Bari, riapre il Castello Svevo. Ministro Franceschini: «Obiettivo moltiplicare attrattori»

Decaro: «Con la Sovrintendenza incomprensioni superate»

martedì 3 ottobre 2017 19.11
A cura di Riccardo Resta
Una giornata storica per Bari e il patrimonio artistico-culturale della città vecchia: il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha simbolicamente tagliato il nastro del Castello Normanno-Svevo di Bari, che da domani riaprirà ufficialmente al pubblico e per la prima volta dopo anni sarà possibile visitare i piani superiori della struttura e i reperti archeologici e architettonici custoditi all'interno.

«Generazioni di baresi hanno visto questa fortezza come un gigante silenzioso a guardia della città – commenta il sindaco Antonio Decaro. Finalmente oggi apriamo le porte del piano superiore per far scoprire a cittadini e turisti i tesori che racchiude questa struttura e che raccontano la storia della città di Bari e dei tanti popoli che vi sono passati: normanni, svevi, angioini, aragonesi e la regina Bona Sforza. Per noi è un momento importante, un pezzo fondamentale dell'offerta culturale che proponiamo alla città».

Il castello, dunque, si riapre ai baresi e ai turisti che sempre più numerosi vengono a Bari a scoprirne le bellezze. Si tratta, dunque, solo di un primo step verso l'estensione su tutto il territorio nazionale di un turismo proficuo e di qualità, legato alle eccellenze paesaggistiche e storico-culturali. «Dopo tanti anni di tagli abbiamo scelto di investire risorse importanti nella tutela e valorizzazione del patrimonio storico-culturale italiano – spiega il ministro Franceschini. Gli investimenti congiunti di Regione e Stato spiegano i grandi numeri dell'estate appena trascorsa».

«La nostra esigenza primaria – continua il ministro dei Beni Culturali - è moltiplicare gli attrattori e diversificarli, perché non si può più verificare un sovraffollamento delle tre città d'arte per eccellenza come Roma, Firenze e Venezia tanto da dover adottare soluzioni-limite come i ticket di ingresso nelle piazze o i contatori di persone. Ci sono città come Bari che posseggono un vastissimo patrimonio culturale che può diventare e diventerà meta del turismo internazionale che viene in Italia a cercare l'eccellenza. Durante il mio mandato siamo riusciti a portare le risorse destinate alla cultura e al turismo da 40 milioni a 3 miliardi, attingendo anche ai fondi europei. Con questi soldi abbiamo programmato, d'accordo con Comuni e Regioni, interventi che si fondano su due pilastri: Italia Museo Diffuso, ovvero il potenziamento degli attrattori, e un turismo sostenibile di livello elevato, che permetta ai visitatori di godere del nostro mare e a soli pochi chilometri di distanza anche delle nostre inestimabili bellezze artistiche».

Un investimento, quindi, che prevede anche la creazione di nuovi posti di lavoro, in un settore come la cultura che è rimasto per troppi anni fermo al palo. A cominciare proprio dal Castello Normanno-Svevo di Bari, affidato al Polo Museale: «Il sito riaprirà domani – assicura il ministro. Il personale c'è e sarà smistato dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali; abbiamo ragionato con i sindacati e stiamo lavorando per incrementare gli effettivi. Entro l'anno avremo assunto ottocento tra storici dell'arte, architetti e archeologi dopo anni di concorsi bloccati, e speriamo di arrivare a mille con la Legge di Stabilità, con cui chiederemo di implementare il personale destinato alla guardiania. Certamente il Castello di Bari, grazie alla sinergia col Comune, resterà aperto; magari non a orario pieno ma comunque aperto».

Un percorso molto lungo quello della riapertura del Castello, che ha dovuto affrontare diversi intoppi come lo spostamento degli uffici della Sovrintendenza e lo sgombero di alcuni migranti che ne avevano abusivamente occupato le sale («A tutti coloro che non sono riusciti a raggiungere il Nord Europa è stata trovata una nuova e migliore collocazione senza problemi di ordine pubblico», ricorda fiero Decaro), e che la Sovrintendenza ha portato a termine con successo. «Prima era possibile visitare solo la gipsoteca – prosegue ancora il sindaco Decaro – e già questa soluzione portava all'interno del castello circa 60.000 persone l'anno. Il merito di questa riapertura è della Sovrintendenza, che ha tutelato il nostro straordinario patrimonio e con cui stiamo lavorando per riaprire anche il museo di Santa Scolastica grazie al finanziamento del Ministero e il doppio plesso Teatro Margherita-Mercato del Pesce, dove sorgerà il Polo delle Arti contemporanee. Con loro ho avuto diverse incomprensioni in passato, ma so riconoscere il momento di dire grazie: la nostra sinergia è fondamentale per lo sviluppo dell'offerta culturale di Bari», conclude il sindaco sotterrando l'ascia di guerra impugnata in occasione della riqualificazione del giardino Isabella d'Aragona, nei pressi proprio del castello.

«Bari e la Regione Puglia – conclude Loredana Capone, assessore regionale allo Sviluppo Economico - possono contare non solo su rinnovati contenitori culturali ricchi di bellezza, ma anche sull'opportunità di nuovi e interessanti contenuti. Il nostro obiettivo è proprio questo: dare a questi contenitori l'opportunità di essere fruiti e conosciuti, generando occupazione per le imprese creative e le attività culturali. In una parola: riempire di contenuti i contenitori. Stiamo mettendo in atto insieme al Ministero il Piano Strategico della Cultura e il Piano Strategico del Turismo: vogliamo programmare la fruizione del nostro patrimonio storico, paesaggistico e architettonico, la più grande ricchezza della nostra Regione e del nostro Paese. Noi come Regione abbiamo investito 150 milioni di Euro nella ristrutturazione di monumenti funzionali a questo progetto: godere tutti insieme della storia e della cultura della nostra Puglia».
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