Biologico, siglato accordo Coldiretti Casillo
L'intesa prevede 300 milioni di chili di grano duro biologico per la pasta e 300 milioni di chili di grano tenero all’anno per il pane
martedì 8 maggio 2018
Trecento milioni di chili di grano duro biologico destinato alla pasta e 300 milioni di chili di grano tenero all'anno per la panificazione. E' stato siglato in Italia oggi il più grande accordo sul grano biologico mai realizzato al mondo per quantitativi e superfici coinvolte. A firmare: Coldiretti, Consorzi agrari d'Italia, Fdai (Firmato dagli agricoltori italiani) e Gruppo Casillo. L'ntesa ha una durata di tre anni con la possibilità di una proroga per altri due, per un totale di 5 anni. L' accordo rafforza la leadership dell'Italia in Europa nel numero di imprese che coltivano biologico con 72.154 operatori e 1.796.363 ettari, con un aumento del 20% su base annua. La crescita della domanda – sottolinea la Coldiretti – ha spinto l'aumento delle produzioni. Tra le colture con maggiore incremento ci sono proprio i cereali (+32,6%) mentre a livello territoriale – continua la Coldiretti – la maggiore estensione delle superfici bio è registrata in Sicilia con 363.639 ettari, cui seguono la Puglia con 255.831 ettari e la Calabria con 204.428 ettari. Si tratta di una garanzia anche per sei italiani su dieci (60%) che nel 2017 hanno acquistato almeno qualche volta prodotti biologici a conferma di una decisa svolta salutista nei consumi alimentari, secondo l'indagine Coldiretti/Ixe'.
L'intesa Coldiretti/Casillo è anche una risposta alla domanda dei consumatori che chiedono in misura crescente la garanzia di italianità della pasta acquistata come dimostra la rapida proliferazione di marchi e linee che garantiscono l'origine nazionale al 100% del grano impiegato, da Ghigi a De Sortis, da Jolly Sgambaro a Granoro, da Armando a Felicetti, da Alce Nero a Rummo, da FdAI – Firmato dagli agricoltori italiani fino a "Voiello" che fa capo al Gruppo Barilla,e a Divella che in questi anni ha avviato un percorso di filiera in Puglia con grano 100% italiano frutto della ricerca SIS, società leader nel settore sementiero.
Attualmente - riferisce la Coldiretti - l'Italia produce 4,3 milioni di grano duro su una superfice di un milione e 350mila ettari di coltivazioni con 1,74 milioni di tonnellate importate dall'estero delle quali 0,44 dall'Unione Europea e 1,3 milioni da Paesi extracomunitari a partire dal Canada dove il grano viene trattato in preraccolta con il glifosato secondo modalità vietate in Italia.
"Gli agricoltori per una giusta remunerazione del proprio lavoro sono pronti ad aumentare la produzione di grano in Italia" ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo in riferimento alla decisione di un numero crescente di operatori di non importare da Paesi a rischio glifosato.
L'intesa Coldiretti/Casillo è anche una risposta alla domanda dei consumatori che chiedono in misura crescente la garanzia di italianità della pasta acquistata come dimostra la rapida proliferazione di marchi e linee che garantiscono l'origine nazionale al 100% del grano impiegato, da Ghigi a De Sortis, da Jolly Sgambaro a Granoro, da Armando a Felicetti, da Alce Nero a Rummo, da FdAI – Firmato dagli agricoltori italiani fino a "Voiello" che fa capo al Gruppo Barilla,e a Divella che in questi anni ha avviato un percorso di filiera in Puglia con grano 100% italiano frutto della ricerca SIS, società leader nel settore sementiero.
Attualmente - riferisce la Coldiretti - l'Italia produce 4,3 milioni di grano duro su una superfice di un milione e 350mila ettari di coltivazioni con 1,74 milioni di tonnellate importate dall'estero delle quali 0,44 dall'Unione Europea e 1,3 milioni da Paesi extracomunitari a partire dal Canada dove il grano viene trattato in preraccolta con il glifosato secondo modalità vietate in Italia.
"Gli agricoltori per una giusta remunerazione del proprio lavoro sono pronti ad aumentare la produzione di grano in Italia" ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo in riferimento alla decisione di un numero crescente di operatori di non importare da Paesi a rischio glifosato.