Bari, centri diurni senza soldi, tre sono già a rischio chiusura
Da 8 mesi non arrivano fondi: «Non si può gestire la situazione ora come se fosse normale»
giovedì 6 maggio 2021
8.21
La rete dei centri diurni a Bari è a rischio. Da 8 mesi non percepiscono alcun sostegno, e dalla Regione Puglia al momento non sembra esserci la possibilità di sbloccare la situazione, dato che i fondi sembrano esserci, ma la burocrazia blocca tutto. Già tre anni fa si erano trovati di fronte alle difficoltà, all'epoca legate al mancato rinnovo delle convenzioni. Situazione che però riuscì a risolversi, ma ora purtroppo, in piena emergenza pandemica, sembra si sia davvero arrivati al capolinea. Tre strutture, il Centro Insieme a Japigia, Abracadabra a Torre a Mare e Volto Santo di Carbonara, molto probabilmente a breve dovranno chiudere, non avendo nemmeno le risorse per pagare i Durc.
«Già a gennaio avevamo chiesto attenzione alla Regione Puglia - spiega Orazio Nobile del Centro Educativo Diurno Fondazione Giovanni Paolo II onlus del San Paolo - perché erano 4-5 mesi che non percepivamo nulla. Ora siamo arrivati a maggio, tra due mesi finisce l'anno sociale e non abbiamo ancora potuto nemmeno fatturare. Non possiamo nemmeno richiedere quello che ci spetta. Siamo davvero arrivati alla fine, non ce la faremo ad arrivare a luglio. Stiamo anticipando tutte le spese, gli stipendi, ma ci sono colleghi che da mesi non percepiscono nulla e la situazione è ormai insostenibile. Le risorse in Regione ci sono, ma la burocrazia le ha ingabbiate e per far sì che queste risorse arrivino ai comuni e agli ambiti ci vorranno almeno uno o due mesi».
L'emergenza epidemiologica in corso, inoltre, ha anche peggiorato la situazione, costringendo i centri a ulteriori spese per poter ripartire dopo il lockdown. A maggio dello scorso anno, i centri ripartirono subito per supportare i bambini da loro seguiti e a settembre hanno ripreso le attività con l'aggravio di spese legato proprio al Covid. È stato infatti necessario adattare le strutture alle normative anti-Covid, e hanno supportato le spese legate ai dispositivi di protezione per i bambini e per tutti gli operatori.
«Nonostante tutto non abbiamo saltato un solo giorno - aggiunge Nobile - siamo sempre stati aperti e non abbiamo lasciato un solo bambino indietro. Siamo però senza più risorse, specialmente le cooperative più piccole, siamo al limite. Abbiamo parlato diverse volte con la Regione, con l'assessore Barone insediatasi da poco che ha fatto salti mortali per trovare le risorse necessarie nel giro di due settimane, ma davvero la burocrazia in questa situazione complica solo le cose, ci sono una serie di procedure e lungaggini inutili per cui il passaggio delle risorse dalla Regione ai Comuni, e dai Comuni a noi chiede mesi, procedure, un apparato burocratico inutile soprattutto ora in tempo di emergenza. Non si può gestire la situazione ora come se fosse normale».
Ora il loro appello è diretto al presidente Michele Emiliano, che da sindaco di Bari fu promotore dell'ampliamento della rete dei centri diurni, e che conosce benissimo le realtà di cui si parla.
«I centri sono situati in tutte le periferie della città di Bari - conclude Nobile - abbiamo sostenuto anche famiglie colpite dal Covid, aiutandole con la spesa, con i farmaci, abbiamo aiutato i bambini con la didattica a distanza, fornito loro i tablet, abbiamo fatto tutto quello che potevamo, ma ora siamo alla fine. Molti bambini, che siamo soliti seguire nel pomeriggio, sono stati costretti a venire da noi anche di mattina, per seguire le lezioni in DaD in quanto senza connessione o con poca connessione a casa, abbiamo messo a disposizione computer e connessione. Nel momento in cui molti hanno tirato i remi in barca noi abbiamo aumentato i nostri servizi, perché i bambini che seguiamo sono i primi che vanno in difficoltà in certe situazioni, e non ci è stato riconosciuto nulla. Non abbiamo avuto nemmeno il coraggio di dirlo ancora alle nostre famiglie, perché i problemi dei bambini si sono amplificati e avere addosso la responsabilità di lasciarli per strada è davvero pesante».
«Già a gennaio avevamo chiesto attenzione alla Regione Puglia - spiega Orazio Nobile del Centro Educativo Diurno Fondazione Giovanni Paolo II onlus del San Paolo - perché erano 4-5 mesi che non percepivamo nulla. Ora siamo arrivati a maggio, tra due mesi finisce l'anno sociale e non abbiamo ancora potuto nemmeno fatturare. Non possiamo nemmeno richiedere quello che ci spetta. Siamo davvero arrivati alla fine, non ce la faremo ad arrivare a luglio. Stiamo anticipando tutte le spese, gli stipendi, ma ci sono colleghi che da mesi non percepiscono nulla e la situazione è ormai insostenibile. Le risorse in Regione ci sono, ma la burocrazia le ha ingabbiate e per far sì che queste risorse arrivino ai comuni e agli ambiti ci vorranno almeno uno o due mesi».
L'emergenza epidemiologica in corso, inoltre, ha anche peggiorato la situazione, costringendo i centri a ulteriori spese per poter ripartire dopo il lockdown. A maggio dello scorso anno, i centri ripartirono subito per supportare i bambini da loro seguiti e a settembre hanno ripreso le attività con l'aggravio di spese legato proprio al Covid. È stato infatti necessario adattare le strutture alle normative anti-Covid, e hanno supportato le spese legate ai dispositivi di protezione per i bambini e per tutti gli operatori.
«Nonostante tutto non abbiamo saltato un solo giorno - aggiunge Nobile - siamo sempre stati aperti e non abbiamo lasciato un solo bambino indietro. Siamo però senza più risorse, specialmente le cooperative più piccole, siamo al limite. Abbiamo parlato diverse volte con la Regione, con l'assessore Barone insediatasi da poco che ha fatto salti mortali per trovare le risorse necessarie nel giro di due settimane, ma davvero la burocrazia in questa situazione complica solo le cose, ci sono una serie di procedure e lungaggini inutili per cui il passaggio delle risorse dalla Regione ai Comuni, e dai Comuni a noi chiede mesi, procedure, un apparato burocratico inutile soprattutto ora in tempo di emergenza. Non si può gestire la situazione ora come se fosse normale».
Ora il loro appello è diretto al presidente Michele Emiliano, che da sindaco di Bari fu promotore dell'ampliamento della rete dei centri diurni, e che conosce benissimo le realtà di cui si parla.
«I centri sono situati in tutte le periferie della città di Bari - conclude Nobile - abbiamo sostenuto anche famiglie colpite dal Covid, aiutandole con la spesa, con i farmaci, abbiamo aiutato i bambini con la didattica a distanza, fornito loro i tablet, abbiamo fatto tutto quello che potevamo, ma ora siamo alla fine. Molti bambini, che siamo soliti seguire nel pomeriggio, sono stati costretti a venire da noi anche di mattina, per seguire le lezioni in DaD in quanto senza connessione o con poca connessione a casa, abbiamo messo a disposizione computer e connessione. Nel momento in cui molti hanno tirato i remi in barca noi abbiamo aumentato i nostri servizi, perché i bambini che seguiamo sono i primi che vanno in difficoltà in certe situazioni, e non ci è stato riconosciuto nulla. Non abbiamo avuto nemmeno il coraggio di dirlo ancora alle nostre famiglie, perché i problemi dei bambini si sono amplificati e avere addosso la responsabilità di lasciarli per strada è davvero pesante».