Bari, un caso di Hiv alla settimana. Sabato manifestazione per la prevenzione

L'associazione Link: «Ancora troppo poche le campagne di sensibilizzazione e precauzione»

giovedì 7 febbraio 2019 9.35
A Bari riesplode il fenomeno del contagio da Hiv, il virus dell'Aids. In un anno, nel solo ospedale Policlinico di Bari, si sono registrati 52 casi, vale a dire uno a settimana. A diffondere la notizia l'associazione studentesca Link, che parla di «Dati allarmanti» che «Possono essere arginati solo e unicamente con una profonda cultura della conoscenza e l'abbattimento di qualsiasi muro, economico e non, al reperimento di protezioni, soprattutto in scuole e università, contesto in cui vivono quotidianamente ragazz* che per le prime volte si approcciano al sesso».

Per questo motivo il prossimo sabato 9 febbraio, alle 20, in piazza del Ferrarese a Bari, è stata organizzatala manifestazione "C'HA DITT U' DOTTOR? TE FA'U'TEST!", una serata all'insegna della prevenzione dalle infezioni sessualmente trasmissibili che offre la possibilità di effettuare gratuitamente il test salivare rapido HIV. Il progetto OPEN-TEST - creato da Anlaids (Associazione Nazionale per la lotta contro l'Aids) Sezione Lombarda e cofinanziato da M∙A∙C AIDS Fund – sta affrontando con ogni mezzo la questione della prevenzione dell'HIV rendendo le persone consapevoli del loro status: con un focus particolare sulle categorie maggiormente esposte al rischio di infezione e attraverso la promozione dell'esame, considerato come la chiave per espandere la prevenzione, il trattamento e la cura, OPEN-TEST punta a diffondere la cultura del test HIV e ad aumentare la consapevolezza e la conoscenza delle persone a rischio infezione, portandole così a controllarsi regolarmente.

«La promozione di eventi di questo tipo, che mirano a diffondere l'idea della gratuità dell'accesso alla diagnosi e alle cure, nonché a diffondere l'informazione in maniera sempre più allargata - continua Link. Quando si parla di HIV e AIDS, ci sono tantissimi aspetti da affrontare e tematiche che si intersecano tra loro. Tra gli elementi che ancora ostacolano il raggiungimento di un traguardo deciso e definitivo nella direzione della conoscenza e della cura della malattia, rientrano tutt'oggi i rischi della stigmatizzazione e della marginalizzazione sociale, di cui si rendono vittime le persone affette a causa della scarsa informazione e prevenzione. Sono ancora troppo poche, infatti, le campagne di sensibilizzazione alla precauzione, dovute a politiche che trattano tanto la dimensione della sessualità quanto quella delle malattie sessualmente trasmissibili come un taboo e che pertanto si oppongono alla promozione di iniziative come la diffusione gratuita di preservativi, dental dam, ecc».