Bari dedica una strada a Giulio Pastore, fu fondatore della Cisl
Si tratta di una traversa di via Fanelli. Nella sua vita è stato anche ministro del Mezzogiorno
mercoledì 16 settembre 2020
Ieri pomeriggio il sindaco di Bari Antonio Decaro ha partecipato alla cerimonia per l'intitolazione della traversa al n. 201 di via Fanelli a Giulio Pastore, fondatore della CISL e ministro per il Mezzogiorno negli anni '60 nel secondo Governo Fanfani, durante il quale lavorò a modificare la gestione della Cassa per il Mezzogiorno, tentando di coinvolgere i soggetti sociali nelle politiche di sviluppo, promuovendo la formazione professionale e la ristrutturazione degli Istituti di Credito come l'Istituto per lo Sviluppo economico dell'Italia Meridionale.
Alla cerimonia sono intervenuti anche la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan, il segretario della Ust Cisl Bari Giuseppe Boccuzzi e il presidente del Municipio II Gianlucio Smaldone.
«Siamo qui per legare il nome di una strada della nostra città a un uomo che ha lasciato una traccia profonda nella storia del nostro Paese, con una testimonianza chiara per quanto riguarda i valori della solidarietà e della tutela dei diritti dei lavoratori - ha dichiarato il sindaco Decaro. Dopo aver militato per anni tra le fila della gioventù cattolica al fianco dei lavoratori e dopo aver partecipato alla fondazione della Democrazia cristiana, con la fine dell'unità sindacale Giulio Pastore scelse di fondare la CISL - Confederazione italiana dei sindacati dei lavoratori per unificare le forze sindacali democratiche. Quella scelta, frutto di un percorso coerente, lo portò da allora a ribadire con forza l'importanza dell'autonomia del sindacato dai partiti. La sua storia personale e politica, fondata su un impegno costante per la formazione culturale dei lavoratori, testimonia la convinzione che una rappresentanza consapevole dei lavoratori potesse e dovesse farsi classe dirigente per orientare al meglio lo sviluppo economico del Paese. Sua fu la decisione, duramente avversata e contestata ma vincente, presa nel giugno del 1947 e maturata negli anni successivi, di far partecipare il sindacato alle responsabilità connesse alla politica economica di ricostruzione, e in particolare al piano Marshall. Questo suo modo di intendere la politica sindacale lo trovo molto attuale, soprattutto se lo confrontiamo con il difficile momento vissuto con il lockdown e con la necessità di chiamare a raccolta, ognuno per le proprie responsabilità, le forze politiche e quelle sindacali, le forze imprenditoriali e la società civile. Solo con una chiamata generale, come fu l'adesione al piano Marshall nel dopoguerra, potrà consentire a questo meraviglioso Paese di riprendersi e guardare al futuro con più speranza. Spero che l'insegnamento di Giulio Pastore, che da ministro del Mezzogiorno, scelse di non sostituirsi alle forze sociali ma anzi di coinvolgerle in un nuovo approccio innovativo per quegli anni con l'obiettivo di rendere i soggetti sociali protagonisti delle politiche di sviluppo, possa essere colto e valorizzato da chi oggi ha responsabilità di governo nazionale e locale sia nelle istituzioni che nel sindacato. Un'intuizione che a sessant'anni di distanza resta pienamente valida e straordinariamente attuale».
Alla cerimonia sono intervenuti anche la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan, il segretario della Ust Cisl Bari Giuseppe Boccuzzi e il presidente del Municipio II Gianlucio Smaldone.
«Siamo qui per legare il nome di una strada della nostra città a un uomo che ha lasciato una traccia profonda nella storia del nostro Paese, con una testimonianza chiara per quanto riguarda i valori della solidarietà e della tutela dei diritti dei lavoratori - ha dichiarato il sindaco Decaro. Dopo aver militato per anni tra le fila della gioventù cattolica al fianco dei lavoratori e dopo aver partecipato alla fondazione della Democrazia cristiana, con la fine dell'unità sindacale Giulio Pastore scelse di fondare la CISL - Confederazione italiana dei sindacati dei lavoratori per unificare le forze sindacali democratiche. Quella scelta, frutto di un percorso coerente, lo portò da allora a ribadire con forza l'importanza dell'autonomia del sindacato dai partiti. La sua storia personale e politica, fondata su un impegno costante per la formazione culturale dei lavoratori, testimonia la convinzione che una rappresentanza consapevole dei lavoratori potesse e dovesse farsi classe dirigente per orientare al meglio lo sviluppo economico del Paese. Sua fu la decisione, duramente avversata e contestata ma vincente, presa nel giugno del 1947 e maturata negli anni successivi, di far partecipare il sindacato alle responsabilità connesse alla politica economica di ricostruzione, e in particolare al piano Marshall. Questo suo modo di intendere la politica sindacale lo trovo molto attuale, soprattutto se lo confrontiamo con il difficile momento vissuto con il lockdown e con la necessità di chiamare a raccolta, ognuno per le proprie responsabilità, le forze politiche e quelle sindacali, le forze imprenditoriali e la società civile. Solo con una chiamata generale, come fu l'adesione al piano Marshall nel dopoguerra, potrà consentire a questo meraviglioso Paese di riprendersi e guardare al futuro con più speranza. Spero che l'insegnamento di Giulio Pastore, che da ministro del Mezzogiorno, scelse di non sostituirsi alle forze sociali ma anzi di coinvolgerle in un nuovo approccio innovativo per quegli anni con l'obiettivo di rendere i soggetti sociali protagonisti delle politiche di sviluppo, possa essere colto e valorizzato da chi oggi ha responsabilità di governo nazionale e locale sia nelle istituzioni che nel sindacato. Un'intuizione che a sessant'anni di distanza resta pienamente valida e straordinariamente attuale».