Banca Popolare di Bari, ordine di vendita violato

Sembrerebbe che alcuni azionisti siano stati "avvantaggiati" rispetto ad altri, che invece non hanno potuto riavere i propri soldi

venerdì 26 gennaio 2018 12.45
Nuovi guai per la Banca Popolare di Bari. Questa volta si parla di un ordine di vendita violato, ovvero una presunta violazione dell'ordine cronologico di vendita delle azioni che avrebbe permesso a qualche fortunato azionista di potersi sbarazzare dei propri titoli molto prima degli altri, con il conseguente vantaggio in termini economici.

La notizia è stata resa nota da Avvocati dei Consumatori, un'associazione che sta difendendo uno dei soci della banca, che, da quanto riporta Repubblica Bari, avrebbe diverse volte tentato di vendere le proprie quote senza riuscirci. Questa notizia potrebbe rappresentare un reale punto di svolta, per tutti gli azionisti che non sono riusciti a vendere e ritornare in possesso dei propri soldi. Se infatti dai registri dovesse risultare che qualche socio abbia avuto la possibilità di vendere prima degli altri, potrebbe esserci anche un'ipotesi di reato.

Ricordiamo che il problema nasce a partire dal dicembre del 2015, momenti in cui uno degli azionisti baresi presenta la richiesta di vendita dei propri titoli, per un controvalore di circa 3 mila euro. Richiesta che non viene mai evasa, dal momento che le azioni della Banca diventano contemporaneamente alla richiesta illiquide, ovvero quasi "impossibili" da vendere. Nell'aprile 2016 l'assemblea degli azionisti, inoltre, fa calare il valore dei titoli di circa il 20%, decisione in seguito alla quale molti azionisti optano per la vendita senza riuscire ad ottenerla. Contemporaneamente arrivano anche le inchieste della procura, tra cui quella relativa alla vendita delle azioni della Banca Popolare di Bari possedute dalla Debar.

A questo punto entra in gioco l'associazione Avvocati dei consumatori con il suo cliente, che riesce a settembre ad ottenere dal tribunale la richiesta di visionare l'ordine cronologico delle vendite, attraverso il quale si è potuto accertare che ci sono stati degli scavalcamenti, ovvero ordini di vendita presentati successivamente a quelli del cliente dell'associazione ed eseguiti, a differenza del suo.

Attendiamo ora eventuali sviluppi della vicenda, per cercare di capire come si muoveranno a questo punto anche gli altri azionisti e soprattutto capire cosa risponderà la banca in merito a queste nuove accuse.