Altamura, sequestrata dai carabinieri la ex discarica Tra.de.co.
L'area per venti anni ha raccolto i rifiuti di Altamura, Gravina di Puglia, Sant’Eramo in Colle, Cassano delle Murge, Grumo Appula, Toritto e Poggiorsini
venerdì 29 novembre 2019
13.51
Ennesimo strascico giudiziario per la ex discarica Tra.de.co. di Altamura che per vent'anni ha raccolto rifiuti solidi urbani dei comuni del "Bacino BA/4" da Gravina a Santeramo, da Cassano a Grumo, fino a Toritto e Poggiorsini.
Questa mattina i militari del Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri di Bari hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo dell'impianto sito in contrada Le Lamie.
Nel 2007 la provincia di Bari aveva ordinato la cessazione dei conferimenti di rifiuti in discarica e, da quel momento, era stato dato avvio alla procedura di chiusura che prevedeva una serie di adempimenti di messa in sicurezza e gestione del sito, capping, gestione del percolato, sono solo alcune segnalazioni, per evitare conseguenze in danno dell'ambiente e della salute pubblica. Tali procedure non sono state adempiute nei tempi e nei modi previsti, a partire dalla incompleta copertura superficiale della discarica, passando per l'assenza del sistema di raccolta, convogliamento e combustione del cd. biogas (prodotto fisiologicamente dal corpo dei rifiuti) fino all'omessa predisposizione (nonostante le reiterate diffide ad adempiere effettuate nel tempo dalla Provincia) di un piano finanziario della gestione postuma del sito.
Tra.de.co. s.r.l. è stato poi dichiarata fallita dal Tribunale di Bari con sentenza 8 ottobre 2018. Evento questo che ha aggravato la situazione, determinando l'esecuzione da parte della curatela fallimentare di accertamenti per la verifica della situazione ambientale, anche con conferimento di incarico di perizia, e la conseguente restituzione dell'impianto a Tra.de.co. s.r.l.
Già a partire dall'analisi della non esaustiva documentazione relativa alla gestione Tra.de.co. s.r.l. emergeva l'assenza del trattamento del percolato prodotto dal 2015 in avanti. Il sequestro del sito consentirà ulteriori analisi e verifiche. Gli amministratori dell'azienda succedutisi nel tempo sono ritenuti responsabili, in concorso, dei reati di inquinamento ambientale, omessa bonifica, attività di gestione di rifiuti non autorizzata, emissione in atmosfera di biogas proveniente dalla discarica e scarico sul suolo, senza autorizzazione, di acque meteoriche, di dilavamento e prima pioggia rivenienti dalla discarica
Questa mattina i militari del Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri di Bari hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo dell'impianto sito in contrada Le Lamie.
Nel 2007 la provincia di Bari aveva ordinato la cessazione dei conferimenti di rifiuti in discarica e, da quel momento, era stato dato avvio alla procedura di chiusura che prevedeva una serie di adempimenti di messa in sicurezza e gestione del sito, capping, gestione del percolato, sono solo alcune segnalazioni, per evitare conseguenze in danno dell'ambiente e della salute pubblica. Tali procedure non sono state adempiute nei tempi e nei modi previsti, a partire dalla incompleta copertura superficiale della discarica, passando per l'assenza del sistema di raccolta, convogliamento e combustione del cd. biogas (prodotto fisiologicamente dal corpo dei rifiuti) fino all'omessa predisposizione (nonostante le reiterate diffide ad adempiere effettuate nel tempo dalla Provincia) di un piano finanziario della gestione postuma del sito.
Tra.de.co. s.r.l. è stato poi dichiarata fallita dal Tribunale di Bari con sentenza 8 ottobre 2018. Evento questo che ha aggravato la situazione, determinando l'esecuzione da parte della curatela fallimentare di accertamenti per la verifica della situazione ambientale, anche con conferimento di incarico di perizia, e la conseguente restituzione dell'impianto a Tra.de.co. s.r.l.
Già a partire dall'analisi della non esaustiva documentazione relativa alla gestione Tra.de.co. s.r.l. emergeva l'assenza del trattamento del percolato prodotto dal 2015 in avanti. Il sequestro del sito consentirà ulteriori analisi e verifiche. Gli amministratori dell'azienda succedutisi nel tempo sono ritenuti responsabili, in concorso, dei reati di inquinamento ambientale, omessa bonifica, attività di gestione di rifiuti non autorizzata, emissione in atmosfera di biogas proveniente dalla discarica e scarico sul suolo, senza autorizzazione, di acque meteoriche, di dilavamento e prima pioggia rivenienti dalla discarica