Bari, aggressione a giornalista al Libertà. Condannata la moglie del boss Caldarola
Un anno e 4 mesi alla donna con rito abbreviato, riconosciuta l'aggravante mafiosa
giovedì 15 aprile 2021
18.36
È stata condannata ad un anno e 4 mesi, con il rito abbreviato, Monica Laera, moglie del boss Lorenzo Caldarola, per l'aggressione alla giornalista del Tg1 Maria Grazia Mazzola, avvenuta al quartiere Libertà circa 3 anni fa.
«Aggravante mafiosa riconosciuta - esulta, via Facebook, Mazzola - Ho vinto. Il giudice ha riconosciuto l'impianto accusatorio: Monica Laera mi ha aggredito nell'esercizio del controllo mafioso del territorio, il giudice ha riconosciuto le minacce di morte nei miei riguardi e le lesioni aggravate».
Il sindaco Antonio Decaro ha espresso soddisfazione: «La condanna per lesioni e minacce con aggravante del metodo mafioso - commenta Decaro - riconosce la brutalità dell'aggressione subita da Maria Grazia Mazzola mentre svolgeva il suo lavoro. Il Comune, nel costituirsi parte civile con gli avvocati civici Biancalaura Capruzzi e Camilla Caporusso nel processo ai danni di Monica Laera, ha voluto sin da subito condannare con fermezza quest'atto violento chiaramente riconducibile a logiche di supremazia e controllo del territorio proprie dei clan criminali. A Maria Grazia Mazzola, che con coraggio ha denunciato l'accaduto, giunga l'abbraccio dell'intera città e la solidarietà di tutti i baresi che come lei non si sono mai arresi davanti a queste logiche. L'informazione, il diritto alla cronaca e il lavoro di denuncia nella nostra città sono un diritto sacrosanto da difendere in tutte le circostanze».
«Aggravante mafiosa riconosciuta - esulta, via Facebook, Mazzola - Ho vinto. Il giudice ha riconosciuto l'impianto accusatorio: Monica Laera mi ha aggredito nell'esercizio del controllo mafioso del territorio, il giudice ha riconosciuto le minacce di morte nei miei riguardi e le lesioni aggravate».
Il sindaco Antonio Decaro ha espresso soddisfazione: «La condanna per lesioni e minacce con aggravante del metodo mafioso - commenta Decaro - riconosce la brutalità dell'aggressione subita da Maria Grazia Mazzola mentre svolgeva il suo lavoro. Il Comune, nel costituirsi parte civile con gli avvocati civici Biancalaura Capruzzi e Camilla Caporusso nel processo ai danni di Monica Laera, ha voluto sin da subito condannare con fermezza quest'atto violento chiaramente riconducibile a logiche di supremazia e controllo del territorio proprie dei clan criminali. A Maria Grazia Mazzola, che con coraggio ha denunciato l'accaduto, giunga l'abbraccio dell'intera città e la solidarietà di tutti i baresi che come lei non si sono mai arresi davanti a queste logiche. L'informazione, il diritto alla cronaca e il lavoro di denuncia nella nostra città sono un diritto sacrosanto da difendere in tutte le circostanze».