Benvenuti nel Piccinni restaurato, tra la bellezza del teatro e i dubbi sulle prenotazioni
Lo splendore della casa della prosa cittadina finalmente accessibile per due giorni ai cittadini, ma non tutto è andato liscio con l'organizzazione
lunedì 7 gennaio 2019
9.24
Il teatro Piccinni restaurato ha aperto le sue porte ai cittadini nel weekend dell'Epifania. Una due giorni in cui molti baresi hanno finalmente potuto ammirare di nuovo la bellezza di uno dei suoi centri culturali, che insieme al Petruzzelli e al Margherita costituisce quello che viene definito il miglio dei teatri di Bari.
In una domenica pomeriggio dell'Epifania il teatro ha aperto le porte a circa duemila visitatori, o almeno così avrebbe dovuto essere. Infatti, se nulla si può dire al teatro e alla sua bellezza, qualcosa si può invece dire in merito all'organizzazione delle visite. Il motivo è presto detto.
Per poter accedere l'amministrazione comunale aveva previsto una prenotazione tramite un sito, o la sua app, Eventbrite, a seguito della quale si sarebbe dovuto esibire un biglietto all'ingresso (o stampato dalla mail o direttamente dalla stessa app su smartphone). Un modo per regolamentare il flusso, e allo stesso tempo quantificare anche il successo dell'iniziativa. Peccato che il sito già da ieri desse il tutto esaurito, lo stesso sindaco Decaro parlava infatti di circa 4 mila prenotazioni. Ma, purtroppo c'è un ma, ovvero all'ingresso nessuno si premurava di verificare la prenotazione, nessuno controllava il biglietto, anzi chi arrivava senza prenotazione poteva tranquillamente andare nell'ufficio che normalmente ospita l'URP/Informagiovani del Comune e farsi fare un biglietto cartaceo per accedere. Un modo abbastanza "particolare" di gestire l'afflusso e che potrebbe alla fine falsare i numeri dei reali visitatori di queste aperture straordinarie.
Una pecca organizzativa che per fortuna è nulla di fronte alla bellezza del teatro appena entrati. I palchi, il palcoscenico, le luci, tutto si apre davanti agli occhi meravigliati dei visitatori, che vengono poi immersi nella narrazione della storia di questo antico teatro cittadino, culla dell'arte, e che da troppo tempo non è più fruibile dai cittadini.
Pazienza se in molti vedono l'apertura in primavera come una mossa elettorale dell'attuale amministrazione, la cosa più importante è che Bari si riappropri della sua bellezza e dei suoi storici luoghi culturali. A dicembre è toccato al Margherita, speriamo che quanto prima possa essere l'ora del teatro Piccinni.
In una domenica pomeriggio dell'Epifania il teatro ha aperto le porte a circa duemila visitatori, o almeno così avrebbe dovuto essere. Infatti, se nulla si può dire al teatro e alla sua bellezza, qualcosa si può invece dire in merito all'organizzazione delle visite. Il motivo è presto detto.
Per poter accedere l'amministrazione comunale aveva previsto una prenotazione tramite un sito, o la sua app, Eventbrite, a seguito della quale si sarebbe dovuto esibire un biglietto all'ingresso (o stampato dalla mail o direttamente dalla stessa app su smartphone). Un modo per regolamentare il flusso, e allo stesso tempo quantificare anche il successo dell'iniziativa. Peccato che il sito già da ieri desse il tutto esaurito, lo stesso sindaco Decaro parlava infatti di circa 4 mila prenotazioni. Ma, purtroppo c'è un ma, ovvero all'ingresso nessuno si premurava di verificare la prenotazione, nessuno controllava il biglietto, anzi chi arrivava senza prenotazione poteva tranquillamente andare nell'ufficio che normalmente ospita l'URP/Informagiovani del Comune e farsi fare un biglietto cartaceo per accedere. Un modo abbastanza "particolare" di gestire l'afflusso e che potrebbe alla fine falsare i numeri dei reali visitatori di queste aperture straordinarie.
Una pecca organizzativa che per fortuna è nulla di fronte alla bellezza del teatro appena entrati. I palchi, il palcoscenico, le luci, tutto si apre davanti agli occhi meravigliati dei visitatori, che vengono poi immersi nella narrazione della storia di questo antico teatro cittadino, culla dell'arte, e che da troppo tempo non è più fruibile dai cittadini.
Pazienza se in molti vedono l'apertura in primavera come una mossa elettorale dell'attuale amministrazione, la cosa più importante è che Bari si riappropri della sua bellezza e dei suoi storici luoghi culturali. A dicembre è toccato al Margherita, speriamo che quanto prima possa essere l'ora del teatro Piccinni.