Bari non dimentica le vittime della strage del 12 luglio 2016, Decaro: «Quanto fatto non basta ancora»
Cerimonia commemorativa questa mattina in piazza Moro, presenti i familiari oltre ai rappresentanti dei Comuni di Andria, Corato, Trani, Barletta, Ruvo di Puglia e Modugno
venerdì 12 luglio 2019
12.07
Bari non dimentica le 23 vittime della disastro ferroviario del 12 luglio 2016 e questa mattina, presso la lapide loro dedicata, si è svolta la commemorazione del terzo anniversario del disastro ferroviario sulla tratta Andria-Corato.
Di fronte a un evento tragico che ha segnato profondamente la comunità pugliese e l'intero Paese, l'amministrazione comunale ha voluto così esprimere l'affetto della città di Bari per i familiari delle vittime e l'auspicio affinché tragedie come quella del 12 luglio 2016 fa non si ripetano mai più. Alla cerimonia, insieme al sindaco di Bari Antonio Decaro, hanno partecipato i rappresentanti dei Comuni di Andria, Corato, Trani, Barletta, Ruvo di Puglia e Modugno. Messaggi di vicinanza alle famiglie delle vittime sono arrivati anche dai sindaci di Milano, Torino, Sesto San Giovanni, Pioltello e Bergamo.
«Sono passati tre anni da quella giornata terribile - ha detto Antonio Decaro - ed è importante ritrovarci ancora una volta qui per ricordare le vittime della strage sulla tratta ferroviaria Andria-Corato. Qual giorno ero a Roma e mi stavo candidando a fare il presidente dell'Anci, ma le notizie che arrivavano dalla Puglia erano sempre più allarmanti: prima "ci sono feriti" poi, alla notizia della prima vittima, decisi di lasciare tutto e di tornare in Puglia, perché un sindaco ha il dovere di essere vicino alla propria comunità specie nei momenti più drammatici. Quel 12 luglio è stato straziante, e non potrò mai dimenticare le lacrime, gli sguardi stravolti, le lamiere contorte, il caldo infernale. Io, figlio di ferroviere e ingegnere dei trasporti, che nei treni fin da piccolo avevo visto la libertà, la possibilità di muoversi velocemente guardando il mondo da un finestrino, per la prima volta ho associato un treno all'immagine tremenda di decine di persone che avevano perso la vita, e dei soccorritori, dei familiari increduli e disperati. Credo sia particolarmente importante ritrovarci oggi non solo per ricordare le vittime di quel disastro ma per stringerci l'uno all'altro e per fare comunità, per raccontarci quello che è successo in quest'ultimo anno, per guardare con più fiducia al futuro».
«In questi anni sono cambiate molte cose e sulla sicurezza ferroviaria si sono fatti dei passi avanti con la nuova normativa: oggi c'è un'agenzia nazionale che si occupa di sicurezza ferroviaria, ma non basta ancora - sottolinea il sindaco - Su richiesta dei parenti, lo scorso anno abbiamo messo una targa qui, di fronte alla stazione centrale, e abbiamo scelto questo luogo perché è un luogo simbolico di passaggio per i pendolari, per gli studenti, per chi ogni giorno usa il treno per i propri spostamenti di vita e di lavoro. Qui si tocca con mano il diritto alla mobilità, un diritto primario, e noi vogliamo ribadire che non si può e non si deve morire mentre si esercita, semplicemente, il diritto di muoversi in sicurezza, fondamentale per chi studia, per chi lavora e anche per chi voglia conoscere il mondo che lo circonda. Questo è l'auspicio per il futuro che desidero condividere con tutti voi, ringraziandovi di essere qui oggi. Noi, nel nostro piccolo, anche con questi momenti dedicati al ricordo, stiamo provando a costruire una comunità coesa, stringendo legami e creando reti tra tante piccole realtà - associazioni, parrocchie, scuole - che insieme costituiscono la struttura portante delle nostre città e dell'intero Paese».
Di fronte a un evento tragico che ha segnato profondamente la comunità pugliese e l'intero Paese, l'amministrazione comunale ha voluto così esprimere l'affetto della città di Bari per i familiari delle vittime e l'auspicio affinché tragedie come quella del 12 luglio 2016 fa non si ripetano mai più. Alla cerimonia, insieme al sindaco di Bari Antonio Decaro, hanno partecipato i rappresentanti dei Comuni di Andria, Corato, Trani, Barletta, Ruvo di Puglia e Modugno. Messaggi di vicinanza alle famiglie delle vittime sono arrivati anche dai sindaci di Milano, Torino, Sesto San Giovanni, Pioltello e Bergamo.
«Sono passati tre anni da quella giornata terribile - ha detto Antonio Decaro - ed è importante ritrovarci ancora una volta qui per ricordare le vittime della strage sulla tratta ferroviaria Andria-Corato. Qual giorno ero a Roma e mi stavo candidando a fare il presidente dell'Anci, ma le notizie che arrivavano dalla Puglia erano sempre più allarmanti: prima "ci sono feriti" poi, alla notizia della prima vittima, decisi di lasciare tutto e di tornare in Puglia, perché un sindaco ha il dovere di essere vicino alla propria comunità specie nei momenti più drammatici. Quel 12 luglio è stato straziante, e non potrò mai dimenticare le lacrime, gli sguardi stravolti, le lamiere contorte, il caldo infernale. Io, figlio di ferroviere e ingegnere dei trasporti, che nei treni fin da piccolo avevo visto la libertà, la possibilità di muoversi velocemente guardando il mondo da un finestrino, per la prima volta ho associato un treno all'immagine tremenda di decine di persone che avevano perso la vita, e dei soccorritori, dei familiari increduli e disperati. Credo sia particolarmente importante ritrovarci oggi non solo per ricordare le vittime di quel disastro ma per stringerci l'uno all'altro e per fare comunità, per raccontarci quello che è successo in quest'ultimo anno, per guardare con più fiducia al futuro».
«In questi anni sono cambiate molte cose e sulla sicurezza ferroviaria si sono fatti dei passi avanti con la nuova normativa: oggi c'è un'agenzia nazionale che si occupa di sicurezza ferroviaria, ma non basta ancora - sottolinea il sindaco - Su richiesta dei parenti, lo scorso anno abbiamo messo una targa qui, di fronte alla stazione centrale, e abbiamo scelto questo luogo perché è un luogo simbolico di passaggio per i pendolari, per gli studenti, per chi ogni giorno usa il treno per i propri spostamenti di vita e di lavoro. Qui si tocca con mano il diritto alla mobilità, un diritto primario, e noi vogliamo ribadire che non si può e non si deve morire mentre si esercita, semplicemente, il diritto di muoversi in sicurezza, fondamentale per chi studia, per chi lavora e anche per chi voglia conoscere il mondo che lo circonda. Questo è l'auspicio per il futuro che desidero condividere con tutti voi, ringraziandovi di essere qui oggi. Noi, nel nostro piccolo, anche con questi momenti dedicati al ricordo, stiamo provando a costruire una comunità coesa, stringendo legami e creando reti tra tante piccole realtà - associazioni, parrocchie, scuole - che insieme costituiscono la struttura portante delle nostre città e dell'intero Paese».