Bari non dimentica Giuseppe Mizzi, vittima innocente di mafia
Il sindaco, data l'impossibilità di una cerimonia commemorativa causa COVID-19, lo ricorda su Facebook
lunedì 16 marzo 2020
21.03
L'emergenza Coronavirus e il decreto Conte impediscono assembramenti, per cui quest'anno nessuna cerimonia per ricordare Giuseppe Mizzi, uccisi dalla mafia nel 2011 mentre tornava a casa da lavoro. Ma Bari non dimentica e il sindaco lo ricorda via social.
«Purtroppo quest'anno non sarà possibile ritrovarci fisicamente insieme per testimoniare la nostra vicinanza alla famiglia Mizzi e ricordare Giuseppe - scrive Decaro - Lo faremo lo stesso, idealmente, con la stessa intensità e con lo stesso trasporto emotivo. Non sarà l'emergenza sanitaria a farci dimenticare che una moglie ha perso il suo compagno di vita, che due bimbi nel pieno della loro infanzia hanno perso il proprio padre, che i genitori hanno perso un figlio e che la nostra comunità ha perso un cittadino onesto e un lavoratore esemplare, vittima innocente di una violenza cieca e furiosa, per cui la vita delle persone non ha valore. Una vita spezzata, quella di Pino, da criminali senza scrupoli, che hanno lacerato e insanguinato quel quartiere. Ma noi siamo qui, come ogni anno. Lo dobbiamo a Giuseppe e a noi stessi, alla nostra città. Siamo qui a ricordare a tutti, specie ai ragazzi, che esiste una linea di confine chiara e inequivocabile tra "noi" e "loro". Una linea che va tracciata ogni giorno. Tra la società dei giusti e la società mafiosa. Senza aree intermedie, zone grigie, interpretazioni, sfumature. Perché da una parte ci sono la civiltà, il diritto, il lavoro, l'onestà, gli affetti, la morale. Dall'altra la barbarie, il sangue, il carcere, la morte. Per questo Bari non dimentica il sacrificio di Pino e di tutte le vittime innocenti di mafia».
«Purtroppo quest'anno non sarà possibile ritrovarci fisicamente insieme per testimoniare la nostra vicinanza alla famiglia Mizzi e ricordare Giuseppe - scrive Decaro - Lo faremo lo stesso, idealmente, con la stessa intensità e con lo stesso trasporto emotivo. Non sarà l'emergenza sanitaria a farci dimenticare che una moglie ha perso il suo compagno di vita, che due bimbi nel pieno della loro infanzia hanno perso il proprio padre, che i genitori hanno perso un figlio e che la nostra comunità ha perso un cittadino onesto e un lavoratore esemplare, vittima innocente di una violenza cieca e furiosa, per cui la vita delle persone non ha valore. Una vita spezzata, quella di Pino, da criminali senza scrupoli, che hanno lacerato e insanguinato quel quartiere. Ma noi siamo qui, come ogni anno. Lo dobbiamo a Giuseppe e a noi stessi, alla nostra città. Siamo qui a ricordare a tutti, specie ai ragazzi, che esiste una linea di confine chiara e inequivocabile tra "noi" e "loro". Una linea che va tracciata ogni giorno. Tra la società dei giusti e la società mafiosa. Senza aree intermedie, zone grigie, interpretazioni, sfumature. Perché da una parte ci sono la civiltà, il diritto, il lavoro, l'onestà, gli affetti, la morale. Dall'altra la barbarie, il sangue, il carcere, la morte. Per questo Bari non dimentica il sacrificio di Pino e di tutte le vittime innocenti di mafia».