Bari, usura ed estorsioni ai danni di una 59enne. Presi marito e moglie

L'aguzzino riceveva soldi dalla vittima minacciandola di rivolgersi ai titolari dell'aziende presso cui lavora

mercoledì 21 novembre 2018 9.49
Per anni avevano preteso la restituzione di un prestito a tassi d'interesse esorbitanti, estorcendo alla vittima, un'impiegata baresi di 59 anni, ingenti somme di denaro con cadenza settimanale. I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Bari Centro hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari, emessa dal G.I.P del Tribunale di Bari, su richiesta del Sost. Proc. della locale Procura della Repubblica, Dottor Fabio Buquicchio, nei confronti di due soggetti, il 37enne L.N. e la 31enne L.T, marito e moglie, residenti nel quartiere di San Girolamo, ritenuti responsabili, a vario titolo, di usura aggravata dallo stato di bisogno della vittima ed estorsione.

L'indagine a carico dei due è stata avviata lo scorso settembre, supportata da attività tecniche e mirati servizi di pedinamento e osservazione. I carabinieri sono venuti a conoscenza dell'attività usuraia ed estorsiva a danno della 59enne impiegata barese. I due coniugi, approfittando dello stato di bisogno della vittima, le hanno consegnato, nel 2011, la somma di 2.000 Euro, ricevendo, a titolo di interessi, 200/250 euro alla settimana sino al 2014, con un tasso pari al 650%, nonché la restituzione a saldo della somma di 5.000 Euro.

Sempre nel 2014, la vittima ha inoltre ricevuto dagli usurai l'ulteriore somma di 4.000 Euro per la quale ha corrisposto, sino al settembre 2018, 300 euro alla settimana a titolo di interessi, con un tasso pari al 390% annuo. In questo caso, però, il saldo che avrebbe dovuto versare al termine aveva raggiunto l'esorbitante cifra di 20.000 Euro.

La condotta estorsiva, posta in essere dal solo L.N., è consistita nel costringere la parte offesa a consegnare puntualmente le somme di denaro con la minaccia che, se non avesse ottemperato, si sarebbe rivolto ai titolari dell'azienda presso la quale la donna lavora, sia per esporre la sua situazione debitoria sia per pretendere da loro i pagamenti residui, paventandole così l'ipotesi di perdere il posto di lavoro.

Al termine delle formalità di rito, i coniugi sono stati condotti agli arresti domiciliari presso la loro abitazione a disposizione dell'A.G..