Bari, polemiche sui trenini turistici. Carrieri: «Perché gli operatori non pagano?»

Il consigliere dopo il vertice con l'ing. Laricchia: «Pochi 14 giorni per il bando. Comune rinuncia a entrate importanti»

martedì 13 marzo 2018 12.56
A cura di Riccardo Resta
I trenini turistici per consentire ai crocieristi che fanno tappa al Porto di Bari di visitare la città vecchia e il lungomare tornano al centro del dibattito politico interno al consiglio comunale. Il consigliere d'opposizione Giuseppe Carrieri, infatti, solleva non poche perplessità sul bando pubblicato dal Comune di Bari per l'assegnazione del servizio.

Una serie di punti oscuri sulla procedura di gara riscontrate da Carrieri dopo «L'audizione dell'Ing. Laricchia in Commissione Trasparenza» che «Ha confermato tutte le perplessità sollevate sulla procedura scelta dal Comune per le autorizzazioni all'attività dei trenini turistici», come si legge in una nota diramata in mattinata.

Due sono, secondo Carrieri, le principali pietre d'inciampo nella questione trenini turistici. In primo luogo la breve durata del bando, pubblicato il 23 febbraio e scaduto il 9 marzo. Senza spiegazione, scrive Carrieri, «È rimasta la questione del brevissimo termine del bando di gara (appena 14 giorni per presentare domande)». Non si capisce inoltre perché, dichiara Carrieri, nel bando non sia contemplata una «Regolamentazione delle tariffe dei trenini».

L'altro punto poco chiaro riguarda il fatto che la procedura di gara non preveda «Alcun canone all'amministrazione comunale» a carico dei gestori, come specificato nel comunicato inoltrato dal Comune il giorno della pubblicazione sul sito istituzionale. Non si capisce, attacca il consigliere, «La totale assenza di corrispettivo in favore del Comune di Bari da parte degli operatori dei trenini turistici, anche rapportato in percentuale al fatturato degli stessi. Il Comune dunque rinunzia a un incasso che potrebbe destinare a migliorare l'offerta turistica cittadina».

Un provvedimento che, sottolinea il consigliere di centrodestra, stride con altre politiche messe in atto dal Comune in materia di turismo. «Non si capisce - conclude Carrieri - perché si perseveri con l'idea di introdurre a Bari la tassa di soggiorno e contemporaneamente si rinunzi a cospicui incassi derivanti appunto all'attività dei trenini turistici».