Bari, imprenditore non versa al fisco 270mila euro: scatta il sequestro beni
L'uomo, attivo nel settore dei giochi, è stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione
venerdì 19 marzo 2021
11.09
I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari – in esecuzione di un apposito decreto emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, su richiesta di questa Procura della Repubblica – hanno sottoposto a sequestro preventivo, in Bari, i beni e i rapporti finanziari, del valore di oltre 270.000 Euro, riconducibili a D.B. (nato a Bari, classe 1981), importante imprenditore già attivo nel settore dei giochi, indagato per il reato di peculato aggravato.
Dalle indagini è emerso che l'imprenditore si è appropriato delle somme che avrebbe dovuto versare al Fisco, per il tramite della società concessionaria, a titolo di prelievo unico erariale (PREU), quantificate in oltre 270.000 euro. Ciò mediante la manomissione del sistema di registrazione delle giocate su alcuni apparecchi da gioco della tipologia "New slot", con l'installazione di una scheda di gioco non autorizzata (alternativa a quella ufficiale che quantifica il PREU da versare al fisco) e di un dispositivo elettronico che dirottava parte delle giocate dalla scheda principale (autorizzata) a quella secondaria (clandestina).
Tale condotta ha originato anche un altro procedimento penale acceso da questa Procura della Repubblica per le fattispecie delittuose di frode informatica aggravata e di alterazione del contenuto di comunicazioni informatiche/telematiche, nonché per responsabilità amministrativa dell'ente in relazione al predetto reato di frode informatica. Al termine del relativo processo (rito abbreviato) l'imprenditore D.B. ha riportato la condanna ad anni 3 e mesi 4 di reclusione, oltre alla multa e alla confisca di quanto sottoposto a sequestro nel corso delle indagini preliminari.
L'imprenditore D.B., peraltro, era stato già attinto da misura cautelare in carcere nell'ambito dell'operazione "Gaming machine". In tale contesto, le pertinenti indagini di p.g. - svolte, nel periodo 2015/2017, dalle Fiamme Gialle del Nucleo PEF Bari/G.I.C.O., con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari - avevano consentito di disvelare un ampio e
Dalle indagini è emerso che l'imprenditore si è appropriato delle somme che avrebbe dovuto versare al Fisco, per il tramite della società concessionaria, a titolo di prelievo unico erariale (PREU), quantificate in oltre 270.000 euro. Ciò mediante la manomissione del sistema di registrazione delle giocate su alcuni apparecchi da gioco della tipologia "New slot", con l'installazione di una scheda di gioco non autorizzata (alternativa a quella ufficiale che quantifica il PREU da versare al fisco) e di un dispositivo elettronico che dirottava parte delle giocate dalla scheda principale (autorizzata) a quella secondaria (clandestina).
Tale condotta ha originato anche un altro procedimento penale acceso da questa Procura della Repubblica per le fattispecie delittuose di frode informatica aggravata e di alterazione del contenuto di comunicazioni informatiche/telematiche, nonché per responsabilità amministrativa dell'ente in relazione al predetto reato di frode informatica. Al termine del relativo processo (rito abbreviato) l'imprenditore D.B. ha riportato la condanna ad anni 3 e mesi 4 di reclusione, oltre alla multa e alla confisca di quanto sottoposto a sequestro nel corso delle indagini preliminari.
L'imprenditore D.B., peraltro, era stato già attinto da misura cautelare in carcere nell'ambito dell'operazione "Gaming machine". In tale contesto, le pertinenti indagini di p.g. - svolte, nel periodo 2015/2017, dalle Fiamme Gialle del Nucleo PEF Bari/G.I.C.O., con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari - avevano consentito di disvelare un ampio e
diffuso sistema di malaffare, esistente nella città di Bari e nei Comuni limitrofi, finalizzato all'imposizione del noleggio delle apparecchiature da intrattenimento delle società riconducibili al predetto imprenditore D.B. presso diversi esercizi commerciali. Ciò grazie al supporto illecito offerto da esponenti di organizzazioni criminali egemoni sui rispettivi territori di riferimento (ANEMOLO, STRISCIUGLIO e CAPRIATI), i cui metodi mafiosi - basati sulla forza di intimidazione - avevano neutralizzato, di fatto, ogni tentativo degli imprenditori di sottrarsi al noleggio degli apparecchi e di rivolgersi ad altre aziende di settore. All'esito delle attività investigative, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bari, nel gennaio 2020, ha emesso un'ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di 36 soggetti (27 in carcere e 9 agli arresti domiciliari) e decreti di sequestro di beni per un valore di circa 7,5 milioni di euro (tra cui 3 sale "VLT" ubicate a Bari, 4 immobili, 5 veicoli, 2 complessi aziendali e oltre 200 rapporti finanziari) per i reati di illecita concorrenza aggravata dal metodo mafioso, estorsione, usura e riciclaggio. Provvedimenti, questi, eseguiti sempre dal G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Bari.