Bari, aggressione alla 47enne ivoriana, Emiliano: "Tutta la comunità unita contro ogni forma di violenza"
Il presidente della Puglia ha telefonato alla donna per esprimere la sua vicinanza alla vittima. Avviate indagini interne sugli operatori del 118 coinvolti nella vicenda
mercoledì 27 febbraio 2019
08.00
«Nessuna forma di razzismo può essere tollerata in qualunque contesto della vita civile del nostro Paese». Così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha commentato quanto accaduto ieri pomeriggio a Edith Tro, originaria della Costa d'Avorio e residente a Bari da trent'anni. Lo scorso mercoledì la donna stava attraversando il sottovia Duca degli Abruzzi quando è incappata in un gruppo di circa 6 donne che senza alcun motivo apparente hanno iniziato a prenderla a calci e pugni. La donna oltre alle botte ha dovuto anche subire la maleducazione e l'atteggiamento razzista di un'operatrice del 118. «Appena appresa dalla stampa dell'aggressione - ha proseguito Emiliano - ho chiamato la vittima per esprimerle la vicinanza della Regione Puglia e il grande dispiacere per quanto accaduto. Soprattutto le ho detto che non deve avere paura di nulla perché la comunità pugliese le è vicino ed è unita contro ogni tipo di violenza e discriminazione».
Sono stati avviati inoltre dalla Direzione generale della Asl tutti gli accertamenti sulle modalità dell'intervento dei soccorritori dopo la denuncia della vittima.
Duro anche il commento del sindaco di Bari Antonio Decaro, che su Facebook scrive: «"In trent'anni a Bari non mi era mai successa una cosa del genere". Questa è la frase che mi rimbalza in mente della telefonata di ieri con Edith, la cittadina barese di origini ivoriane che qualche sera fa è stata aggredita per strada, senza motivo. "Vattene al tuo Paese" le hanno urlato mentre le davano pugni e calci. Quale Paese? Edith vive e lavora qui da 30 anni, i suoi figli sono nati qui, frequentano scuola e università qui. Edith contribuisce alla crescita della nostra società, probabilmente molto più di quella gente che per sentirsi "italiana" ha bisogno di picchiare qualcuno col colore della pelle diverso dal suo. Be', questi per me non sono i baresi. I baresi sono quelli che "sim' tutt' cmbagn'", quelli che se hai bisogno di una mano si precipitano, chiunque tu sia. Ogni giorno sembra crescere un clima di odio che non ci appartiene. Possiamo avere idee diverse, religioni diverse, possiamo votare per un partito o per un altro. Ma non facciamoci togliere l'umanità, non facciamoci togliere il nostro senso di comunità. Il nostro essere baresi, per davvero».
Ferma condana anche da parte di Francesca Bottalico, l'assessore comunale al Welfare: «Il razzismo mi fa schifo e mi sconvolge ancora di più quando accade tra le strade della mia città. Un nuovo episodio a danno di una donna ivoriana che attraversa la città a piedi, come centinaia di noi lo fa quotidianamente. Un'aggressione con calci, pugni e schiaffi e insulti "Torna al tuo paese". Sono sconvolta ma anche più incazzata di sempre. Non possiamo rassegnarci, non dobbiamo cedere, non possiamo dividerci, e oggi più che mai abbiamo la responsabilità di riprenderci la nostra e le nostre comunità, investire sulle relazioni, non girare "la faccia", non perdere la direzione, investire sull'educazione e sulla cultura del noi. Il paese di Edith è Bari, la Bari che amiamo, che vogliamo, la Bari che sa accogliere e rendere tutti cittadini e cittadine del Mondo».
Sono stati avviati inoltre dalla Direzione generale della Asl tutti gli accertamenti sulle modalità dell'intervento dei soccorritori dopo la denuncia della vittima.
Duro anche il commento del sindaco di Bari Antonio Decaro, che su Facebook scrive: «"In trent'anni a Bari non mi era mai successa una cosa del genere". Questa è la frase che mi rimbalza in mente della telefonata di ieri con Edith, la cittadina barese di origini ivoriane che qualche sera fa è stata aggredita per strada, senza motivo. "Vattene al tuo Paese" le hanno urlato mentre le davano pugni e calci. Quale Paese? Edith vive e lavora qui da 30 anni, i suoi figli sono nati qui, frequentano scuola e università qui. Edith contribuisce alla crescita della nostra società, probabilmente molto più di quella gente che per sentirsi "italiana" ha bisogno di picchiare qualcuno col colore della pelle diverso dal suo. Be', questi per me non sono i baresi. I baresi sono quelli che "sim' tutt' cmbagn'", quelli che se hai bisogno di una mano si precipitano, chiunque tu sia. Ogni giorno sembra crescere un clima di odio che non ci appartiene. Possiamo avere idee diverse, religioni diverse, possiamo votare per un partito o per un altro. Ma non facciamoci togliere l'umanità, non facciamoci togliere il nostro senso di comunità. Il nostro essere baresi, per davvero».
Ferma condana anche da parte di Francesca Bottalico, l'assessore comunale al Welfare: «Il razzismo mi fa schifo e mi sconvolge ancora di più quando accade tra le strade della mia città. Un nuovo episodio a danno di una donna ivoriana che attraversa la città a piedi, come centinaia di noi lo fa quotidianamente. Un'aggressione con calci, pugni e schiaffi e insulti "Torna al tuo paese". Sono sconvolta ma anche più incazzata di sempre. Non possiamo rassegnarci, non dobbiamo cedere, non possiamo dividerci, e oggi più che mai abbiamo la responsabilità di riprenderci la nostra e le nostre comunità, investire sulle relazioni, non girare "la faccia", non perdere la direzione, investire sull'educazione e sulla cultura del noi. Il paese di Edith è Bari, la Bari che amiamo, che vogliamo, la Bari che sa accogliere e rendere tutti cittadini e cittadine del Mondo».