Bari, estorsioni nel rione Libertà. Fermati 7 affiliati al clan Strisciuglio: i nomi
Il 24 dicembre avevano sparato colpi di pistola contro la saracinesca di un esercizio commerciale
giovedì 3 gennaio 2019
10.37
Maxi operazione anti-estorsioni della Polizia di Stato: nel primo pomeriggio di sabato scorso, a Bari, gli agenti della Questura hanno eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di sette persone: Caldarola Ivan di anni 19, Raggi Antonio di anni 19, detto "Tonio con gli occhiali", D'Addiego Federico di anni 19, Morea Simona di anni 20, Cassano Giovanni Claudio di anni 24 e Lamanuzzi Vito di anni 22, gravemente indiziati, a vario titolo, di tentata estorsione aggravata, porto e detenzione illegale di armi da fuoco. Il settimo indagato, inizialmente irreperibile, Raggi Antonio di anni 19, detto "il biondo", è stato bloccato ieri mattina nell'aeroporto di Bari-Palese al rientro dalla località turistica di Sharm el-Sheikh.
Sono tutti ritenuti componenti di un gruppo criminale con base operativa nel quartiere Libertà, contiguo al clan "Strisciuglio", al cui interno le attività investigative hanno evidenziato il ruolo egemone di Caldarola Ivan, figlio di Lorenzo Caldarola, attualmente detenuto e "storico" esponente apicale del predetto clan. Le indagini, supportate da attività tecniche, sono state avviate dalla Squadra Mobile nel novembre scorso, a seguito dell'incendio dei locali di una ditta di onoranze funebri del quartiere Libertà. Gli investigatori hanno documentato in particolare che la richiesta estorsiva - manifestata nei giorni precedenti all'incendio attraverso un'esplicita pretesa di denaro e con minacce dirette - non è stata evasa, motivo alla base del grave atto ritorsivo.
Il gruppo criminale, la sera del 24 dicembre scorso, si è reso inoltre responsabile di una vera e propria "stesa", esplodendo numerosissimi colpi d'arma da fuoco, in aria e all'indirizzo di una saracinesca di un circolo ricreativo del quartiere Libertà; il numero dei colpi e la loro rapida successione fanno ritenere che tale gesto non sia stato altro che la manifestazione della potenza criminale del gruppo, della capacità di intimidazione nei confronti della collettività e di controllo del territorio di loro pertinenza (appunto il quartiere Libertà di Bari). La pericolosità di Ivan Caldarola è emersa ancor di più nelle ore immediatamente precedenti il fermo, quando lo stesso si è attivato per reperire un fucile kalashnikov in pochi giorni, da utilizzare verosimilmente per ben più gravi azioni criminali.
Nel corso dell'esecuzione dei provvedimenti cautelari sono state eseguite numerose perquisizioni che hanno consentito di rinvenire e sequestrare due pistole, 50 munizioni di vario calibro, un giubbotto antiproiettile, 300 grammi di eroina e 22 grammi tra hashish e marijuana. Nella giornata di ieri, 2 gennaio 2019, il Gip di Bari ha applicato a tutti gli indagati la custodia cautelare in carcere.
Sono tutti ritenuti componenti di un gruppo criminale con base operativa nel quartiere Libertà, contiguo al clan "Strisciuglio", al cui interno le attività investigative hanno evidenziato il ruolo egemone di Caldarola Ivan, figlio di Lorenzo Caldarola, attualmente detenuto e "storico" esponente apicale del predetto clan. Le indagini, supportate da attività tecniche, sono state avviate dalla Squadra Mobile nel novembre scorso, a seguito dell'incendio dei locali di una ditta di onoranze funebri del quartiere Libertà. Gli investigatori hanno documentato in particolare che la richiesta estorsiva - manifestata nei giorni precedenti all'incendio attraverso un'esplicita pretesa di denaro e con minacce dirette - non è stata evasa, motivo alla base del grave atto ritorsivo.
Il gruppo criminale, la sera del 24 dicembre scorso, si è reso inoltre responsabile di una vera e propria "stesa", esplodendo numerosissimi colpi d'arma da fuoco, in aria e all'indirizzo di una saracinesca di un circolo ricreativo del quartiere Libertà; il numero dei colpi e la loro rapida successione fanno ritenere che tale gesto non sia stato altro che la manifestazione della potenza criminale del gruppo, della capacità di intimidazione nei confronti della collettività e di controllo del territorio di loro pertinenza (appunto il quartiere Libertà di Bari). La pericolosità di Ivan Caldarola è emersa ancor di più nelle ore immediatamente precedenti il fermo, quando lo stesso si è attivato per reperire un fucile kalashnikov in pochi giorni, da utilizzare verosimilmente per ben più gravi azioni criminali.
Nel corso dell'esecuzione dei provvedimenti cautelari sono state eseguite numerose perquisizioni che hanno consentito di rinvenire e sequestrare due pistole, 50 munizioni di vario calibro, un giubbotto antiproiettile, 300 grammi di eroina e 22 grammi tra hashish e marijuana. Nella giornata di ieri, 2 gennaio 2019, il Gip di Bari ha applicato a tutti gli indagati la custodia cautelare in carcere.