Bari dice addio all'editore Diego De Donato, pioniere della cultura post bellica
La sua casa editrice "Leonardo Da Vinci" pubblicò, fra gli altri, anche autori come Primo Levi, Fosco Maraini e il tedesco Rilke
lunedì 18 novembre 2019
23.11
È morto a Bari, sua città natale, il famoso editore Diego De Donato, morto all'età di novant'anni. De Donato è stato un vero pioniere della cultura italiana nel secondo dopoguerra: nel 1947, all'età di 22 anni, la sua casa editrice "Leonardo Da Vinci" diede alle stampe i primi scritti del celebre antropologo Fosco Maraini. In poco tempo alla "scuderia" di De Donato si aggiunsero autori importanti come Carlo Levi, Rocco Scotellaro, Franco Fortini. Per la casa editrice di De Donato vennero pubblicate in Italia le opere del poeta tedesco R.M. Rilke, del drammaturgo russo Michail Bulgakov, del critico letterario Viktor Sklovskji, del filosofo del linguaggio statunitense Noam Chomsky.
Dopo i primi vent'anni di attività come "Leonardo Da Vinci", la casa editrice di De Donato prese il nome del suo fondatore fino al 1989, quando l'attività editoriale cessò.De Donato, casa editrice di Bari, hè stata punto di riferimento della vita culturale italiana, nonché "trampolino" per tantissimi intellettuali meridionali, fra critica letteraria, diritto e sociologia.
Tra gli autori pubblicati da De Donato ci sono nomi di spicco come Bruno Caruso, Pietro Barcellona, Franco Cassano, Arcangelo Leone de Castris, Franco De Felice.
«Con la scomparsa di Diego De Donato Bari perde un pezzo della sua più bella storia intellettuale, fatta di intelligenza, curiosità, interdisciplinarietà e di grandi intuizioni editoriali - scrive Antonio Decaro, sindaco di Bari. Diego De Donato è stato un pioniere nella nostra città, e con le sue pubblicazioni ha saputo dar voce al pensiero e agli ideali di una sinistra critica e libera dall'ortodossia, finendo per diventare il punto di riferimento di quella "Ecole barisienne" che ha prodotto riflessioni interessanti e feconde per la storia e la politica italiana. Ai familiari di Diego De Donato, che fino alla fine si è detto orgogliosamente barese, giunga l'abbraccio del sindaco e dell'intera città di Bari».
Dopo i primi vent'anni di attività come "Leonardo Da Vinci", la casa editrice di De Donato prese il nome del suo fondatore fino al 1989, quando l'attività editoriale cessò.De Donato, casa editrice di Bari, hè stata punto di riferimento della vita culturale italiana, nonché "trampolino" per tantissimi intellettuali meridionali, fra critica letteraria, diritto e sociologia.
Tra gli autori pubblicati da De Donato ci sono nomi di spicco come Bruno Caruso, Pietro Barcellona, Franco Cassano, Arcangelo Leone de Castris, Franco De Felice.
«Con la scomparsa di Diego De Donato Bari perde un pezzo della sua più bella storia intellettuale, fatta di intelligenza, curiosità, interdisciplinarietà e di grandi intuizioni editoriali - scrive Antonio Decaro, sindaco di Bari. Diego De Donato è stato un pioniere nella nostra città, e con le sue pubblicazioni ha saputo dar voce al pensiero e agli ideali di una sinistra critica e libera dall'ortodossia, finendo per diventare il punto di riferimento di quella "Ecole barisienne" che ha prodotto riflessioni interessanti e feconde per la storia e la politica italiana. Ai familiari di Diego De Donato, che fino alla fine si è detto orgogliosamente barese, giunga l'abbraccio del sindaco e dell'intera città di Bari».