Banca Popolare di Bari, non si riesce a fare il processo. Nuovo rinvio al 2 marzo
Di nuovo la problematica legata alla mancanza di una sede idonea ad accogliere i 252 avvocati, diverse le proposte per risolvere il problema
lunedì 15 febbraio 2021
11.15
Questa mattina l'ennesimo rinvio del processo penale nei confronti degli amministratori della Banca Popolare di Bari, in relazione agli aumenti di capitale 2014 e 2015.
L'udienza è ora fissata per il 2 Marzo. Motivo del rinvio nuovamente l'impossibilità di accogliere in una delle aule penali esistenti i 252 avvocati in rappresentanza dei 3 mila soci, che hanno chiesto di costituirsi parte civile.
«Da quasi un anno il processo penale - sottolineano da AssoAzionistiBPBari - al quale si aggrappano disperatamente i soci nella speranza di avere giustizia, non parte con gravi rischi anche di prescrizione. Ecco perché abbiamo deciso di scrivere al Prefetto di Bari per manifestare la gravità della situazione e proporre delle soluzioni. Abbiamo infatti suggerito di celebrare tutti i processi relativi alla Banca Popolare di Bari che sono già incardinati e che si incardineranno, nell'Auditorium della Guardia di Finanza in zona San Paolo. Un luogo sicuro, adeguato, funzionale, ampio e soprattutto di proprietà dello Stato, che non ha bisogno di autorizzazioni e costi. Auspichiamo che il Prefetto voglia raccogliere la nostra sollecitazione e che, con determinazione, voglia verificare la praticabilità della soluzione suggerita. Noi soci della BPB non possiamo permettere che oltre il danno, lo Stato ci riservi anche la beffa».
Dall'Unione Nazionale Consumatori giunge invece un'altra proposta, per far sì che il processo possa finalmente celebrarsi. «Dopo 4 udienze di mero rinvio, quella di oggi sarà l'ultima falsa partenza del processo. La maggior parte degli avvocati, infatti, ha aderito alla nostra idea di delegare pochi colleghi a partecipare alle udienze, fino a che si affronteranno questioni preliminari e non di merito. Così facendo, invece di avere 252 avvocati presenti, se ne avranno solo 32 e l'aula, che ha una capienza di soli 45 posti, potrà finalmente bastare», afferma l'avv. Antonio Calvani dell'Unione Nazionale Consumatori che, con l'avv. Corrado Canafoglia, l'avv. Valentina Greco e l'avv. Ennio Cerio rappresenta il collegio di difesa di 230 azionisti azzerati.
L'udienza è ora fissata per il 2 Marzo. Motivo del rinvio nuovamente l'impossibilità di accogliere in una delle aule penali esistenti i 252 avvocati in rappresentanza dei 3 mila soci, che hanno chiesto di costituirsi parte civile.
«Da quasi un anno il processo penale - sottolineano da AssoAzionistiBPBari - al quale si aggrappano disperatamente i soci nella speranza di avere giustizia, non parte con gravi rischi anche di prescrizione. Ecco perché abbiamo deciso di scrivere al Prefetto di Bari per manifestare la gravità della situazione e proporre delle soluzioni. Abbiamo infatti suggerito di celebrare tutti i processi relativi alla Banca Popolare di Bari che sono già incardinati e che si incardineranno, nell'Auditorium della Guardia di Finanza in zona San Paolo. Un luogo sicuro, adeguato, funzionale, ampio e soprattutto di proprietà dello Stato, che non ha bisogno di autorizzazioni e costi. Auspichiamo che il Prefetto voglia raccogliere la nostra sollecitazione e che, con determinazione, voglia verificare la praticabilità della soluzione suggerita. Noi soci della BPB non possiamo permettere che oltre il danno, lo Stato ci riservi anche la beffa».
Dall'Unione Nazionale Consumatori giunge invece un'altra proposta, per far sì che il processo possa finalmente celebrarsi. «Dopo 4 udienze di mero rinvio, quella di oggi sarà l'ultima falsa partenza del processo. La maggior parte degli avvocati, infatti, ha aderito alla nostra idea di delegare pochi colleghi a partecipare alle udienze, fino a che si affronteranno questioni preliminari e non di merito. Così facendo, invece di avere 252 avvocati presenti, se ne avranno solo 32 e l'aula, che ha una capienza di soli 45 posti, potrà finalmente bastare», afferma l'avv. Antonio Calvani dell'Unione Nazionale Consumatori che, con l'avv. Corrado Canafoglia, l'avv. Valentina Greco e l'avv. Ennio Cerio rappresenta il collegio di difesa di 230 azionisti azzerati.