Bari, figlio di due donne, continua la battaglia legale per il riconoscimento
Dopo la prima bocciatura del tribunale contro il Ministero che aveva detto di no, si torna in aula il 12 novembre
sabato 31 agosto 2019
18.30
"Trascrivere l'atto di nascita di un minore che non ha legami di sangue con un italiano, come cittadino italiano, è contraria ai principi primari costituzionalmente garantiti". Lo mette nero su bianco il Ministero con un ricorso che di fatto ha impugnato in appello il decreto con il quale il Tribunale di Bari, il 21 maggio, aveva respinto la prima opposizione del ministero contro la trascrizione dell'atto di nascita di un bambino figlio di due donne, una inglese e una italiana, fatta dal Comune di Bari nel 2017.
Il Tribunale aveva dichiarato il ministero non legittimato ad opporsi alla trascrizione dell'atto di nascita. Il procedimento di secondo grado è fissato per il 12 novembre dinanzi alla prima sezione civile della Corte di Appello di Bari. Per il ministero, che si ritiene invece «legittimato ad agire in quanto titolare della competenza in materia di tenuta dei registri dello stato civile», «la situazione di fatto è quella di un bambino nato all'estero da una cittadina di nazionalità britannica al quale è stato attribuito lo status di figlio di una cittadina italiana, con la prima unita civilmente, ma con la quale egli non ha alcun rapporto biologico».
«L'insussistenza di un rapporto biologico con il genitore" italiano «impedisce - si legge nel ricorso - la trascrizione nei registri di stato civile italiani dell'atto di nascita che attribuisce al minore lo status filiationis fondamentale per avere accesso alla cittadinanza italiana». «Consentendo tale trascrizione - aggiunge - si finisce per attribuire al minore la cittadinanza italiana propria della madre intenzionale, pur non risultando esistere con quest'ultima alcun legame biologico e genetico».
Il Tribunale aveva dichiarato il ministero non legittimato ad opporsi alla trascrizione dell'atto di nascita. Il procedimento di secondo grado è fissato per il 12 novembre dinanzi alla prima sezione civile della Corte di Appello di Bari. Per il ministero, che si ritiene invece «legittimato ad agire in quanto titolare della competenza in materia di tenuta dei registri dello stato civile», «la situazione di fatto è quella di un bambino nato all'estero da una cittadina di nazionalità britannica al quale è stato attribuito lo status di figlio di una cittadina italiana, con la prima unita civilmente, ma con la quale egli non ha alcun rapporto biologico».
«L'insussistenza di un rapporto biologico con il genitore" italiano «impedisce - si legge nel ricorso - la trascrizione nei registri di stato civile italiani dell'atto di nascita che attribuisce al minore lo status filiationis fondamentale per avere accesso alla cittadinanza italiana». «Consentendo tale trascrizione - aggiunge - si finisce per attribuire al minore la cittadinanza italiana propria della madre intenzionale, pur non risultando esistere con quest'ultima alcun legame biologico e genetico».