Bari ha un nuovo logo da 57mila euro. Sgarbi: «Ripugnante»
Il nuovo per la città di Bari non è stato apprezzato dal noto critico d'arte
lunedì 10 aprile 2017
15.59
Il nuovo logo per lanciare al mondo la città di Bari, presentato con grande entusiasmo nei giorni scorsi dal sindaco Antonio Decaro, non è stato apprezzato dal critico d'arte ferrarese. Sgarbi ha dichiarato: «È giusto comunicare l'identità di una città, ma non in questa maniera. Non servirà a nulla, è una forma di aberrazione».
Per la giunta Decaro servirebbe ad attuare un piano di comunicazione e promozione con un nuovo brand, riproducendo i simboli che rappresentano la città: il mare, l'edilizia (con la i che ricorda il ponte Adriatico) e la mezzaluna dei panzerotti, delle orecchiette e della focaccia. Il vincitore del progetto è Massimo Gentile dell'agenzia di comunicazione "Push Studio" di Noci.
Ma il commento aspro del critico ferrarese non è tardato ad arrivare: «Dopo la cretinata del restyling di via Sparano, ci mancava solo questa». È il Vittorio Sgarbi che tutti conosciamo a riferirsi al logo che dovrà raccontare storia e identità di Bari e che sta già suscitando polemiche soprattutto sui social. Il riferimento agli elementi architettonici della basilica di San Nicola, nella B; la forma del lungomare nella A e quella del panzerotto nella R, e la I finale, in omaggio al maxi pilone del nuovo ponte Adriatico - con il sottotitolo Never ends, ovvero 'non finisce mai' non soddisfano il prof. Sgarbi.
Il logo, composto da 4 lettere tutte diverse tra loro, vuole sintetizzare la convivenza tra i quattro volti della città:
Per la giunta Decaro servirebbe ad attuare un piano di comunicazione e promozione con un nuovo brand, riproducendo i simboli che rappresentano la città: il mare, l'edilizia (con la i che ricorda il ponte Adriatico) e la mezzaluna dei panzerotti, delle orecchiette e della focaccia. Il vincitore del progetto è Massimo Gentile dell'agenzia di comunicazione "Push Studio" di Noci.
Ma il commento aspro del critico ferrarese non è tardato ad arrivare: «Dopo la cretinata del restyling di via Sparano, ci mancava solo questa». È il Vittorio Sgarbi che tutti conosciamo a riferirsi al logo che dovrà raccontare storia e identità di Bari e che sta già suscitando polemiche soprattutto sui social. Il riferimento agli elementi architettonici della basilica di San Nicola, nella B; la forma del lungomare nella A e quella del panzerotto nella R, e la I finale, in omaggio al maxi pilone del nuovo ponte Adriatico - con il sottotitolo Never ends, ovvero 'non finisce mai' non soddisfano il prof. Sgarbi.
Il logo, composto da 4 lettere tutte diverse tra loro, vuole sintetizzare la convivenza tra i quattro volti della città:
- la lettera "B" racchiude la storia, la cultura e le tradizioni di Bari con i suoi musei, i teatri, i cinema, i festival, le chiese e il folklore. Il segno grafico si ispira agli elementi dell'iconografia;
- la lettera "A" simboleggia il mare e tutto ciò ad esso connesso: il fantastico lungomare, i lidi attrezzati, la pesca, il porto e l'attività mercantile. Le linee morbide della "A" disegnano una vela, richiamano il moto delle onde e riprendono la forma del lungomare visto dall'alto, con l'immancabile faro della città, sintetizzato in un piccolo cerchio;
- la lettera "R" allude alle eccellenze gastronomiche della città. Si ispira alla grafia dei cartelli fatti a mano, tipici dello street food, e al font utilizzato nelle insegne storiche della città. La mezzaluna, un elemento ricorrente nella gastronomia barese, ricorda la forma tipica del panzerotto e delle orecchiette fatte in casa;
- la lettera "I" si ispira ai profili e agli elementi architettonici moderni della città, racchiudendo il concetto più ampio di spazio in tutte le sue sfaccettature: infrastrutture, fiere, ponti e aree verdi. L'obiettivo è trasmettere l'idea di innovazione, di uno spazio in continua evoluzione, da vivere e costruire, in un'ottica di accessibilità e sostenibilità.