Bari, auricolari e microcamere per truccare l'esame teorico di guida. Sequestrate 70 patenti

L'indagine iniziata nel 2014 si conclude con 92 denunce. Al vertice dell'organizzazione un affiliato al clan Parisi

giovedì 22 novembre 2018 12.44
A cura di Riccardo Resta
Avevano messo in piedi un ingegnoso sistema per permettere ai candidati di superare l'esame teorico per il rilascio del titolo abilitativo alla guida in maniera fraudolenta, servendosi di microcamere e auricolari bluetooth. L'indagine "Mezzobusto" della Polizia Stradale di Bari, iniziata nel luglio 2014 e proseguita fino al giugno 2015 sotto il coordinamento del PM Luciana Silvestris della Procura di Bari, ha portato al sequestro preventivo di ben 70 patenti (altri 5 sono i casi di esami non andati a buon fine nonostante il tentativo di truccare la prova), e al deferimento di 9 persone, ritenute responsabili del reato di associazione a delinquere finalizzata ad agevolare il conseguimento delle patenti di guida con metodi fraudolenti. A questi si aggiungono altri 83 soggetti in concorso con i sodali nei numerosi reati contestati, per un totale di 92 indagati, tra cui nessun funzionario della Motorizzazione.

L'architettura dell'organizzazione criminale

L'organizzazione aveva al proprio vertice un pluripregiudicato, attualmente detenuto per gravi reati di associazione mafiosa, imparentato con il clan Parisi di Japigia, rione di Bari dove avevano sede i locali divenuti quartier generale della "regia" che andava in scena ogni volta che un candidato si trovava a sostenere l'esame di guida.

La lunga indagine della Polstrada ha messo in evidenza come l'ingegnoso sistema avesse di fatto superato la pratica, già in passato diffusa, della radiocomunicazione con un meccanismo di "assistenza alla risposta" telematico. Perno dell'architettura fraudolenta era l'esistenza di una centrale operativa collocata lontano dagli uffici della motorizzazione, presso l'abitazione di uno degli indagati. Servendosi dell'aiuto di due scuole guida compiacenti (una a Bari, l'altra ad Altamura), i criminali organizzavano delle vere e proprie "prove preliminari" d'esame, come dimostrato dalle varie intercettazioni di cui si sono serviti gli inquirenti nel corso dell'indagine.

L'attività investigativa ha, quindi, permesso di individuare anche i luoghi dove "vestire" i candidati, a cui veniva fornita non solo la dotazione tecnica (auricolari e trasmittenti), ma anche l'abbigliamento più adatto a occultare le strumentazioni, facendo particolare attenzione a sostituire l'ultimo bottone della camicia o della polo con una microcamera di precisione attraverso la quale chi si trovava in cabina di regia poteva visionare la domanda in questione e fornire al candidato senza scrupoli la risposta corretta. I poliziotti hanno, inoltre, documentato come, per una questione di pudicizia, alle esaminande venisse offerto il supporto di una donna, classe 1980, nella fase di vestizione.

I costi e lo spargimento della voce

L'attività investigativa della Polstrada ha portato a rilevare che, per sostenere l'esame teorico con questo metodo fraudolento, i candidati versassero nelle casse dell'organizzazione criminale fra i 2.500 e i 3.500 Euro, a seconda della difficoltà dell'esame (in alcuni casi i malfattori hanno assistito anche candidati che dovevano ottenere la Carta di Qualificazione del Conducente, indispensabile per uso professionale).

Durante il corso delle indagini è stato accertato che avevano fatto ricorso a questo sistema illecito persone provenienti non solo da Bari e provincia, ma anche dall'hinterland brindisino, tarantino e addirittura materano, a dimostrazione del fatto che il sodalizio avesse saputo spargere bene la voce in merito alle proprie attività. A loro si sono rivolti cittadini italiani e stranieri.

Assetto dell'organizzazione

Membro apicale del sodalizio era, come detto, un uomo classe 1958, di alta caratura criminale in quanto vicino al clan mafioso Parisi. Egli si è fatto aiutare nella gestione dell'organizzazione da tre congiunti, classe '64, '91 e '86, con il ruolo di staffette, vedette e supporto logistico a candidati. A gestire la "regia" c'era un uomo classe '80, esperto di sistemi di comunicazione telematica. A recuperare le attrezzature fondamentali per architettare le frodi era addetto un uomo classe 1989, quando di questo non si occupava il capo in prima persona. Fra i titolari di scuole guida conniventi è stato individuato un altamurano, classe 1940.

La partecipazione dei genitori e l'acquisto di patenti professionali

A lasciare perplessi è la disponibilità dei genitori di alcuni candidati a versare ingenti cifre per l'acquisto - a tutti gli effetti - di metà patente (l'organizzazione non prendeva parte agli esami pratici, rimarca la polizia), invece che indirizzare i figli neo maggiorenni al regolare studio del codice della strada. «La connivenza dei genitori - spiega il dottor Damiano Nappi, dirigente della sezione Polstrada della Questura di Bari - ha creato particolare allarme. La cosa che, però, preoccupa di più è l'acquisto di una patente professionale molto pericolosa come il CQC. Alla guida ci sarebbe potuta essere gente che non avrebbe avuto titolo per circolare sulle strade italiane».