimenti che, di qui a poco, dovranno necessariamente interessare anche il palazzo di piazza De Nicola) è risolto e pertanto, della unificazione degli uffici giudiziari non si ha più notizia, nonostante la gravità della situazione nella quale ci troviamo che, oltretutto, ha visto spostare una parte degli uffici in un immobile che, per le dimensioni degli ambienti, più che un palazzo, sembra un alveare. Ed allora, ci saremmo aspettati che, ferma la competenza ministeriale, coloro che si candidano ad esser i primi cittadini di Bari, in nome del loro pubblicizzato interesse a risolvere le problematiche cittadine, avessero trovato nel loro programma e nei loro propositi uno spazio, anche piccolo, per assicurare il massimo impegno affinchè questa nostra città, assetata di giustizia, vedesse risolvere i suoi problemi in tema di edilizia giudiziaria. Ed invece, non ne parla la candidata Sindaco del Movimento 5 stelle, Elisabetta Pani, che in nessuno dei suoi 10 punti del programma, ritiene di dover inserire un impegno per la risoluzione delle problematiche della edilizia giudiziaria; eppure parla di "Urbanistica", di "Sicurezza", di "Diritti, ma, pur sapendo, per la sua appartenenza politica, di essere certamente un interlocutore privilegiato del Ministro, non parla mai di un impegno per il polo giudiziario che ben potrebbe far bella mostra in uno dei su richiamati punti. Non ne parla il candidato del centro destra Pasquale Di Rella, anch'egli parzialmente legato alla maggioranza di questo governo, che, sebbene auspichi più sicurezza e più attività di controllo e prevenzione, evidentemente non considera utile individuare una sede istituzionale adeguata per raccogliere i frutti di quel controllo e di quella prevenzione invocata. Ne parla, ma disorganicamente, il candidato De Razza di "Baricittàperta" che, per il bene del quartiere libertà, chiede di sacrificare l'efficienza degli uffici giudiziari, proponendo la realizzazione di un arcipelago della giustizia. Non ne parla più la candidata Melini di Irma Melini x Bari, nonostante il suo pregresso e sincero interessamento e non ne parla nemmeno il sindaco Decaro che mesi fa, in risposta alla assenza di soluzioni dal ministero sul polo della giustizia a Bari, tuonava "Risposte subito o manifestazioni eclatanti"; ed invece, nessun gesto, tanto meno eclatante, ma solo apertura di cantieri e tagli di nastri. Ed allora parliamo anche noi con il loro linguaggio, l'unico che forse sono in grado di comprendere: quello dei voti. Il numero degli Avvocati l'ho già detto, 6795, ognuno dei quali "tiene famiglia", col che il numero dei voti sale ancora; prendiamo atto che allo stato questi voti sembrano non interessare, ma vogliamo dare un'ultima chance e per mostrare la situazione in cui vive la giustizia a Bari saremo lieti di accompagnare quei candidati sindaci che saranno interessati al problema, la mattina del 29 aprile nei luoghi incriminati, per mostrar loro, di persona, l'esigenza inderogabile della unificazione degli uffici giudiziari nella nostra città. Il polo della giustizia a Bari è un dovere; un dovere affinchè sia restituita una dignità spezzata ed offesa, ad una comunità cittadina che vede i propri interessi protetti "a singhiozzo", in spazi angusti, inadatti, "rubati", arrangiati e compressi. E si smetta una volta per sempre di dire che la edilizia giudiziaria è di competenza esclusiva del ministero di grazia e giustizia, perché la giustizia è di competenza dell'uomo per bene, del cittadino per bene, del politico perbene e se il nostro illuminato Ministro-ridens non se ne preoccupa, è nostro preciso dovere indurlo a farlo. Ed è per questo che è impensabile, gravissimo, anzi "clamoroso", che nessuno dei candidati al ruolo di guida di questa città, ritenga meritevole di inserire nel proprio programma la emergenza della edilizia giudiziaria a Bari, così destinandola all'oblio silenzioso nella quale oramai è stata inghiottita per una precisa scelta politica. L'appuntamento, quindi, è per lunedì 29, vedremo chi ci sarà per dimostrare di avere a cuore la Giustizia a Bari".
"Nostro malgrado, considerata la indifferenza della politica nazionale e locale per i problemi dell'edilizia giudiziaria barese, siamo costretti a parlare l'unica lingua che probabilmente costoro comprendono, ovvero quella dei "voti"! Come purtroppo è noto, il nostro Ministro, fine intenditore di diritto, lungimirante legislatore ed abilissimo organizzatore del servizio giustizia, ha decretato, "coram populo", che il problema dell'edilizia giudiziaria nella nostra città (trasformata in una giustizia diffusa sul modello degli alberghi più recenti, ed in procinto di veder aggravata la sua situazione dagli sconvolgimenti che, di qui a poco, dovranno necessariamente interessare anche il palazzo di piazza De Nicola) è risolto e pertanto, della unificazione degli uffici giudiziari non si ha più notizia, nonostante la gravità della situazione nella quale ci troviamo che, oltretutto, ha visto spostare una parte degli uffici in un immobile che, per le dimensioni degli ambienti, più che un palazzo, sembra un alveare. Ed allora, ci saremmo aspettati che, ferma la competenza ministeriale, coloro che si candidano ad esser i primi cittadini di Bari, in nome del loro pubblicizzato interesse a risolvere le problematiche cittadine, avessero trovato nel loro programma e nei loro propositi uno spazio, anche piccolo, per assicurare il massimo impegno affinchè questa nostra città, assetata di giustizia, vedesse risolvere i suoi problemi in tema di edilizia giudiziaria. Ed invece, non ne parla la candidata Sindaco del Movimento 5 stelle, Elisabetta Pani, che in nessuno dei suoi 10 punti del programma, ritiene di dover inserire un impegno per la risoluzione delle problematiche della edilizia giudiziaria; eppure parla di "Urbanistica", di "Sicurezza", di "Diritti, ma, pur sapendo, per la sua appartenenza politica, di essere certamente un interlocutore privilegiato del Ministro, non parla mai di un impegno per il polo giudiziario che ben potrebbe far bella mostra in uno dei su richiamati punti. Non ne parla il candidato del centro destra Pasquale Di Rella, anch'egli parzialmente legato alla maggioranza di questo governo, che, sebbene auspichi più sicurezza e più attività di controllo e prevenzione, evidentemente non considera utile individuare una sede istituzionale adeguata per raccogliere i frutti di quel controllo e di quella prevenzione invocata. Ne parla, ma disorganicamente, il candidato De Razza di "Baricittàperta" che, per il bene del quartiere libertà, chiede di sacrificare l'efficienza degli uffici giudiziari, proponendo la realizzazione di un arcipelago della giustizia. Non ne parla più la candidata Melini di Irma Melini x Bari, nonostante il suo pregresso e sincero interessamento e non ne parla nemmeno il sindaco Decaro che mesi fa, in risposta alla assenza di soluzioni dal ministero sul polo della giustizia a Bari, tuonava "Risposte subito o manifestazioni eclatanti"; ed invece, nessun gesto, tanto meno eclatante, ma solo apertura di cantieri e tagli di nastri. Ed allora parliamo anche noi con il loro linguaggio, l'unico che forse sono in grado di comprendere: quello dei voti. Il numero degli Avvocati l'ho già detto, 6795, ognuno dei quali "tiene famiglia", col che il numero dei voti sale ancora; prendiamo atto che allo stato questi voti sembrano non interessare, ma vogliamo dare un'ultima chance e per mostrare la situazione in cui vive la giustizia a Bari saremo lieti di accompagnare quei candidati sindaci che saranno interessati al problema, la mattina del 29 aprile nei luoghi incriminati, per mostrar loro, di persona, l'esigenza inderogabile della unificazione degli uffici giudiziari nella nostra città. Il polo della giustizia a Bari è un dovere; un dovere affinchè sia restituita una dignità spezzata ed offesa, ad una comunità cittadina che vede i propri interessi protetti "a singhiozzo", in spazi angusti, inadatti, "rubati", arrangiati e compressi. E si smetta una volta per sempre di dire che la edilizia giudiziaria è di competenza esclusiva del ministero di grazia e giustizia, perché la giustizia è di competenza dell'uomo per bene, del cittadino per bene, del politico perbene e se il nostro illuminato Ministro-ridens non se ne preoccupa, è nostro preciso dovere indurlo a farlo. Ed è per questo che è impensabile, gravissimo, anzi "clamoroso", che nessuno dei candidati al ruolo di guida di questa città, ritenga meritevole di inserire nel proprio programma la emergenza della edilizia giudiziaria a Bari, così destinandola all'oblio silenzioso nella quale oramai è stata inghiottita per una precisa scelta politica. L'appuntamento, quindi, è per lunedì 29, vedremo chi ci sarà per dimostrare di avere a cuore la Giustizia a Bari".