Bari, insulti e intimidazioni all'ingresso del liceo Socrate. Gli studenti: «Non ci intimorite»
Stamattina trovate volgari scritte spray sulle porte inneggianti al fascismo. I vandali si sono introdotti nella notte
martedì 27 marzo 2018
10.58
Scritte offensive, disegni volgari e intimidazioni sono comparsi stamattina sulle porte d'ingresso della sede centrale del liceo classico Socrate di Bari. Al rientro a scuola studenti, docenti e personale hanno trovato la spiacevole sorpresa: "Pulite questo", "Scol d pttan", "Comunisti", "Amiamo i fascisti" sono gli insulti vergati con la vernice spray da alcuni vandali che durante la notte si sono introdotti all'interno del cortile per compiere il vile gesto.
A giudicare dal tenore delle scritte e dei disegni "apotropaici" è difficile pensare che si tratti di un atto a opera di movimenti organizzati di estrema destra (che, di solito, utilizzano caratteri e formule più esplicitamente ispirate al ventennio fascista). Piuttosto, sembrerebbe un gesto di qualche vandalo improvvisato, che ha sfruttato la fama di "scuola rossa" di cui gode il noto liceo di via Tommaso d'Aquino per dare sfogo a un istinto becero e incivile, probabilmente senza nemmeno essere al corrente delle differenze sostanziali tra "comunisti" e fascisti".
Ciò non di meno, in mattinata è arrivata la dura replica del Collettivo Socrate (loro sì organizzazione di estrema sinistra), che commenta il gesto parlando di «Intimidazioni e insulti rivolti a tutte e tutti noi». Difficile pensare che sia stato proprio uno studente del liceo a vandalizzare la scuola, perché si tratta di un'istituzione che negli anni con la sua popolazione ha «Coltivato un percorso di partecipazione e analisi con il collettivo, trasmettendo l'amore per la scuola pubblica e i valori di rispetto, antirazzismo e antisessismo che vivono nelle classi e nelle assemblee», come si legge sulla pagina Facebook di Collettivo Socrate.
Gli studenti danno, quindi, per certo che si tratti di un gesto commesso da persone esterne alla scuola: «Abbiamo poca voglia di interagire e dialogare con gente simile, dandogli addirittura più importanza di quella che meriti - il duro commento del Collettivo. Ci fa pena, ci fa schifo, ci dispiace per la miseria umana di chi non ha niente di meglio da fare che chiamarci puttane e comunisti credendo di crearci qualche dispiacere».
L'atto vandalico, infatti, non sembrerebbe aver scalfito gli animi dei giovani attivisti "socratini" che anzi rilanciano: «Continueremo i nostri percorsi nonostante le intimidazioni e i vani tentativi di intimorirci», si legge in conclusione del post firmato "Le Studentesse e gli Studenti del Socrate".
A giudicare dal tenore delle scritte e dei disegni "apotropaici" è difficile pensare che si tratti di un atto a opera di movimenti organizzati di estrema destra (che, di solito, utilizzano caratteri e formule più esplicitamente ispirate al ventennio fascista). Piuttosto, sembrerebbe un gesto di qualche vandalo improvvisato, che ha sfruttato la fama di "scuola rossa" di cui gode il noto liceo di via Tommaso d'Aquino per dare sfogo a un istinto becero e incivile, probabilmente senza nemmeno essere al corrente delle differenze sostanziali tra "comunisti" e fascisti".
Ciò non di meno, in mattinata è arrivata la dura replica del Collettivo Socrate (loro sì organizzazione di estrema sinistra), che commenta il gesto parlando di «Intimidazioni e insulti rivolti a tutte e tutti noi». Difficile pensare che sia stato proprio uno studente del liceo a vandalizzare la scuola, perché si tratta di un'istituzione che negli anni con la sua popolazione ha «Coltivato un percorso di partecipazione e analisi con il collettivo, trasmettendo l'amore per la scuola pubblica e i valori di rispetto, antirazzismo e antisessismo che vivono nelle classi e nelle assemblee», come si legge sulla pagina Facebook di Collettivo Socrate.
Gli studenti danno, quindi, per certo che si tratti di un gesto commesso da persone esterne alla scuola: «Abbiamo poca voglia di interagire e dialogare con gente simile, dandogli addirittura più importanza di quella che meriti - il duro commento del Collettivo. Ci fa pena, ci fa schifo, ci dispiace per la miseria umana di chi non ha niente di meglio da fare che chiamarci puttane e comunisti credendo di crearci qualche dispiacere».
L'atto vandalico, infatti, non sembrerebbe aver scalfito gli animi dei giovani attivisti "socratini" che anzi rilanciano: «Continueremo i nostri percorsi nonostante le intimidazioni e i vani tentativi di intimorirci», si legge in conclusione del post firmato "Le Studentesse e gli Studenti del Socrate".