Banca Popolare di Bari, il Codacons si costituisce parte civile e il 29 nuova protesta in piazza
La manifestazione organizzata dal Comitato indipendente risparmiatori per protestare contro il loro «risparmio truffato»
mercoledì 20 gennaio 2021
8.40
Il Codacons ha comunicato di volersi costituire parte civile, nell'udienza preliminare che inizierà il 28 gennaio nei confronti di tre ex amministratori della Banca Popolare di Bari, accusati di ostacolo alla vigilanza e false comunicazioni sociali.
Il Codacons, che già assiste centinaia di azionisti nell'altro processo in corso sulla gestione dell'istituto di credito barese, chiederà «il risarcimento del danno subito a causa della perdita di valore delle proprie azioni, oltre al danno morale» che l'associazione quantifica in «10 mila euro ciascuno». Il filone d'inchiesta al via il 28 gennaio è il secondo sulla vecchia governance della banca che arriva davanti al giudice, dopo quello in corso a carico di Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio rispettivamente ex presidente ed ex condirettore generale, accusati di aver falsificato per anni i bilanci e i prospetti e di aver ostacolato l'attività di vigilanza di Bankitalia e Consob. Nel primo, le parti civili che hanno chiesto di costituirsi sono quasi 3mila Questo secondo procedimento, sulle cosiddette «operazioni baciate», riguarda di nuovo Gianluca Jacobini, con Giuseppe Marella e Nicola Loperfido, rispettivamente ex responsabili dell'Internal Audit e della Direzione Business della banca. Si tratta di uno dei filoni sulla gestione della banca, commissariata a dicembre 2019, relativo alle cosiddette "operazioni baciate", che nell'aprile scorso ha portato al sequestro di beni per circa 16 milioni di euro. Nel procedimento sono individuate come persone offese Banca d'Italia e Consob.
Stando alle indagini della guardia di finanza, coordinate dal procuratore facente funzione Roberto Rossi e dai sostituti Savina Toscani e Federico Perrone Capano, li indagati avrebbero concesso finanziamenti ad alcuni clienti della banca, prevalentemente grossi gruppi imprenditoriali, patto che poi fossero, almeno in parte, «direttamente o indirettamente utilizzati per l'acquisto di azioni proprie, complessivamente incidenti sui fondi propri della banca, in negativo, per 48,9 milioni di euro». l valore delle azioni così vendute, cioè, di fatto comprate con fondi della banca stessa, sarebbe poi stato inserito indebitamente nel patrimonio di vigilanza così falsificando e sovrastimando la situazione economica dell'istituto di credito. In questo modo gli ex dirigenti della Popolare di Bari avrebbero ingannato Bankitalia e tutti gli altri soci presentando una solidità finanziaria inesistente, «non corrispondente al vero» «sovrastimata».
Inoltre, il Comitato indipendente risparmiatori Banca Popolare di Bari ha organizzato per venerdì 29 gennaio una manifestazione a Bari, corso Cavour angolo via Piccinni, per protestare contro il loro «risparmio truffato». Si tratta dell'ennesimo presidio che in questi anni i risparmiatori e gli azionisti della Popolare di Bari hanno inscenato per chiedere giustizia. Il dissesto dell'istituto di credito ha mandato letteralmente in fumo i risparmi di migliaia di piccoli azionisti. Nei giorni scorsi il Codacons ha annunciato la volontà di costituirsi parte civile nel processo contro gli ex vertici della Popolare di Bari. L'udienza preliminare è fissata per il 28 gennaio. L'associazione di categoria chiederà un risarcimento per danni morali pari a 10mila euro per ogni azionista che rappresenterà in giudizio. Banca d'Italia e Consob saranno invece parti offese nel procedimento sul crac dell'istituto di credito pugliese. Secondo la procura di Bari gli ex dirigenti avrebbero falsificato e sovrastimato la situazione finanziaria della banca ingannando i soci presentando una solidità, de facto, inesistente.
Il Codacons, che già assiste centinaia di azionisti nell'altro processo in corso sulla gestione dell'istituto di credito barese, chiederà «il risarcimento del danno subito a causa della perdita di valore delle proprie azioni, oltre al danno morale» che l'associazione quantifica in «10 mila euro ciascuno». Il filone d'inchiesta al via il 28 gennaio è il secondo sulla vecchia governance della banca che arriva davanti al giudice, dopo quello in corso a carico di Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio rispettivamente ex presidente ed ex condirettore generale, accusati di aver falsificato per anni i bilanci e i prospetti e di aver ostacolato l'attività di vigilanza di Bankitalia e Consob. Nel primo, le parti civili che hanno chiesto di costituirsi sono quasi 3mila Questo secondo procedimento, sulle cosiddette «operazioni baciate», riguarda di nuovo Gianluca Jacobini, con Giuseppe Marella e Nicola Loperfido, rispettivamente ex responsabili dell'Internal Audit e della Direzione Business della banca. Si tratta di uno dei filoni sulla gestione della banca, commissariata a dicembre 2019, relativo alle cosiddette "operazioni baciate", che nell'aprile scorso ha portato al sequestro di beni per circa 16 milioni di euro. Nel procedimento sono individuate come persone offese Banca d'Italia e Consob.
Stando alle indagini della guardia di finanza, coordinate dal procuratore facente funzione Roberto Rossi e dai sostituti Savina Toscani e Federico Perrone Capano, li indagati avrebbero concesso finanziamenti ad alcuni clienti della banca, prevalentemente grossi gruppi imprenditoriali, patto che poi fossero, almeno in parte, «direttamente o indirettamente utilizzati per l'acquisto di azioni proprie, complessivamente incidenti sui fondi propri della banca, in negativo, per 48,9 milioni di euro». l valore delle azioni così vendute, cioè, di fatto comprate con fondi della banca stessa, sarebbe poi stato inserito indebitamente nel patrimonio di vigilanza così falsificando e sovrastimando la situazione economica dell'istituto di credito. In questo modo gli ex dirigenti della Popolare di Bari avrebbero ingannato Bankitalia e tutti gli altri soci presentando una solidità finanziaria inesistente, «non corrispondente al vero» «sovrastimata».
Inoltre, il Comitato indipendente risparmiatori Banca Popolare di Bari ha organizzato per venerdì 29 gennaio una manifestazione a Bari, corso Cavour angolo via Piccinni, per protestare contro il loro «risparmio truffato». Si tratta dell'ennesimo presidio che in questi anni i risparmiatori e gli azionisti della Popolare di Bari hanno inscenato per chiedere giustizia. Il dissesto dell'istituto di credito ha mandato letteralmente in fumo i risparmi di migliaia di piccoli azionisti. Nei giorni scorsi il Codacons ha annunciato la volontà di costituirsi parte civile nel processo contro gli ex vertici della Popolare di Bari. L'udienza preliminare è fissata per il 28 gennaio. L'associazione di categoria chiederà un risarcimento per danni morali pari a 10mila euro per ogni azionista che rappresenterà in giudizio. Banca d'Italia e Consob saranno invece parti offese nel procedimento sul crac dell'istituto di credito pugliese. Secondo la procura di Bari gli ex dirigenti avrebbero falsificato e sovrastimato la situazione finanziaria della banca ingannando i soci presentando una solidità, de facto, inesistente.