Bari, al Policlinico i papà potranno tornare ad assistere al parto
Necessario aver effettuato un tampone 48 ore prima, entreranno con camice e ffp2
martedì 18 maggio 2021
12.01
Al Policlinico di Bari si potrà tornare ad assistere alle nascite in sala parto, dopo aver accertato la negatività del partner al test molecolare anti covid.
L'azienda ospedaliero universitaria ha riaperto questa possibilità con una procedura operativa che garantisce la sicurezza della futura mamma, delle altre pazienti e del personale sanitario.L'ostetrica prende in carico la paziente in fase di travaglio o nell'imminenza del parto, al ginecologo è affidato il colloquio informativo e nelle procedure di ricovero lo screening dell'accompagnatore che dovrà compilare un modulo di autocertificazione predisposto dall'azienda ospedaliera, in cui dovrà indicare anche se guarito da Covid nei sei mesi precedenti o se vaccinato.
Dovrà essere fornito il referto del test molecolare con esito negativo effettuato in un laboratorio accreditato nelle 48 ore precedenti l'ammissione al reparto di ostetricia. Non saranno in nessun caso accettati referti di tamponi antigenici. Una volta accertato che non ci siano situazioni di rischio di contagio, al partner verranno forniti dal personale infermieristico mascherina ffp2, camice monouso e calzari prima di accedere al blocco parto per assistere alle ultime fasi della nascita.
«La presenza del papà durante il parto rappresenta un momento importante perché segna il primo incontro con il nascituro facilitando l'instaurarsi del legame familiare e ha una valenza anche per la neo mamma in quanto può avere una funzione rasserenante. L'emergenza Covid ha reso impossibile per lungo tempo questa interazione, adesso siamo in condizione di poter ripristinare in sicurezza tale possibilità», conclude il professor Ettore Cicinelli, direttore dell'unità operativa di ostetricia e ginecologia.
L'azienda ospedaliero universitaria ha riaperto questa possibilità con una procedura operativa che garantisce la sicurezza della futura mamma, delle altre pazienti e del personale sanitario.L'ostetrica prende in carico la paziente in fase di travaglio o nell'imminenza del parto, al ginecologo è affidato il colloquio informativo e nelle procedure di ricovero lo screening dell'accompagnatore che dovrà compilare un modulo di autocertificazione predisposto dall'azienda ospedaliera, in cui dovrà indicare anche se guarito da Covid nei sei mesi precedenti o se vaccinato.
Dovrà essere fornito il referto del test molecolare con esito negativo effettuato in un laboratorio accreditato nelle 48 ore precedenti l'ammissione al reparto di ostetricia. Non saranno in nessun caso accettati referti di tamponi antigenici. Una volta accertato che non ci siano situazioni di rischio di contagio, al partner verranno forniti dal personale infermieristico mascherina ffp2, camice monouso e calzari prima di accedere al blocco parto per assistere alle ultime fasi della nascita.
«La presenza del papà durante il parto rappresenta un momento importante perché segna il primo incontro con il nascituro facilitando l'instaurarsi del legame familiare e ha una valenza anche per la neo mamma in quanto può avere una funzione rasserenante. L'emergenza Covid ha reso impossibile per lungo tempo questa interazione, adesso siamo in condizione di poter ripristinare in sicurezza tale possibilità», conclude il professor Ettore Cicinelli, direttore dell'unità operativa di ostetricia e ginecologia.