Bari, gazebo per strada per sei mesi. Decaro a Franceschini: «Non succede nudd»

Il sindaco in riunione con il Governo ha voluto sottolineare la necessità di sburocratizzazione dovuta all'emergenza

martedì 5 maggio 2020 21.06
A cura di La Redazione
Fase 2, sicurezza e ripartenza dell'economia. Argomenti di attualità e che coinvolgono specialmente in questo momento diversi settori, alcuni dei quali ancora in stand by dopo il lock down, come il settore eventi, il turismo, la ristorazione. Le misure fin qui studiate dal Governo non sembrano bastare a far ripartire il paese, e allora è necessario che ci si metta al tavolo per discutere cosa si può fare in questa seconda fase dell'emergenza Coronavirus, dopo il cosiddetto decreto Cura Italia.

«Le microimprese hanno bisogno di liquidità immediata - ha sottolineato il senatore ed ex presidente della commissione bilancio del Senato Azzollini - Sono imprese che non possono accedere a tutta una serie di agevolazioni a cui possono accedere le grandi imprese. Per questo è fondamentale che lo Stato faccia sentire lì la sua forza immediata. Importante che il Governo e il ministro dell'Economia instauri con loro un rapporto diretto, dando liquidità una quota a fondo perduto e un'altra a tassi vicino allo zero».

«La Puglia è una delle regione a più alta attrattiva turistica - aggiunge il presidente Assoeventi di Confindustria, il senatore Michele Boccardi - in questo momento c'è un problema reale e sociale. Nel settore del turismo e degli eventi, gli stagionali al 31 di marzo sono a reddito zero. Il problema che avranno tutti i sindaci tra poco sarà grave se non si permetterà agli imprenditori del settore del turismo di ricominciare a lavorare. Fondamentale contributi a fondo perduto per ripartire, non vogliamo elemosina. Su 100 euro di contributo a fondo perduto siamo convinti che il 50% al 31 dicembre rientrerà nelle casse dello Stato».

E in merito il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro dichiara: «È il momento di semplificare il Paese, oggi il Governo mi ha detto che avremo a breve le linee guida sul distanziamento sociale per bar, ristoranti e sale, grazie ad esse capiremo come ci potremo organizzare».

«Ho provato a spiegare - aggiunge - che per coloro che devono andare all'esterno, in una proprietà pubblica, è necessario ricordare che ci sono una norma della Asl che regolamenta tale occupazione e soprattutto ci sono le norme della Sovrintendenza. Se cambiamo la norma, e sospendiamo il parere della Sovrintendenza per almeno 6 mesi (cosa che ho chiesto) non succede nulla, non buttiamo giù nessun palazzo storico ma occupiamo solo l'esterno con qualche tavolino, qualche sedia e qualche ombrellone».

«Ho detto al ministro Franceschini in dialetto barese "Non succede nudd" - conclude Decaro - Attraverso la sburocratizzazione aiutiamo le aziende a lavorare mettendo i tavolini fuori senza perdere tempo. Tra sei mesi, un anno smonteremo tutto».