Bari celebra i 74 anni della Repubblica, Boccia: «Con responsabilità saremo ancora più forti»

La cerimonia al sacrario militare alla presenza del ministro per le Regioni. Emiliano: «La dedica è agli operatori dell'informazione»

martedì 2 giugno 2020 11.48
A cura di Riccardo Resta
Bari celebra il 74mo anniversario della Repubblica italiana, ricordando la data del 2 giugno 1946 quando il primo referendum a suffragio universale della storia italiana sancì il nuovo ordinamento statuale. Alla cerimonia solenne del sacrario militare di via Gentile ha partecipato il ministro delle Regioni Francesco Boccia, insieme al prefetto Antonella Bellomi (che ha letto il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella), al governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, all'assessore comunale Carla Palone e alle alte cariche di polizia, carabinieri, esercito, marina e aeronautica.

Una festa della Repubblica segnata, quest'anno, dalla crisi economica e sanitaria del Covid-19, e che anticipa la riapertura fra regioni prevista per domani: «La bontà del lavoro fatto ci ha portati fin qui - dice Boccia. Il 3 giugno segue il 2, una coincidenza straordinaria. Il Paese è stato unico nella sua solidarietà; festeggiare oggi i 74 anni della Repubblica sia occasione per ripartire con la forza che l'Italia ha sempre avuto nei momenti difficili. Quando siamo ripartiti lo abbiamo fatto diventando più forti di prima. Da domani il programma del Governo verrà rispettato, con attenzione al distanziamento sociale; ora teniamoci per mano, sapendo che ogni regione è legata all'altra. Dobbiamo convivere col virus fino a quando non ci sarà vaccino; rispetto a tre mesi fa il Paese è in condizioni di poter camminare di nuovo. Un grazie agli operatori sanitari e alle forze armate, agli apparati dello Stato e agli italiani».

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La data della riapertura totale si avvicina, portando con sé un po' di paura sul futuro prossimo dell'Italia. Il ministro prova a tranquillizzare: «Rispettiamo le regole come abbiamo sempre fatto - prosegue Boccia. Gli italiani hanno già dimostrato senso di responsabilità; ora inizia una nuova normalità, da affrontare come è stato per il lockdown. Non eravamo pronti a una chiusura così totale ma ce l'abbiamo fatta. inizia una fase ancora più complessa: bisogna proteggere l'economia e i posti di lavoro, sapendo che salute e vita vengono prima di tutto. Il giorno dei 74 anni della Repubblica deve farci riflettere sulle conquiste dei nostri nonni, ce noi abbiamo il dovere di rafforzare. Bisogna mettere insieme diritti e doveri; stiamo credendo in noi e andiamo avanti».

Il presidente Emiliano dedica la festa della Repubblica agli operatori dell'informazione, che «In questo periodo così difficile erano in giro, correndo dei rischi per salvaguardare un precetto base della Costituzione. La Repubblica è fatta da libertà fondamentali, collegate fra loro; quella fondamentale è di essere liberi di esprimere le proprie opinioni, di criticare chi governa. Essere informati è la cosa più importante che esista; la stampa in questo periodo è stata capace di educare un popolo all'epidemiologia, pur con tutti i limiti del caso. Se adesso possiamo festeggiare la Repubblica riaprendo il Paese è perché gli italiani conoscono il virus, sanno come usare i dispositivi di protezione, sanno rispondere alle misure per aggredire eventuali nuovi contagi. La dedica è anche a chi ha lavorato in sanità, in protezione civile e nelle forze dell'ordine. I "soliti" che ci sono sempre: dalla lotta alla mafia, al terrorismo, alla corruzione, alle pandemie».

Il messaggio di Mattarella ai prefetti


«Cari Prefetti,
desidero rivolgere il mio saluto a voi e a quanti, ricoprendo pubbliche funzioni, festeggiano oggi il 74° anniversario della fondazione della Repubblica: a tutti voi, consapevoli dell'onore e della responsabilità di rappresentarne le istituzioni, è affidata la testimonianza viva e praticata dei valori di libertà, democrazia e uguaglianza posti alla base della nostra Costituzione.
La pluralità e diversità, che la Carta repubblicana ha voluto garantire, vive nella leale collaborazione fra lo Stato e le autonomie, nella sinergia fra i livelli di governo, nell'esercizio quotidiano dei principi di solidarietà e sussidiarietà, finalizzati ad assicurare l'unità della nazione insieme all'efficacia dell'azione pubblica.
Ai Prefetti, attori di coesione sociale e istituzionale, spetta il compito di favorire un'efficace sintesi delle complessità e di porsi al servizio delle istanze dei territori, non solo per farsene interpreti presso le autorità centrali di governo, ma anche per offrire soluzioni stimolando intese e collaborazioni in sede locale.
Oltre alla vigilanza che i Prefetti sono chiamati a garantire sul sereno e regolare svolgimento delle competizioni elettorali, resta fondamentale l'azione rivolta alla prevenzione di possibili forme di condizionamento delle amministrazioni locali da parte della criminalità organizzata. A tutela della libera determinazione degli organi elettivi, permane attuale l'esigenza di combattere i fenomeni di mafia e corruzione che sottraggono illecitamente risorse alle collettività e alle loro prospettive di crescita, alterando gli equilibri di mercato e le dinamiche competitive fra operatori economici.
Nel vostro costante impegno a tutela della sicurezza e serenità della convivenza, vi orienta lo spirito della Costituzione repubblicana, dei diritti e doveri dei cittadini che essa proclama così come dei limiti che pone alle autorità, nel segno del primato della legalità. Il coordinato impegno delle Forze di Polizia rappresenta una leva fondamentale per rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche e affrontarne le paure, prevenendo possibili spinte irrazionali alla violenza e al rifiuto delle regole.
Il sentimento di appartenenza ad una comunità coesa e solidale si cementa, altresì, attraverso l'equilibrato contemperamento degli interessi, essenza della funzione di mediazione che i Prefetti esercitano in più ambiti, alla ricerca di un punto di incontro che anteponga il bene generale alle convenienze particolari.
È un compito tanto più delicato nel momento in cui, specie in alcune aree del Paese, le incertezze del ciclo economico sembrano non offrire solide prospettive a molti lavoratori, soprattutto giovani, ed alle loro famiglie. La condizione di donne e uomini in difficoltà – che richiama ciascuno all'adempimento degli inderogabili doveri costituzionali di solidarietà – è alleviata dalle reti di protezione sociale attive sui territori, spesso con il concorso generoso del volontariato e dell'associazionismo, che meritano la stima e il sostegno delle istituzioni.
Con questi auspici, confidando che il 2 giugno possa essere momento di rinnovata riflessione sul significato profondo del pubblico servire, rinnovo i più cari auguri di buon lavoro a voi Prefetti, alle istituzioni locali ed a quanti condividono con voi la celebrazione dell'anniversario repubblicano».