Bari celebra il 25 aprile. Decaro: «Data più importante della nostra storia»

Dal Sacrario Militare alla sede di Radio Bari: giornata dedicata al ricordo della Liberazione. Pappalardo: «Questa città simbolo della Resistenza»

mercoledì 25 aprile 2018 13.11
A cura di Riccardo Resta
Da 73 anni l'Italia è un Paese libero. Il 25 aprile 1945 i Comitati di Liberazione Nazionale proclamarono l'insurrezione generale in tutti i territori italiani ancora occupati dalle ultime truppe nazifasciste. Una tappa fondamentale nella storia della lotta partigiana per il recupero delle libertà dopo il ventennio fascista e gli orrori della guerra mondiale.

Ogni anno il 25 aprile è un momento di riflessione, ricordo e celebrazioni in tutta Italia, e anche a Bari la festa della Liberazione è una ricorrenza commemorata con tutti gli onori che merita. Tanti gli eventi organizzati in città per ricordare la nostra libertà, a cominciare dalla solenne cerimonia al Sacrario Militare di via Gentile, alla presenza degli alti vertici delle Forze dell'Ordine locali e delle Istituzioni, compreso il sindaco Antonio Decaro e il prefetto Marilisa Magno, nonché di diverse classi di alcuni istituti superiori baresi. «Il 25 aprile forse è la data più importante per il nostro Paese - ricorda il primo cittadino - perché quel giorno si segnò la frattura tra gli orrori della guerra, la barbarie del regime nazifascista e quello che è accaduto dopo. Una storia fatta di democrazia, di libertà e diritti civili; la storia di un popolo che ha saputo ricostruire partendo dalle macerie di una guerra civile».

In prima linea c'è l'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani), presieduta nella sua sezione barese dal professor Ferdinando Pappalardo, che dice: «Il 25 aprile è una ricorrenza simbolica ma non solo. Se per "simbolo" intendiamo qualcosa di pietrificato allora certamente non lo è; se invece lo intendiamo come qualcosa che ha il valore di un ammonimento, di una lezione che contiene un significato allora sì, è la data simbolica della democrazia italiana. Se il 2 giugno celebriamo la nascita della Repubblica, il 25 aprile dobbiamo salutare il ritorno della nostra libertà».

In quei giorni in cui l'Italia lottava per riguadagnare diritti e libertà, Bari fu teatro di eventi di decisiva importanza. «Qui si sono consumati diversi fatti - spiega Pappalardo - a cominciare dalla strage di via Niccolò dell'Arca, il 28 luglio del '43, giorno in cui l'esercito sparò a zero su dei dimostranti pacifici, mettendo in luce l'effettiva continuità tra il regime di Mussolini e il governo Badoglio. Un aspetto su cui si dovrebbe indagare più approfonditamente. Un altro evento fondamentale fu la difesa del porto di Bari, il 9 settembre 1943, all'indomani dell'armistizio, quando i militari di stanza a Bari e il popolo della città vecchia si opposero al tentativo di sabotare le attrezzature portuali. Due episodi molto significativi nella storia della Resistenza».

A Bari venne mosso anche il primo passo della nascitura Repubblica: «Qui - ricorda il professor Pappalardo - si tenne il famoso convegno del Comitato di Liberazione Nazionale, celebrato presso il teatro Piccinni; il primo momento di confronto, discussione e impegno di tutte le forze antifasciste. In quella circostanza Benedetto Croce pronunciò un celeberrimo discorso, in cui accusò il re di essere stato complice del regime».

Da segnalare, all'esterno del Sacrario, anche un presidio della rete antifascista barese, capeggiata dalla sezione locale della lista Potere al Popolo, contraria al «Tenore militare che assume ogni anno la parata», come spiegano gli stessi manifestanti.

Di lì le celebrazioni si sono spostate verso il centro cittadino. Prima a Palazzo di Città, dove è stata deposta una corona di fiori ai piedi della lapide che ricorda i nomi dei partigiani baresi, poi in via Putignani, all'altezza del civico 247, luogo in cui sorgeva la sede di Radio Bari, la prima emittente locale libera dai vincoli del regime fascista.

Durante le celebrazioni è stata scoperta una targa commemorativa di un luogo simbolo della ritrovata libertà della città e del Paese, alla presenza del segretario di GCIL Bari Gigia Bucci, della presidente del Municipio I Micaela Paparella e dell'assessore alle Politiche Giovanili Paola Romano, che dichiara: «In questo luogo, 73 anni fa, si sono riuniti intellettuali, magistrati, giornalisti, insegnanti e studenti. I ragazzi di oggi, quelli che hanno 11 o 13 anni, non sanno che qui, in via Putignani, è partita la Resistenza non solo barese, ma di tutto il Paese e di tutta Europa. Queste persone non soltanto non si sono piegate all'assenza di libertà d'espressione, ma hanno messo su un palinsesto culturale e politico d'avanguardia. Noi dobbiamo raccontare ai neo maggiorenni, i cui nonni non hanno vissuto la guerra e l'oppressione fascista, quello che è accaduto qui, perché il coraggio e i valori democratici di queste persone fanno parte del nostro DNA. Per questo vanno conosciuti, ricordati e portati avanti».
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