Bari vecchia dice addio a Giovanni Genchi, ultimo testimone dell'esplosione del porto nel 1945
A ricordarlo è Michele Fanelli, presidente del circolo Acli Dalfino: «Quell'esperienza segnò tutto il suo percorso di vita»
martedì 1 dicembre 2020
17.56
Bari vecchia e tutta la città piangono la scomparsa di Giovanni Genchi, l'ultimo testimone superstite dell'esplosione del porto il 9 aprile 1945. A ricordarlo è Michele Fanelli, presidente del circolo Acli Dalfino, che in un post social scrive: «Appena ventenne , Genchi lavorava al porto con il padre e suo fratello. Quel giorno erano sul posto di lavoro, quando verso mezzogiorno ci fu una tremenda esplosione. Genchi e suo padre rimasero feriti, mentre il fratello perse la vita».
Fanelli ricorda che «Il giovane Giovanni, sia pur ferito , si prodigò nel salvare altre vitte umane. Stremato dalla fatica, cade in mare; raccolto e messo su di un carro carico di cadaveri, fu portato a Bitonto , dove si accorsero che Genchi era ancora vivo. Quella è stata una brutta pagina della storia barese, dove persero la vita 350 persone e ci furono ben 1700 feriti».
«Quell'esperienza ha segnato in maniera indelebile tutta la sua vita - continua Fanelli. Non gli è stata mai riconosciuta nessuna onorificenza, solo nel 2019 gli è stato assegnato il " Nicolino d'oro". Uomo di sani principi, e grande lavoratore, è stato uno degli storici portatori dei misteri, portando per moltissimi anni il calvario. Legato alla sua Bari vecchia e alle sue tradizioni, di cui era fiero testimone, oggi la sua Bari vecchia lo piange perdendo un figlio a cui è legata luna parte della memoria storica della città».
Fanelli ricorda che «Il giovane Giovanni, sia pur ferito , si prodigò nel salvare altre vitte umane. Stremato dalla fatica, cade in mare; raccolto e messo su di un carro carico di cadaveri, fu portato a Bitonto , dove si accorsero che Genchi era ancora vivo. Quella è stata una brutta pagina della storia barese, dove persero la vita 350 persone e ci furono ben 1700 feriti».
«Quell'esperienza ha segnato in maniera indelebile tutta la sua vita - continua Fanelli. Non gli è stata mai riconosciuta nessuna onorificenza, solo nel 2019 gli è stato assegnato il " Nicolino d'oro". Uomo di sani principi, e grande lavoratore, è stato uno degli storici portatori dei misteri, portando per moltissimi anni il calvario. Legato alla sua Bari vecchia e alle sue tradizioni, di cui era fiero testimone, oggi la sua Bari vecchia lo piange perdendo un figlio a cui è legata luna parte della memoria storica della città».